ASSAB (A. T., 116-117)
Città dell'Eritrea, posta sulla baia omonima, a 140 lat. N. e 42°45′ long. E. Greenwich, e capoluogo del commissariato dello stesso nome. Si vuole che questo alluda all'antico regno dei Sabei, che avrebbe avuto qui uno dei suoi stabilimenti commerciali (v. arabia). Assab fu il primo punto della costa africana occupato dall'Italia. Il possesso della baia fu ceduto dal sultano di Raheita al prof. Giuseppe Sapeto il 15 novembre 1869: sulle prime l'acquisto ebbe carattere privato, figurando acquirente la societa di navigazione Rubattino allo scopo di creare un deposito di carbone; più tardi (1882) al territorio, accresciuto per nuovi acquisti, fu riconosciuta la qualità di colonia italiana. Una targa di bronzo fusa da D. Barcaglia ricorda questi avvenimenti: mentre un obelisco sulla collina commemora la strage di G. M. Giulietti e di tredici suoi compagni, assassinati dai Dancali presso Beilul il 10 aprile 1881.
Nella stessa regione Dancala era stato ucciso nel 1884 il funzionario del governo egiziano W. Munzinger, e furono uccisi dipoi Gustavo Bianchi con Diana e Monari, mentre provenienti dal Tigrè stavano per giungere ad Assab.
La città (3500 ab.) ha varî edifici per uso di ufficio (commissariato, caserma, dogana), e per abitazione di privati: ha ufficio postale e stazione radiotelegrafica. L'allieta un vivace boschetto di palme da dattero che vi prosperano assai bene. Assab sorge all'estremo nord (Ras Lumah) di una vasta baia ellittica, che le isole Darmabah e Fatmah, insieme ad altre minori, distaccandosi dall'estremo meridionale (Ras Sintian) contribuiscono a proteggere, ma che rimane alquanto scoperta rispetto ai venti di SE.
Il fondo è ottimo tenitore, la rada è illuminata da un faro della portata di 15 miglia, stabilito sull'isola di Fatmah, e da un secondo faro sul molo, della portata di 7 miglia.
La regione dipendente dal commissariato di Assab comprende la parte meridionale della Dancalia ed è costituita da una striscia di territorio delimitata a nord dal torrente Barallè, che la separa dal commissariato di Massaua, a sud dal torrente Ueima, che mette capo a Ras Dumeira e forma confine con la Costa francese dei Somali, e a occidente da una linea non definita sul terreno, che si mantiene per convenzione a 60 km. dalla costa e serve di confine verso l'Etiopia.
Si tratta di un territorio arido e desolato, occupato in gran parte da coni vulcanici e colate laviche, sui quali dominano verso sud il Mussa Ali (m. 2063) estinto o quiescente, a nord il Dubbi (m. 1580 s. m.) ancora attivo. Il clima estremamente asciutto e caldo (Assab: temperatura media del luglio 35°5, del febbraio 25°5), consente la formazione di scarsi torrenti, attivi solo dopo i rari e irregolari acquazzoni: lungo questi torrenti si addensa la magra vegetazione, tra cui notevole la palma dum a cespuglio (Hyphaene dancaliensis). Le popolazioni, concentrate specialmente nei villaggi della costa (Raheita presso il confine sud, Margable a sud di Assab, Beilul sulla baia omonima, Beheta e Barasolì o Bahar Assalè sulla baia dello stesso nome) sono Afar (Dancali) e si dedicano soprattutto alla pesca e al commercio né hanno altra industria che quella dei lavori in foglie di palma (stuoie, corde, ecc.). In città vivono anche alcuni commercianti arabi, indiani ed ebrei. La posizione di Assab, dal punto di vista commerciale, è ottima, per la sua vicinanza ai mercati dell'Etiopia centrale, cui la collegano carovaniere relativamente comode e sicure, mentre la breve distanza che la separa dai porti dell'Arabia (Moca è in faccia, ad appena 40 miglia) la rende particolarmente adatta al commercio di transito. E difatti, dopo un lungo periodo d'inattività, dovuto a cause diverse, in seguito agli accordi recentemente stabiliti fra l'Eritrea e lo Yemen, Assab ha avuto una vivace ripresa: il suo commercio carovaniero col Biru, con l'Aussa, con Tagiura, con gli Uollo Galla, ascese nel 1925 a un valore di 9.589.000 lire, di cui 2/3 all'importazione (prevalentemente pelli, burro, miele, bestiame) e 1/3 all'esportazione (specialmente tessuti, cereali, petrolio, ferro smaltato ecc.). Per via di mare s'importano (nel 1925 per quasi 5 milioni di lire) tessuti, riso, datteri, dura; si esportano (per 2, 3 milioni di lire) pelli, burro, cordami, tessuti. Finalmente il commercio di transito figura per un valore di 10,5 milioni. Gli scambî, con l'Arabia in particolare, ascesero ad un valore di 3,5 milioni di lire. Complessivamente i traffici, sempre nel 1925, toccarono la cifra di 27,5 milioni di lire, più che doppia rispetto a quella del 1924 e decupla di quella del 1923.
Bibl.: G. Sapeto, Assab e i suoi critici, Genova 1879; A. Issel, Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, IV ed., Milano 1885; P. Felter, La regione di Assab, in Atti Parlamentari, leg. XXIII, sess. 1909-13; L. Cufino, Nel Mar Rosso, Napoli 1914.