associazione
Fenomeno psichico che si verifica quando uno stimolo richiama alla coscienza del soggetto uno o più eventi.
Le principali variabili connesse ai fenomeni associativi sono: la frequenza con cui compaiono determinate a., il tipo di relazione esistente tra stimolo ed evento associato e il tempo impiegato dal soggetto a completare il processo associativo. L’esperimento tipico per lo studio delle a. è quello in cui lo sperimentatore pronuncia una parola stimolo e il soggetto deve rispondere con la prima parola-reazione che gli viene in mente. Si è visto che alcune a. tendono a presentarsi con una frequenza nettamente più alta delle altre, tanto che in alcuni casi le a. individuali, non usuali, arrivano ad avere un’incidenza inferiore all’1‰. Poiché queste incidenze presentano una notevole costanza, almeno nella stessa popolazione, sono state compilate tabelle che permettono di misurare, attraverso le a. compiute dal soggetto, il suo grado di conformità. Per quanto riguarda il tipo di relazione esistente tra parola-stimolo e parola-reazione, gli studi compiuti in questo senso mostrano che le a. più banali sono quelle basate sulle caratteristiche formali dello stimolo (a. per rima, assonanza, ecc.), mentre quelle contenutistiche, basate sul significato della parola-stimolo, sono in genere più complesse e ricche di implicazioni personali di vario tipo. Si è visto che il tempo di reazione è inversamente proporzionale al grado di conformità delle risposte. Il tempo di reazione presenta, inoltre, andamenti caratteristici negli esperimenti sulle a. controllate. In genere le a. controllate compaiono in tempi più brevi di quelle non delimitate, e negli esperimenti in cui si chiede ai soggetti di produrre fino a esaurimento questo tipo di a. (svuotamento della riserva associativa) risulta che tanto maggiore è l’ampiezza del campo di scelta del soggetto, tanto maggiore è il ritardo delle sue risposte.
Sia la relazione tra stimolo e risposta associativa sia il tempo di reazione sono stati studiati e usati come mezzi diagnostici per l’individuazione di disturbi psichici. C.G. Jung nel 1911 mise a punto una procedura standard basata sulla registrazione dei tempi di reazione e dei disturbi associativi insorgenti in soggetti sottoposti alla lettura di parole-stimolo. A.R. Luria fu in grado di evidenziare, in studi compiuti intorno al 1930, tramite la registrazione di minimi movimenti muscolari, quando il soggetto stava scartando le prime a. in attesa di altre da lui ritenute innocue. S. Freud utilizzó le a. liberamente fornite dai suoi pazienti per superare le difficoltà che un discorso razionale e rigidamente strutturato presenta nel lavoro di progressivo accostamento ai conflitti emotivi. In psichiatria, il disturbo delle associazioni mentali, designato come stato dissociativo, è stato considerato da E. Bleuler, agli inizi del secolo scorso, come la caratteristica fondamentale delle psicosi schizofreniche; tuttavia, questa impostazione non è accettata da parte di diversi indirizzi psichiatrici.