ASTRACHAN (A. T., 73-74)
Città della Russia (ab. 133.000 nel 1923), capoluogo del governatorato omonimo, situata a 46° 21′ di lat. N. e 48° 2′ di long. E., sulla riva sinistra del ramo principale del Volga, a 96 km. dal suo sbocco nel Mar Caspio. È il più grande emporio del Volga e il maggiore porto della U. R. S. S. sul Mar Caspio: vi affluiscono le merci dal Caucaso (Baku), dall'Asia centrale (Krasnovodsk) e dalla Persia (Enseli); è anche un importantissimo centro peschereccio. Si calcola che prima della guerra il commercio di Astrachan raggiungesse 11 milioni di tonn. di merci, il 90% delle quali era costituito dalla nafta. Oltre alla nafta, transitano per Astrachan, diretti all'interno della Russia, pesce e prodotti pescherecci, cotone e frutta. Dal nord provengono legnami, cereali e prodotti industriali, destinati alla Transcaucasia. I bastimenti di grande tonnellaggio non possono entrare nel porto di Astrachan; i battelli fluviali del Volga trasbordano la merce su di una speciale flotta costiera, che a sua volta porta le merci ai grandi bastimenti marittimi. L'industria di Astrachan trae vantaggio dalla posizione geografica della città; nei cantieri navali lavorano circa 2500 uomini; vi sono inoltre otto segherie, che servono, non soltanto ad Astrachan, ma anche alla Transcaucasia e alla Persia, varie fabbriche di salumi e di conserve, che esportano i loro prodotti, due grandi fabbriche di ghiaccio. Le istituzioni culturali sono rappresentate in Astrachan dall'istituto di medicina, da 14 scuole di secondo grado, da 11 scuole tecniche, da un laboratorio ittiologico con speciale museo di piscicoltura, da un museo regionale. Vi si pubblicano un giornale in lingua russa, uno in lingua tartara e uno in lingua chirghisa, e quattro riviste russe.
Monumenti artistici. - Poche parti della città hanno conservato il pittoresco carattere orientale. Dei monumenti, il più antico e imponente è il Cremlino (1582-89), circondato da mura di 10 m. di altezza e difeso da torri, varie volte rimaneggiato sino al 1692; al Settecento appartengono invece la cattedrale dell'Assunzione (1700-1710), dalle grandiose proporzioni, opera dell'architetto russo Mjakiser, la chiesa della Vergine (1709) e la casa di Pietro il Grande situata nel Porto Vecchio. Astrachan possiede anche un Museo regionale con una sezione etnografica e una archeologica, la galleria Dogadin con una collezione di scultura russa dell'Ottocento, di scarsa importanza, e una raccolta d'arte orientale.
Storia. - L'antica Astrachan tartara (Chadži-Tarchan, Chazitarakan) era situata sulla riva destra del Volga, 10 km. più in su dell'attuale. Accanto ad essa si trovavano le rovine di antiche città: Atelja o Itilja, antica capitale del regno di Chazar, e Balandžara o Balangiara, sortavi più tardi. Nel sec. XIII tutta la regione del Volga cadde in potere dei Tartari, e alla fine del sec. XV, dopo il crollo dell'Orda d'oro, sorse un regno d'Astrachan, che nel 1557 fu unito alla Russia. I Russi abbandonarono la vecchia città sulla riva destra del fiume e fondarono la nuova Astrachan nel luogo occupato presentemente, e nel 1582 vi costruirono una fortezza in pietra. Nel 1602 Astrachan fu dichiarata eparchia ortodossa. Nella città si andò rapidamente accentrando una popolazione eterogenea per la sua composizione etnografica; divenne un importante centro commerciale per lo stato moscovita. Il principale traffico durante il sec. XVII fu quello della seta cruda, importata dalla Persia. Nel sec. XVIII l'importanza commerciale di Astrachan decadde alquanto, ma nella seconda metà del sec. XIX, con la conquista dell'Asia centrale, la costruzione della ferrovia d'oltre Caspio e lo sviluppo della produzione della nafta, il commercio di Astrachan ebbe nuovo impulso. Trovandosi presso il Mar Caspio, ricchissimo di pesce, Astrachan è diventata durante il sec. XIX e il principio del XX un mercato di pesce di straordinaria importanza.
