ATTEONE ('Ακταίων, Actaeon)
Secondo la leggenda egli è figlio di Aristeo e di Autonoe, una delle figliuole di Ladmo, viene allevato da Chirone che ne fa un cacciatore valentissimo, è cambiato da Artemide in cervo e sotto tali spoglie perisce sbranato dai proprî cani. Il motivo della metamorfosi con la conseguente uccisione è riferito in modo assai vario: secondo una forma della leggenda si tratterebbe di punizione inflitta ad A. perché egli avrebbe osato aspirare alle nozze con Semele; secondo un'altra, Artemide lo avrebbe così punito per la iattanza con cui egli s'era vantato di superarla nel trar d'arco; secondo una terza, infine, che divenne dall'epoca alessandrina la più comune, la colpa di A. sarebbe consistita nell'aver egli sorpreso nella valle Gargafia, ai piedi del Citerone, Artemide che si bagnava nella fonte Partenia. Un'aggiunta a questa forma della leggenda è quella che si trova nella fav. 180 d'Igino, secondo cui A., infiammato d'amore alla vista della dea avrebbe tentato di farle violenza. Una versione dice che la dea rende rabbiosi i cani d'A.: sbranato il creduto cervo, essi vanno poi in cerca del padrone e, non trovandolo, sono presi da grande malinconia che Chirone riesce finalmente a guarire foggiando loro un simulacro d'A. Pietoso è il particolare secondo cui Autonoe, al veder tornare a casa i cani del figlio tutti imbrattati di sangue, presagendo la sventura si dà ad errare per le selve smaniosa di trovare almeno gli avanzi d'Atteone, ma non vi riesce, e solo dopo che Atteone è apparso in sogno al padre e gli ha indicato il sito ove giacciono le sue ossa, queste vengono finalmente trovate e hanno sepoltura.
La leggenda di Atteone fu trattata nel teatro da Eschilo, Iofonte, Cleofonte, Frinico. Numerosissime sono anche le opere d'arte figurativa (pitture parietali e vascolari, rilievi di sarcofagi, ece.) che ad essa s'ispirarono.
Bibl.: Stoll, in Roscher, Lexikon der griech. u. röm. Mythol., I, col. 214 segg.; Wentzel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., I, col. 1209 segg.