astrologia
Il tentativo di conoscere l'uomo attraverso gli astri
L'astrologia si fonda sull'ipotesi di un legame fra le posizioni dei corpi celesti, visibili in un determinato istante e da un determinato punto della Terra, e ciò che avviene, nello stesso istante, in quello stesso punto della Terra. L'astrologia, quindi, vuole utilizzare gli astri per conoscere l'uomo e prevedere gli eventi futuri. In particolare, assegna fondamentale importanza al momento della nascita di ogni individuo e si basa sulle posizioni astrali concomitanti per analizzare la personalità di ognuno
L'astrologia esiste in diverse civiltà: si può parlare di astrologia occidentale, astrologia indiana, astrologia cinese, astrologia messicana. Ciascuna di esse ha caratteristiche proprie, che la differenziano dalle altre. Il tratto comune è costituito dal punto di partenza: l'ipotesi che dagli astri, e dai loro movimenti, sia possibile trarre indicazioni sugli eventi terreni, passati, presenti e futuri.
Le prime testimonianze della più antica astromantica ‒ l'arte di indovinare le cose future attraverso gli astri ‒ nelle terre circostanti il bacino del Mediterraneo risalgono al 3° millennio a.C. e provengono dalla Mesopotamia dei Sumeri. Dalla visibilità o invisibilità dei corpi celesti nei singoli giorni dell'anno, dal loro occultamento, dalle loro particolari colorazioni, gli osservatori del cielo traevano presagi sull'andamento del tempo, sulla riuscita dei raccolti, sulle guerre, sulle carestie. Le loro sentenze erano di questo tipo: "Se la Luna è offuscata, il raccolto sarà cattivo". Da ogni singola osservazione astronomica si ricavavano specifiche indicazioni, anche di tipo meteorologico.
Lo schema del ragionamento era quello del "se... allora…", utilizzato anche dalle altre forme di divinazione che analizzavano per esempio il volo degli uccelli, le viscere degli animali, i sassolini o altre cose ancora ("se il corvo si leva in volo dalla destra dell'osservatore, allora l'esito della battaglia sarà favorevole").
Dalle altre forme di divinazione l'astromantica si distingueva per il suo riferirsi alle posizioni e ai movimenti degli astri, che nelle civiltà mesopotamiche prima e in quella greca poi furono espressi in forma matematica. L'astrologia, come ricerca autonoma, si sviluppò a partire dall'astromantica e nacque quando diventò possibile calcolare con precisione, con gli strumenti dell'astronomia matematica, le posizioni e i movimenti di ciascun corpo celeste. Essa si rapportò dunque alla grandiosa immagine dell'Universo, visto come una sfera descritta in ogni punto da un preciso sistema di coordinate, cui diedero forma compiuta i grandi astronomi di lingua greca, da Ipparco a Claudio Tolomeo.
L'astrologia si distinse dalla primitiva astromantica in quanto elaborò, al posto del semplice schema del "se... allora…", uno schema matematico complesso, nel quale ogni elemento riceveva un determinato valore e l'interpretazione scaturiva dal quadro d'insieme. I primi documenti a noi noti della nuova disciplina sono ancora una volta di ambiente mesopotamico e risalgono alla fine del 5° secolo a.C.
Il centro dell'indagine astrologica praticata in Occidente è costituito dai pianeti del Sistema Solare. Con il termine pianeti venivano indicati in greco gli astri erranti, in tal modo distinti dalle stelle fisse. I pianeti presentano infatti all'osservazione, di giorno in giorno, posizioni sempre nuove; le stelle ruotano invece con regolarità, come se fossero infisse nella volta celeste. Furono forse proprio le particolarità del loro moto a convincere gli antichi osservatori del cielo del particolare significato degli astri erranti, che in Mesopotamia erano considerati interpreti del messaggio divino.
Come insegna la storia dell'astronomia, il mondo antico conobbe soltanto i pianeti più vicini alla Terra, ossia Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno (non sempre elencati in questo ordine), oltre al Sole e alla Luna, detti anche luminari, ossia portatori di luce. A ciascun pianeta gli astrologi associarono, sulla base delle caratteristiche più evidenti all'osservazione, determinate qualità umane. Per esempio, a Marte e alla sua luce rossastra collegarono l'aggressività, la virilità, le qualità belliche; Venere, con il suo alternare periodi di visibilità e di invisibilità, suggerì l'immagine di una bella donna, che capricciosamente si nasconde: al pianeta furono dunque associate la femminilità, la bellezza, la grazia, l'amabilità. A Saturno, e alla sua luce fredda, furono invece riferite l'autorità, la vecchiaia, la misura del tempo.
