atmosferici
atmosfèrici [s.m. pl. Calco dell'ingl. atmospherics, ellissi di atmospheric disturbances "(radio) disturbi atmosferici"] [GFS] [ELT] Nella geofisica e nella radiotecnica, termine con cui s'indicano radioonde impulsive generate da scariche elettriche atmosferiche. Si tratta di treni di onde elettromagnetiche smorzate, molto brevi (durata dell'ordine dei decimillesimi di secondo), succedentisi a gruppi; il loro spettro di frequenza è continuo e molto ampio, dalle onde lunghissime alle corte e cortissime: poiché, peraltro, l'intensità risulta proporzionale alla lunghezza d'onda (legge di Austin-Potter), gli a. sono partic. intensi nel campo delle onde lunghissime e lunghe, con un massimo d'intensità che cade intorno a 10 kHz (30 km di lunghezza d'onda). Se ricevuti con un ricevitore radiofonico, gli a. si presentano come caratteristici crepitii (disturbi, o parassiti, atmosferici), tambureggianti se a originarli è un fulmine, pressoché continui se a originarli sono scariche silenziose tra nube e nube o tra nubi e suolo. Possono essere rilevati meglio, e tale metodo si segue nelle ricerche geofisiche, usando sensibili radiogoniometri con registratore oscillografico, connessi a un'efficiente antenna aperiodica, direttiva, in modo da determinare contemporaneamente l'intensità e la direzione dei segnali. Sulla superficie terrestre si propagano, in genere, secondo cerchi massimi; di notte, peraltro, le condizioni di propagazione sono più complesse a causa di possibili riflessioni sulla bassa ionosfera; a parità di distanza dal centro temporalesco costituente l'origine, l'intensità, e quindi la portata, risulta maggiore di notte che di giorno, maggiore d'inverno che d'estate; nell'alta atmosfera e nello spazio circumterrestre hanno una propagazione fortemente dispersiva, dando luogo al fenomeno dei whistler (v.). L'importanza geofisica degli a. è notevole: da un lato, essi danno preziose informazioni sulla propagazione atmosferica delle radioonde di bassissima frequenza, dall'altro consentono di localizzare e seguire accuratamente i centri temporaleschi. Dal punto di vista radiotecnico, gli a. costituiscono invece, com'è facile comprendere, un grave inconveniente, per eliminare o almeno ridurre il quale si adottano vari artifici, tuttavia di scarsa efficacia (circuiti selettivi, limitatori di disturbo, antenne fortemente direttive, ecc.); la loro esistenza costituisce una delle ragioni dello scarso impiego che ora si fa di radioonde di grande e media lunghezza nei circuiti di radiocomunicazione.