ASTORGA (A. T., 39-40)
Città della Spagna settentrionale, capoluogo di partido Judicial nella provincia di León, da cui dista 39 km. È posta su un'altura, a 869 m. s. m., presso il torrente Gerga (bacino dell'Esla, affluente del Duero) e conta 6312 abitanti (1920).
Questa città possiede alcune industrie fiorenti, tra le quali quella della fabbricazione del cioccolato è la più importante. Degne di nota sono anche le fabbriche di tessuti di lana e di lino, e quelle di cuoiami. La vita commerciale, pertanto, è attiva, anche perché favorita dal fatto che Astorga si trova sulla ferrovia Madrid-La Coruña ed è capolinea del tronco Astorga-Plasencia: è quindi il centro in cui sboccano le più rapide comunicazioni tra la montuosa Galizia e l'altipiano della Spagna centrale.
Monumenti artistici. - Dell'Asturica Augusta di Plinio, rimangono avanzi nelle mura medievali; un edificio di uso sconosciuto, ora ridotto a carcere; tutto un sistema di fognatura, in parte ancora in uso, e numerosi resti d'architetture e di epigrafi. La Cattedrale (sec. XV-XVI), che presenta nella sua struttura analogie con quelle di Salamanca e di Siviglia, ha la facciata occidentale di stile barocco; il suo "retablo" principale è la massima opera di scultura (1558-1562) di Gaspar Becerra. Tra i suoi cimelî sono particolarmente importanti una Madonna col bambino intagliata in legno (sec. XII); il reliquiario della croce (sec. XIII); gli stalli intagliati (sec. XVI). Il Cimitero possiede un altare del principio del sec. XVI, che aveva tavole della maniera del Pinturicchio. Il Palazzo vescovile è la prima costruzione originale dell'architetto catalano Antonio Gaudí (1889).
Storia. - Nell'antichità, Asturica Augusta apparteneva alla Hispania citerior (Tarraconensis), nella Gallaecia, a mezzodì della catena montuosa dei Cantabrici, nel paese degli Asturi e non lungi da Legio VII Gemina (León). Figura nelle iscrizioni come Asturica o Asturica Augusta (Corp. Inscr. Lat., II, pp. 365, 707, 911); col nome stesso figura ancora nelle monete visigotiche (Heiss, Monnaies eisig., p. 44). Pare debba la sua origine a un accampamento romano: non è certo a quale tribù appartenesse, se alla Quirina o alla Aniensis (Kubitschek, De Ronan. tribuum origine etc., in Abh. d. arch. epigr. Semin., III, Vienna 1882, p: 163); sappiamo però che era sede del Conventus-Asturicensis (Plinio, Nat. Hist., III, 3: Asturica urbe magnifica; It. Anton.; Flor., IV, 12; Anonimo Ravennate, IV, 45; Orosio, IV, 21). Tolomeo (II, 6) la pone nella regione degli Amacos. Per la sua origine aveva un ordinamento particolare ed era retta da due magistri (Corp. Inscr. Lat., II, 2636). Partivano da essa sette importanti strade romane. Dell'antica città restano notevoli avanzi (v. sopra).
Nel sec. III Astorga fu elevata a sede episcopale, qualità che perdette per un certo tempo, ottenendola di nuovo nel 747. Nel sec. V specialmente ebbe notevole importanza nel campo religioso: nelle sue vicinanze l'eresia di Priscilliano trovò numerosi aderenti. Fece parte del regno delle Asturie. Cadde in possesso del re di Navarra nel 1033, per breve tempo, finché nel 1112 fu occupata dagli Aragonesi. Nei secoli seguenti non si registrano avvenimenti degni di nota, durante le guerre napoleoniche, nel 1810, oppose gloriosa resistenza alle truppe francesi del generale Junot, dal 21 marzo al 22 aprile.