Vedi ASINE dell'anno: 1958 - 1994
ASINE (᾿Ασίνη, Asĭne)
Città dell'Argolide che fu fondata, stando alla tradizione (Paus., iv, 34, 9-11; Strab., viii, 6, 12), dai Driopi venuti dalla Tessaglia. In lotta con Argo, a fianco di Sparta, durante la prima guerra messenica, fu rasa al suolo dagli Argivi, i quali risparmiarono soltanto il tempio di Apollo Pötheos (Paus., ii, 36, 4; iii, 7, 4). Ai superstiti era attribuita la fondazione di A. di Messenia (Paus., iv, 34, 9 ss.; Diod., iv, 37, 2; Eust., Ad Il., ii, 560). Già ricordata nel catalogo omerico delle navi, insieme ad altre città dell'Argolide, come città posta "su un golfo profondo" (Il., ii, 559-60) e localizzata con sufficiente precisione da Strabone (viii, 6, 3 ed 11) e da Pausania (ii, 36, 4; iv, 34, 12), l'antica A. fu identificata, verso la metà del secolo scorso, da E. Curtius (Peloponnesos, ii, p. 465 ss.) con le imponenti rovine esistenti ad 1 km circa dal porto di Tolon a S-E di Nauplia, in località Kastraki. Gli scavi condotti da missioni svedesi in cinque campagne successive, fra il 1922 ed il 1930, hanno messo in luce, su un piccolo promontorio roccioso (m 350 × 140), per due terzi circondato dal mare, una cittadella difesa da una poderosa cinta muraria, a grossi blocchi e quasi tutta in bella opera poligonale, della quale avanzano ancora torri e bastioni. Tanto questa cinta quanto quella che circonda la città bassa - posta sulla stessa roccia su cui sorge l'acropoli, ma presso il mare, in una zona degradante a terrazze - sono di età ellenistica con rimaneggiamenti romani ed anche veneziani. Non mancano però avanzi di fortificazioni più antiche, e sull'acropoli la torre detta "del principe ereditario", in opera ciclopica, risale probabilmente al periodo dello Stile Geometrico. Il periodo Elladico Antico, quello Medio, il Recente, quello Protogeometrico e quello Geometrico sono largamente rappresentati nei resti di abitazioni messe in luce tanto sull'acropoli quanto nella città bassa. E poiché dopo la distruzione del 700 circa la vita riprese nel sito dell'antica città nel III sec. a. C., dopo uno hiatus che comprende il periodo arcaico e quello classico, A. ci ha restituito anche numerosi avanzi di età ellenistica (si ricordino le imponenti opere di fortificazioni) e di età romana (notevole un edificio termale nella bassa città). Delle numerose sepolture di ogni età, venute alla luce un po' dovunque nell'area dello scavo, sono principalmente da ricordare otto tombe scavate nella roccia sui fianchi del vicino Monte Barbuna a N-O della città e facenti parte di due vaste necropoli micenee esplorate solo in piccola parte. Particolarmente ricco il corredo delle tombe I, 1, 2, 7, dalle quali provengono una grande quantità di ceramica finemente decorata e numerosi gioielli ed oggetti di oro ed avorio; singolare il soffitto della tomba I, 2, tagliato a doppio spiovente. Infine sulla sommità del Monte Barbuna sono state rinvenute, fra l'altro, le fondazioni di un piccolo tempio arcaico, probabilmente quello di Apollo Pötheos ricordato da Pausania.
Bibl.: O. Frödin-A. W. Persson, A., Stoccolma 1938; G. Weicker, in Die Antike, XV, 1939, pp. 265-71; A. W. Persson, in Eranos, XLIV, 1946, pp. 1-13; V. Miloscic, in Jahrbuch, LXV-LXVI, 1950-51, p. 71 ss.; E. Kirsten-W. Kraikfer, Griechenlandkunde, Heidelberg 1955, p. 238.