attergarsi
Verbo di conio dantesco, usato nella presentazione di uno degl'indovini della quarta bolgia, che camminano con il capo travolto: Vedi Tiresia... Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga (If XX 46). Può valere " accostare il proprio tergo " (Aronta, che segue Tiresia, poiché cammina anche lui col capo travolto, accosta a Tiresia, anzi propriamente al ventre di lui, il proprio dorso; così intendono, tra gli altri, Buti e Benvenuto). Oppure può intendersi come " porsi al tergo " tenendo però presente che nel caso specifico " il ventre è in luogo di tergo " (Ottimo, Landino; così anche la maggior parte dei moderni). L'Anonimo interpreta allegoricamente: " séguita i libri di Tiresia che fu innanzi a lui grandissimo maestro in questa arte ".