(gr. ῎Ατλας)
Stella delle Pleiadi, di grandezza 3,8 e classe spettrale B8.
Sistema montuoso dell’Africa del NO, per la prima volta designato con il nome del Titano da Erodoto, che lo chiama anche «le colonne del cielo». Costituisce l’ossatura dell’Africa Minore e va ricollegato da un lato alla Cordigliera Betica (Penisola Iberica), dall’altro all’Appennino; fa perciò parte delle catene giovani che circondano il Mediterraneo occidentale. È formato da due serie di catene a pieghe, una costiera e l’altra interna, tra le quali sono interposti vecchi penepiani: la meseta marocchina e gli altipiani algerini. La catena costiera, detta Rif, a O del Muluia (alta fino a 2500 m), è arcuata e aspra e precipita sul mare con ripidi sproni. È invece detta Tell a E del Muluia ed è formata da due serie di rilievi: quelli interni sono rappresentati dal Grande A., che nella sezione O ha aspetto alpino (Tubkal, 4165 m), mentre a E trapassa in una serie di monotoni massicci. A S del Grande A. è l’Antiatlante. Verso N si diparte dal Grande A. il Medio A., calcareo, limitato da solchi longitudinali. Nell’Algeria le catene interne ( A. Sahariano) si sciolgono in massicci separati. Si possono distinguere tre zone di vegetazione: quella mediterranea costiera (sempreverdi, macchie, boschi), la mediterranea montana (con estese associazioni forestali) e la zona montana (con vegetazione di carattere alpino).
Fin da età preistoriche l’A. è abitato da genti berbere, che nel Medioevo hanno subito, nelle regioni più accessibili, notevoli mescolanze con l’elemento arabo.