ASPERITAS
Termine tecnico della retorica per indicare una lexis o compositio piena di movimento, di ineguaglianze, di espressioni rudi e forti valorizzate da altre più lisce e molli (Seneca, Ep., 114). Il termine (τραχύς, asper, ecc.) passa poi nel linguaggio critico delle arti belle, specialmente nella musica, ma anche nella plastica, nella pittura e nell'architettura. Vitruvio (iii, 9, 3) dice, ripetendo un'opinione del suo maestro ellenistico Hermogenes, che il colonnato conferisce un aspetto grandioso al tempio greco appunto per la ineguaglianza di "pieno" e di "vuoto" tra colonna e intercolunnio: ut aspectus propter asperitatem intercolumniorum habeat auctoritatem (cfr. vii, 5, 5, a proposito di uno scenario dipinto a Tralles con forti effetti scenografici). Parimenti Virgilio (Aen., ix, 263), per citare un solo esempio: argento perfecta atque aspera signis dove il termine asper non è inteso a diminuire il valore dell'argento, ma ne caratterizza la forma e il pregio artistico.
Analogamente, per la musica, Aristotele (Probl., 19, 49), sostiene il punto di vista che il canto, il melos, di natura sua molle, dolce e tranquillo, diventa aspro e mosso (τραχὺς καὶ κινητικόν) quando vi si uniscono i metri con le brevi, le lunghe, le cesure e così via; quando cioè il melos diventa rhythmos.