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assolvere

di Luigi Peirone - Enciclopedia Dantesca (1970)
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assolvere [participio assolto, asciolto e assoluto]

Luigi Peirone

Il verbo è usato due volte nel senso specifico dell'assoluzione sacramentale: finor t'assolvo, e tu m'insegna fare / sì come Penestrino in terra getti (If XXVII 101); assolver non si può chi non si pente (XXVII 118). Non mancano però gli esempi che ci riportano al suo significato primitivo di " sciogliere ", " liberare " genericamente: la donna... mi vide assolto / de l'attendere in sù (Pd XXVII 76; per la variante asciolto in questo passo, cfr. Petrocchi, ad l.); la intellettuale vertude sia bene astratta e assoluta da ogni ombra corporea (Cv IV XXI 8).

Nella forma del participio ‛ asciolto ' (assolti nell'edizione del '21) ricorre in Pd XXXII 44 ché tutti questi son spiriti asciolti / prima ch'avesser vere elezïoni, dove si può intendere " liberi dai legami del corpo ", cioè " morti ", come vogliono parecchi dei commentatori, ma anche " assoluti e liberati dal peccato originale " (Buti), assolti " a vita, vel a poena " (Benvenuto).

In Pd XXV 25 Ma poi che 'l gratular si fu assolto, significa " aver termine ", valore comune al passivo del latino absolvo.

Vocabolario
assòlvere
assolvere assòlvere v. tr. [dal lat. absolvĕre «sciogliere, slegare», comp. di ab- e solvĕre «sciogliere»] (io assòlvo, ecc.; pass. rem. io assolvéi o assolvètti o assòlsi, tu assolvésti, ecc.; part. pass. assòlto). – 1. Liberare da un...
assolviménto
assolvimento assolviménto s. m. [der. di assolvere]. – L’assolvere, nel sign. di compiere adempiendo: l’a. dei proprî doveri.
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