corpo, aspetti psicologici del
Tutti gli eventi mentali hanno sempre un correlato anatomo-fisiologico somatico oltre che un correlato cerebrale, e il corpo è il contesto in cui si producono tutti gli eventi psichici.
Il cervello è strettamente e bidirezionalmente connesso con il resto del corpo in molteplici modi, percependone continuamente lo stato e il funzionamento, anche al di là della nostra consapevolezza. Per mezzo del sistema nervoso periferico (nelle sue componenti somatica e autonomica), fibre nervose che partono dal midollo spinale o che afferiscono a esso inviano informazioni dagli organi interni e dai recettori sensoriali cutanei e viscerali al cervello e viceversa; in partic., il sistema nervoso periferico veicola a tutti gli organi impegnati nel mantenimento dell’omeostasi (cuore, polmoni, ghiandole, visceri, ecc.) le istruzioni del sistema limbico. Nel giro postcentrale della corteccia parietale è contenuta la rappresentazione neurale somatotopica del corpo, dove ad aree e organi di maggiore importanza (per es., la bocca o le dita) è assegnato un maggior numero di neuroni. Inoltre, le connessioni tra sistema nervoso e sistema endocrino permettono al cervello, per mezzo della secrezione ormonale, di influenzare il funzionamento e lo sviluppo di tutti gli organi e i tessuti del corpo e di ricevere da questi informazioni di ritorno. Al centro di questa complessa rete neuronale si trova l’ipotalamo, che con i suoi numerosi nuclei e centri nervosi fa da relais tra corteccia cerebrale e sistema limbico, e tra il sistema nervoso e quello endocrino. Le scoperte neuroanatomiche di David L. Felten negli anni Novanta del secolo scorso hanno dimostrato che il sistema nervoso simpatico innerva anche organi linfatici (milza, linfonodi, midollo osseo), dove contrae sinapsi con i linfociti; questi, a loro volta, possiedono sulla membrana citoplasmatica recettori specifici per i principali neurotrasmettitori, ormoni e peptidi neuroendocrini, e secernono alcuni di tali peptidi (come le endorfine, il TSH e il GH). Infine, le cellule immunitarie (macrofagi, linfociti T, linfociti natural killer) secernono nel circolo sanguigno speciali molecole, le citochine, che vengono captate dal cervello e dall’ipotalamo in partic., influenzandone il funzionamento (➔ psiconeuroendocrinoimmunologia). Tutto ciò significa che corpo e cervello sono aspetti diversi ma strettamente correlati dell’organismo, inteso come unità funzionale indissolubile.
Lo schema corporeo (➔) è una rappresentazione mentale (in parte conscia e in parte inconscia) della forma, posizione e stato del nostro corpo nello spazio, in cui convergono percezioni visive di parti della superficie del nostro corpo, sensazioni tattili, termiche, dolorose, vestibolari, cinestesiche (cioè derivanti dagli stiramenti e contrazioni della muscolatura, delle guaine muscolari e dalle giunture muscolo-scheletriche) e sensazioni di origine viscerale. Questo costrutto, studiato da Paul F. Schilder intorno al 1935, enfatizza soprattutto l’esperienza immediata e soggettiva del corpo, costruita a partire da sensazioni che però trascende contribuendo alla costruzione dei vissuti personali di identità psicologica; a tale esperienza sono associati, secondo Schilder, sia aspetti pulsionali, libidici e aggressivi dell’individuo, sia rappresentazioni sociali di quello che viene culturalmente considerato un ‘corpo normale’.
Sigmund Freud sostiene che all’origine della vita il nostro Io (➔) è un Io corporeo, intendendo che il corpo è nella mente – come schema, immagine, rappresentazione di sé – e la mente, per contro, abita il corpo, a vari livelli di consapevolezza e di integrazione, in ogni sua parte: nelle circonvoluzioni cerebrali come nei visceri, nella muscolatura scheletrica come nella pelle. Successivamente, nel corso dello sviluppo, le articolazioni più raffinate del pensiero e dell’astrazione sempre coesistono e si declinano con i livelli più arcaici e concreti, consci, preconsci e inconsci, al confine con il biologico. In psicoanalisi si parla oggi di immagine corporea, un concetto energetico e dinamico intrecciato, ma non sovrapponibile a quello di schema corporeo. L’immagine corporea è la rappresentazione intrapsichica di sé, come risultato dell’integrazione dei dati sensopercettivi con le fantasie prevalentemente inconsce che ciascuno fa sul proprio corpo, modulate secondo le esperienze affettive e relazionali; di come cioè siamo stati vissuti e ci è stata rimandata la nostra immagine dalle persone significative della nostra vita, prevalentemente nelle età precoci. L’immagine corporea è sottoposta a una continua opera di trasformazione, trascrizione, riorganizzazione, in ordine alle mutazioni reali del corpo (crescita, sessualità, maternità, vecchiaia, malattia, ecc.), che ci obbligano a venire a patti con l’immagine ideale di noi stessi. Più che la registrazione fedele di ‘fatti’ somatici, l’immagine corporea è il risultato di un travagliante negoziato tra fantasie e realtà, in direzione normale o patologica (ipocondria, dismorfia, delirio sul corpo). Heinz Hartmann e Phyllis Greenacre, nell’ambito della cosiddetta psicologia dell’Io, hanno indagato l’immagine corporea come costituzione dei ‘confini dell’Io’, mentre altri autori, da Karl Abraham a Melanie Klein, secondo il modello delle relazioni d’oggetto (➔ oggetto/soggetto), ne hanno sottolineato le vicissitudini relazionali.
Wilhelm Reich, seguace di Freud della prima ora, emigrato dall’Europa negli Stati Uniti come molti pionieri della psicoanalisi a seguito delle persecuzioni naziste, si distaccò in seguito sia dalla psicoanalisi, sia dal marxismo. Diede vita alla cosiddetta psicoterapia bioenergetica, basata sul presupposto dell’identità funzionale fra tensione muscolare e blocco emotivo, che si manifesta tanto nella struttura e nella postura corporee quanto nell’espressione della personalità. Secondo tale approccio, l’individuo vive in un ambiente repressivo e autoritario che frustra il bisogno di sensazioni piacevoli e di appagamento sessuale. La frustrazione produce una reazione di collera e la paura del piacere stesso; il conflitto tra desiderio e repressione stimola il sistema nervoso simpatico, generando una condizione di ipertonia cronica del simpatico, che è considerata la principale causa di nevrosi. Tale condizione, definita corazza caratteriale, consiste nel fatto che l’ipertonia simpatica pone l’individuo in un costante atteggiamento difensivo e di allerta contro il mondo esterno (vissuto come invasivo), il quale limita la libertà dell’organismo dando origine alle varie malattie: la repressione degli impulsi emozionali piacevoli (misti di vissuti corporei e mentali) produce una serie di blocchi psicosomatici che si organizzano con il tempo in atteggiamenti corporei di blocco e di difesa. Le idee di Reich sulla corazza caratteriale e sul rapporto mente-corpo sono entrate a far parte dei criteri diagnostici e terapeutici di molti modelli psicoterapeutici. Non hanno avuto seguito invece alcune sue bizzarre teorie ed esperienze quali la macchina orgonica destinata a produrre l’orgasmo del paziente.