astro
Mentre frequente è in D. l'uso di ‛ stella ', a. è presente solo in Pd XV 20, dove indica metaforicamente l'anima di Cacciaguida: tale dal corno che 'n destro si stende / a piè di quella croce corse un astro / de la costellazion che lì resplende. Nella terzina a. è chiaramente connesso con l'immagine della ‛ costellazione ', in quanto singolo componente di un aggregato di corpi luminosi. Anzi, come nota il Buti, e come si rileva dal confronto con numerose attestazioni del corrispondente vocabolo latino astrum, sia in epoca classica (Virgilio) che postclassica (Macrobio), valeva in primo significato appunto " costellazione ": " È astro congregazione di molte stelle; ma qui " - continua il Buti - " si pone per una stella ". Questo scambio semantico fra astrum e stella era peraltro già comune nel latino virgiliano, oraziano e ciceroniano, e torna più di una volta. nelle opere latine di D.
Interessa al riguardo la nota di Isidoro: " De differentia stellarum, siderum et astrorum. Stellae et sidera et astra inter se differunt. Nam stella est quaelibet singularis. Sidera vero sunt stellis plurimis facta, ut Hyades, Pleiades. Astra autem stellae grandes, ut Orion, Bootes. Sed haec nomina scriptores confundunt, et astra pro stellis et stellas pro sideribus ponunt " (III LX 1-2).