Piazzolla, Astor
Compositore argentino e suonatore di bandoneón, nato a Mar del Plata l'11 marzo 1921 e morto a Buenos Aires il 4 luglio 1992. Considerato il grande rinnovatore della tradizione del tango argentino nel Novecento, nel cinema ha portato una gran varietà di ritmi latinoamericani, tanto nelle loro forme tradizionali quanto in versioni moderne. Ha lavorato per il cinema argentino dalla fine degli anni Quaranta, collaborando successivamente anche con registi europei quali Francesco Rosi, Marco Bellocchio, Roman Polanski, Jacques Rivette, Jeanne Moreau.
All'età di tre anni si trasferì con la famiglia a New York dove risiedette fino al rientro in patria nel 1936. Incoraggiato dal padre, cominciò a studiare il bandoneón (strumento di origine europea, analogo alla fisarmonica) con l'ungherese B. Winda e suonò nell'orchestra di A. Troilo. Ancora ragazzo fu chiamato da C. Gardel a collaborare alle musiche del musical El día que me quieras (1935) di John Reinhardt, mentre nel 1940 incontrò A. Rubinstein che ne riconobbe il talento e lo spinse a studiare composizione con A. Ginastera e direzione d'orchestra con H. Scherchen. A partire dalla fine degli anni Quaranta formò e guidò un gran numero di gruppi specializzati e collaborò con musicisti come Gerry Mulligan, Gary Burton, il Kronos Quartet. Nel 1954 una borsa di studio del governo argentino gli consentì di perfezionarsi a Parigi con N. Boulanger e da questa esperienza, segnata anche dai primi contatti con gruppi jazz, trasse le coordinate fondamentali della propria vocazione artistica: la musica della tradizione argentina, il jazz, gli esperimenti della musica europea. Nel 1976 l'insediamento della dittatura militare in Argentina lo costrinse a stabilirsi a Parigi con la famiglia. Sulla base della sua formazione si dedicò all'elaborazione del nuevo tango, portando la danza argentina più tipica e tradizionale nell'alveo della musica da concerto (con versioni personali dei tanghi più noti e tradizionali, nonché con brani di maggior respiro). L'inserimento di accordi inattesi, dissonanze, improvvisazioni, procedimenti fugati e contrappunti, stravolse la fisionomia del tango tradizionale, consolidatasi nell'epoca d'oro, nel periodo tra le due guerre, e attirò su P. l'ostilità dei musicisti tradizionali e in parte del pubblico. Le caratteristiche fondamentali della sua musica, dalla vocazione sperimentale al gioco allusivo e talvolta straniante basato sul particolare uso degli elementi tradizionali, svolgono un ruolo peculiare nelle colonne sonore (genere peraltro non prediletto da P.), alle quali collaborò spesso anche in veste di esecutore.
Tra i lavori per il cinema, da ricordare le musiche per Con los mismos colores (1949) e Bólidos de acero (1950) di Carlos Torres Ríos, Los tallos amargos (1956), Sabado a la noche, cine (1960) e Paula Cautiva (1963) di Fernando Ayala, La boutique (1967) di Luis García Berlanga, Il pleut sur Santiago (1975; Codice 215: Valparaiso non risponde) di Helvio Soto, Lumière (1976; Lumière ‒ Scene di un'amicizia tra donne) di Jeanne Moreau, Cadaveri eccellenti (1976) di Rosi, Enrico IV (1984) di Bellocchio, Tangos, el exilio de Gardel (1985; Tangos, l'esilio di Gardel) e Sur (1988) di Fernando E. Solanas. Brani e canzoni del suo repertorio sono entrati a far parte delle colonne sonore di numerosi film, tra i quali Blue in the face (1995) di Paul Auster e Wayne Wang, Chunguang zha xie (1997; Happy together) di Wong Kar-Wai e The tango lesson (1997; Lezioni di tango) di Sally Potter.
N. Gorin, Astor Piazzolla, Roma 1995; G. Saavedra, Réminiscences du réformateur du tango. La dernière interview d'Astor Piazzolla, in "Dissonance" 1997, 53, pp. 15-20.