ATHENIS (῎Αϑηνις, Athēnis)
Scultore di Chio, figlio di Archermos e fratello di Boupalos. La sua attività va riferita alla seconda metà del secolo VI a. C.; Plinio ne fa un coetaneo del poeta Ipponatte (Nat. hist., xxxvi, 11-13). Mentre Boupalos è talvolta ricordato da solo, di A. non si fa menzione se non insieme al fratello. Plinio parla d'una maschera di Artemide a Chio, opera dei due fratelli, che appariva di aspetto triste a chi entrava, ilare a chi usciva. Sotto una delle loro opere i due scultori avrebbero inciso un epigramma nel quale si diceva che Chio non era famosa soltanto per le sue viti, ma anche per le opere dei figli di Archermos. Augusto avrebbe adornato gli acroterî del tempio di Apollo e di altri templi con statue (presumibilmente copie) dei predetti scultori. È probabile che si trattasse di figure femminili del tipo detto di Spes, di quel tipo, cioè, di cui esemplari sono stati rinvenuti a Delo, a Egina, a Delfi, sull'acropoli d'Atene e uno anche a Roma. Alcuni archeologi hanno proposto di attribuire ai due scultori di Chio le columnae caelatae dell'Artemìsion di Efeso.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, Lipsia 1868, nn. 314, 315, 318; C. Robert, in Pauly-Wissowa, II, 1896, cc. 2042-43, s. v.; W. Amelung, in Thieme-Becker, II, 1908, p. 210 s.; Ch. Picard, Manuel d'archéologie grecque, I, Parigi 1935, pp. 566-567; G. Karo, Greek Personality in Archaic Sculpture, Cambridge 1948, p. 220 ss. Sulla maschera di Artemide, v.: W. Déonna, Dédale, I, Parigi 1930, p. 570. Sulle columnae caelatae dell'Artemìsion, v.: Ch. Picard, op. cit., p. 536. Sulla statua tipo Spes di Roma v.: G. Ghirardini, in Bull. della Commiss. arch. comunale, 1881, p. 106 ss.