ATALIA (ebraico ‛Ăthaljah[u]; i Settanta Γοϑολία; Vulgata Athalia)
Figlia di Achab re d'Israele, e di Jezabel: quindi moglie di Ioram re di Giuda, e madre di Ochozia. È anche chiamata (IV [II] Re, VIII, 26; II Cronache, XXII, 2) figlia di Amri (v.), ma in senso di "discendente", perché in realtà gli era nepote. Da sua madre, che era di stirpe fenicia (III [I] Re, XVI, 31), ereditò sia il carattere imperioso, sia l'attaccamento al culto di Baal (v.), e per ambedue le cose ebbe grande efficacia sul marito e sul figlio (IV [II] Re, VIII, 18, 27; II Cronache, XXII, 3-4; XXIV, 7). Morto il primo, e dopo un anno anche il secondo (IV [II] Re, VIII, 24-26). A., spinta dalla sua ambizione di regno, fece uccidere tutta la discendenza reale, per toglier di mezzo ogni pretendente: così poté regnare sei anni da sola. Tuttavia alla strage era stato sottratto furtivamente Ioas, figlio di Ochozia; ed essendo di appena un anno di età, veniva nel frattempo allevato segretamente nel Tempio dal gran sacerdote Ioiada (IV [II] Re, XI, 1-3). Quando il fanciullo toccò i sette anni, Ioiada, accordatosi segretamente con i maggiorenti del popolo, lo fece proclamare, con grande apparato, re nel Tempio (XI, 4-12). Atalia, accorsa, fu arrestata e condotta fuori del Tempio, e uccisa là vicino (XI, 13-16).
Il racconto è ripetuto con tipiche varianti in II Cronache, XXIII; altre particolarità vi aggiunge Giuseppe Flavio in Ant. Jud., IX, 7. Il Racine ne trasse l'argomento della sua tragedia.