ATENOLFO
Principe dei Longobardi del Principato unito di Capua-Benevento dal gio al 940, era figlio di Atenolfo I (887-910) e fratello di Landolfo I (901-943). Non governò mai direttamente e solo nel Principato, ma fu "associato" al fratello Landolfo, che rimase a capo della dinastia capuana.
A. II, pur vivendo all'ombra del fratello, non fu un personaggio di scarso rilievo, ma, insieme con lui, fu impegnato attivamente in alcune delle vicende politiche fra le più importanti nella storia della Longobardia meridionale nella prima metà del sec. X. Tale fu, anzitutto, l'impresa contro i Saraceni della "colonia" alle foci del Garigliano (915), che da circa quarant'anni, muovendo dal loro campo trincerato, avevano sconvolto con rapine e devastazioni sistematiche le terre della Campania e del Ducato romano. Le fonti sono concordi nel riconoscere la parte di primo piano che i due fratelli ebbero in quella spedizione, sia nel sollecitare l'aiuto e l'intervento bizantino, sia nell'organizzazione, a fianco del pontefice Giovanni X, della vasta coalizione dei potentati locali che doveva eliminare i Saraceni.
Con i due principi della dinastia capuana si iniziò anche una decisa politica antibizantina. Infatti, alla fine del secolo precedente, per la grave crisi interna che aveva logorato la dinastia di Benevento, gli strateghi di Puglia, sulla scia della politica di riconquista avviata da Basilio I il Macedone, erano penetrati profondamente nel territorio longobardo e, per alcuni anni, ne avevano occupata la stessa capitale.
Landolfo I e A. intervennero in Puglia dapprima in appoggio alla rivolta che elementi di origine longobarda avevano fomentato contro il governatore bizantino e che portò alla seconfitta e alla morte sul campo dello stratega Ursileone (921); non è escluso, anzi, che le bande dei mercenari ungheri di Salardo (Szovard) siano state assoldate dai principi longobardi e deviate verso i domini bizantini. In un secondo tempo, dal 929 al 934, si ebbe l'espansione o, per dir meglio, il ritorno dei Longobardi nelle terre, che già essi avevano dominato, della Puglia settentrionale (Daunia, Capitanata).
Di Landolfo I e A. sono ricordati molte donazioni e alcuni placiti in favore dei monaci benedettini, che, dopo le distruzioni delle abbazie di S. Benedetto di Montecassino e di S. Vincenzo al Volturno ad opera dei Saraceni, avevano trovato riparo a Capua e si erano posti sotto la tutela, non sempre disinteressata, dei principi longobardi.
Dei matrimoni politici che, in questo periodo, cementano l'unità dei Longobardi meridionali, va ricordato quello di Guaimario II, principe di Salemo, con Gaitelgrima, figlia appunto di Atenolfo II. Degli altri figli di costui l'uno, Landolfo, usurperà a Gisulfo I il principato di Salerno e lo terrà negli anni 973-974; l'altro, Atenolfo, peraltro di incerta paternità, fu gastaldo di Aquino.
Fonti e Bibl.: N. Cilento, La cronaca dei conti e dei principi longobardi di Capua dei Codici Cassinese 175 e Cavense 4 (815-1000), in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il M. E., LXIX (1957), pp. 53-55.