astinenza (astinanza)
Nel significato corrente di " astensione " volontaria da cibi a scopo di penitenza o di purificazione, ricorre in Cv IV XVII 4 (la Temperanza... è regola e freno... de la nostra soperchievole astinenza ne le cose che conservano la nostra vita), in Fiore CIV 12, nelle parole di Amore a Falsembiante: Predicar astinenza i' t'ho udito, corrispondenti a " Tu vas preschant astenance " (Roman de la Rose 11232), e, con scambio di suffisso conforme al francese astenance, in LXXXIX 13 E queste son le lor grandi astinanze!, con rilievo fortemente ironico potenziato dalla corrispondenza in rima con le gran pietanze (v. 11). Il termine individua nel Fiore uno dei contenuti principali dell'ipocrisia di Falsembiante, cui, appunto, Costretta Astinenza sempre si accompagna.
Ancora nel Fiore (LI 1), nella perifrasi verbale ‛ aver a. ' (per " astenersi "), strettamente in rapporto con la personificazione di Costretta Astinenza, di cui prefigura il ruolo narrativo: Impresso vo' che tu aggie astinenza / di non andar sovente dal castello. Vedi ASTINENZA COSTRETTA.