ATON
Propriamente il "Disco solare", divinizzato in Egitto già all'inizio della XVIII dinastia. Amenophis III gli edificò un santuario a Tebe; ma solo Amenophis IV-Ekhnaton lo riconobbe come dio unico di tutto il pantheon egiziano. Le più antiche rappresentazioni del suo regno lo mostrano secondo l'aspetto tradizionale delle divinità solari: corpo umano e testa di falco su cui è il disco attorniato dall'ureo. Ma presto l'immagine tradizionale viene abbandonata e il dio è rappresentato come un disco, da cui partono raggi che terminano in mani, e che attraversano tutte le figurazioni su cui A. è rappresentato. L'ureo, che è tradizionalmente legato alle immagini del disco solare, non manca qui: ma, invece di seguirne la circonferenza, appare collocato di faccia, in basso, e dal collo gli pende il simbolo della vita. È questo, certo, uno degli elementi volutamente antitradizionali di cui si compiace l'arte di el-῾Amārnah (che elabora questo tipo). Anche la rappresentazione dei raggi imposta in modo nuovo l'unità della composizione piana: che, anche se divisa in registri, è tutta collocata in uno spazio complessivo che è quello in cui A. stende i suoi raggi-braccia. Fuori di questa interpretazione intellettualistica, si ha un elemento di ulteriore riempimento del piano, che insiste sul valore pittorico dell'arte del tempo. Ad A. erano elevati varî santuarî, tutti distrutti con la condanna della sua religione dopo l'epoca amarniana. La pianta e le immagini di quello di el-῾Amārnah mostrano che, mentre varî elementi restano tradizionali (il pilone, le colonne papiriformi), si ha per il culto un cerimoniale tutto all'aperto, che elimina perciò sacrario ed ipostila, sostituendoli con cortili in cui erano situate numerose tavole d'offerta.
Bibl.: H. Schaefer, Amarna in religion u. Kunst, Lipsia 1931; G. Roeder, in Miscellanea Rosellini, Pisa 1951.