ASTEMIO (lat. abstemius, da abs "lontano da, senza" e la radice di temetum "bevanda inebriante"; fr. abstème; sp. abstemio; ted. Abstinenzler; ingl. abstemious)
È chi non beve mai vino né altra bevanda alcoolica. Nell'antichità storica vi furono uomini e anche gruppi di uomini astemî, non per ipotetiche preoccupazioni igieniche, bensì per ragioni religiose o sociali (v. ascetismo; astinenza); così tra gli Ebrei gli astemî erano uomini che intendevano onorare Iddio con le loro astinenze (i Nazirei); di Giovanni il Battista l'Angelo predice: vinum et siceram non bibet, mentre ne designa la missione divina (Luca, I, 15); i Greci ebbero leggi che volevano astemie le donne (Athen., X, 429, a); i Romani furono astemî finché il vino fu merce ricercata sui mercati del Lazio; poi, anche a Roma, fu vietato l'uso del vino alle donne (Plin., Nat. Hist., XIV, 12). Ai giorni nostri esistono leghe di astemî, per lo più fra determinate categorie di persone (ecclesiastici, medici, insegnanti, studenti), intese a rendere più efficace, mediante l'esempio dell'astinenza assoluta, la propaganda contro l'abuso alcoolico; la più numerosa è l'Ordine internazionale dei buoni templari. A una società di medici astemî presiede il Bertholet (Losanna).
Gli astemî godono in diversi paesi sconti sui premî di assicurazione sugl'infortunî, essendo provato che l'alcool eleva la frequenza dei sinistri. In Inghilterra e in Svizzera godono condizioni di favore per l'assicurazione sulla vita, risultando dalle statistiche delle compagnie assicuratrici che gli astemî sono più longevi dei non astemî (presi questi ultimi in complesso, senza distinzione tra bevitori forti e moderati). In realtà solo i forti bevitori, e non i temperanti, sono meno longevi degli astemî (R. Pearl, Alcohol and Longevity, New York 1926). I risultati statistici del Pearl confermano l'opinione, generalmente accettata da fisiologi e igienisti, che, nell'adulto, non l'uso temperato, bensì l'abuso di alcool sia dannoso all'individuo e alla razza. Negli Stati Uniti d'America si ricorse al divieto assoluto di alcoolici, non riuscendosi a imporre la temperanza; ma la Prohibition ebbe effetti discussi. È scientificamente acquisito che l'uso anche moderato di alcool reca danno durante il periodo di crescenza, sul che si basa la proibizione italiana assoluta di somministrare bevande alcooliche, vino compreso, ai fanciulli, negli istituti di educazione e di ricovero, e di venderne ad essi nei pubblici esercizî (art. 23 della legge 10 dicembre 1925 per la protezione della maternità e dell'infanzia). Nelle scuole elementari, secondo l'Ilvento, i fanciulli astemî presentano la percentuale più alta di maggior profitto intellettuale e di migliore sviluppo somatico. Vedi anche la voce alcoolismo.