Le pelli di Astrachan. - La posizione geografica, i facili mezzi di comunicazione e il fiorente allevamento del bestiame hanno fatto di Astrachan un centro importante dell'industria della concia e del commercio delle pelli per uso di pellicceria, designate appunto Comunemente sotto il nome di agnelli di Astrachan o anche semplicemente astrachan. Le pelli in questione, dal caratteristico pelame nero e arricciato, sono ricavate da agnelli della regione o provenienti da località finitime e anche dalla Persia (persiani). Benché con procedimenti di concia diversi, tali pelli vengono anche imitate nell'Europa occidentale.
Il governatorato di Astrachan. - Molto diminuito di superficie dopo la rivoluzione, consta dei tre antichi distretti: Astrachan, Enotaevsk e Krasnojarsk, ed è diviso in 12 regioni. Confina al SO. con la regione autonoma dei Calmucchi, a NO. col governatorato di Stalingrad, a NE. col A.S.S.R. dei Cosacchi, a SE. s'accosta al Mar Caspio. La sua superficie è di 21.087 kmq. e la popolazione di 508.300 ab. (1924). La densità è di 24 ab. per kmq. Tutto il territorio è attraversato dal Volga, lungo il quale si stende una fascia di terreno fertilissimo, della larghezza da 10 a 40 km. Sulla sinistra del Volga si estende invece una steppa arida, sparsa di laghi salati. La terra nera si trova soltanto nelle oasi. Il clima del governatordto di Astrachan è continentale, con forti escursioni di temperatura e di umidità. La temperatura media annuale è di + 6° (media del gennaio − 11°2, media del luglio + 22°6). La media delle precipitazioni annuali è di - 150 mm.
La popolazione costituita in maggioranza di Grandi Russi (261.000) e poi di Chirghisi (46.000), Tartari (40.000), Ucraini (18.000), Ebrei (4000), Calmucchi (3400), e infine di Tedeschi e Persiani, si addensa lungo le rive del Volga e alle sue foci; mentre il resto del territorio del governatorato è assai scarsamente popolato. L'importanza della regione è data dal commercio di transito che si svolge attraverso il Volga (merci principali: nafta, sale, pesce, pane, legname, pellami, lana) e inoltre dalla pesca e dai giacimenti di sale; notevoli sono pure l'allevamento del bestiame, la coltivazione del tè, il giardinaggio e la viticoltura. La pesca ha importanza nazionale, fornendo più della metà di tutta la produzione peschereccia della U. R. S. S. Nel 1925 si contavano 82 società per la pesca, con una cospicua flotta di velieri e di vapori e con 33.000 uomini; il prodotto fu di 70.000 tonn. L'estrazione del sale, che viene fatta specialmente nel lago Bascunčac, ha pure una certa importanza: nel 1924 la produzione è stata di 320 tonnellate. Il 50% del sale ricavato si adopera localmente per l'industria del pesce. La superficie seminata era, nel 1924, di 85.000 ettari, coltivati specialmente a frumento, ma la produzione non è sufficiente al consumo, e quindi notevoli quantità di cereali debbono essere importate dai vicini governatorati.
Specialmente sviluppato è l'allevamento del bestiame, soprattutto dei bovini (164.700), dei cavalli (45.900), delle pecore (69.000); questi dati sono del 1924. In misura minore si pratica l'allevamento delle capre, dei maiali e dei cammelli. Il terreno coltivato a orti e giardini è di 5500 ettari.
Vicino ad Astrachan è sviluppata la viticoltura, in particolare delle qualità di uva da tavola, che viene esportata nella Russia centrale. Vi sono 241 scuole di primo grado (27.912 scolari) e 20 scuole di secondo grado (9071 scolari). Tutte le scuole tecniche e superiori si trovano nella città di Astrachan.