I pianeti sono i punti di riferimento essenziali di quella branca fondamentale dell'astrologia che viene detta genetliaca (dal latino genethliacum, "legato al giorno natale"). Questa tecnica si basa sulla raffigurazione delle posizioni celesti, come appaiono nel momento della nascita e dal luogo della Terra dove si nasce. Esse vengono riportate in un grafico che prende il nome di tema natale, oggi chiamato anche oroscopo; ciò al fine di poter interpretare le caratteristiche e le disposizioni naturali di ognuno.
Le posizioni dei pianeti, visti dalla Terra, vengono collocate sulla fascia dello zodiaco, la zona del cielo occupata da dodici costellazioni, tagliata a metà dall'eclittica, la traiettoria apparente del Sole. Tale fascia viene assunta come una corona circolare, suddivisa in 12 sezioni, dette segni zodiacali, ciascuna delle quali corrisponde a un angolo al centro di 30°.
L'esame del tema natale inizia con quello delle posizioni dei pianeti rispetto ai segni zodiacali. Infatti gli astrologi pensano che la presenza di un pianeta nell'uno o nell'altro di essi ne specifichi diversamente i caratteri. Le qualità di Marte, per esempio, si esprimono al massimo grado quando il pianeta è nel segno dell'Ariete; quelle del Sole, quando esso è nel segno del Leone. L'astrologia genetliaca tiene conto anche delle distanze reciproche fra i pianeti ‒ gli aspetti ‒ e delle diverse posizioni ‒ le case ‒ che ciascun pianeta ha nel cerchio zodiacale rispetto al moto diurno della sfera celeste.
L'astrologia genetliaca costituisce la base dell'indagine astrologica, ma accanto a essa sono esistite altre tecniche. Fra queste ricordiamo le interrogazioni, grazie alle quali gli astrologi fornivano risposte alle domande di chi fosse interessato, per esempio, a ritrovare oggetti smarriti o a lui sottratti. Un'altra tecnica era quella delle elezioni, che puntava alla scelta del momento più opportuno per iniziare un'azione ben riuscita. Nel Medioevo, poi, acquistò particolare importanza la tecnica delle grandi congiunzioni, esposta con successo da un astrologo di lingua araba del 9° secolo, in Occidente chiamato Albumasar. Essa si basava sulla convinzione che quando Giove e Saturno, i due pianeti più lenti (quelli, cioè, che impiegano il maggior numero di anni a completare il loro moto di rivoluzione), si trovano a occupare gli stessi gradi dello zodiaco ‒ cioè sono congiunti ‒, sulla Terra si verificano eventi insoliti e importanti. A causa della lentezza del loro moto, le congiunzioni fra questi due pianeti sono meno numerose di quelle che coinvolgono gli altri pianeti, o ciascuno di essi e un altro pianeta. La rarità di questi eventi celesti suggeriva l'ipotesi che essi segnalassero eventi rilevanti e inconsueti, tali da investire interi popoli, e a volte l'intera umanità, sia sul piano degli accadimenti naturali sia su quello degli avvenimenti storici. Alle grandi congiunzioni potevano dunque essere collegati terremoti, carestie, diluvi, ma anche la morte di un sovrano, l'inizio di un regno, l'avvento di un profeta, la nascita di una religione.
L'astrologia fu una parte importante della cultura del mondo antico, del Medioevo e della prima età moderna, e contribuì all'affermarsi dell'idea dell'esistenza di uno stretto rapporto fra Terra e cielo, uomo e cosmo. Ispirò artisti e poeti, fra i quali il romano Marco Manilio (1° secolo a.C.), autore del poema Astronomica, e fu coltivata da grandi scienziati, come il già citato astronomo alessandrino Tolomeo (2° secolo d.C.).
I filosofi ne discussero soprattutto in rapporto ai temi della libertà e della responsabilità morale. Fra i pensatori cristiani ci fu chi la criticò aspramente, come sant'Agostino, e chi la considerò accettabile a certe condizioni, come san Tommaso. Nel Rinascimento fu apprezzata da sovrani e da pontefici. Molto diffusa fino alla fine del 17° secolo, nell'età dell'Illuminismo fu considerata superstiziosa e primitiva. Nel Novecento fu rivalutata da alcuni studiosi, come lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung. La moda giornalistica dei nostri tempi propone l'astrologia in modo tale da darne un'immagine in gran parte inadeguata e banalizzata.