Vedi ASINE dell'anno: 1958 - 1994
ASINE (v. vol. I, p. 716)
Nuovi scavi sistematici da parte dell'Istituto Svedese ad Atene, sia a E dell'acropoli, a Kastraki (1970-74), che nell'area del colle di Barbouna (1971-78, 1985 e 1989), e scavi di emergenza del Servizio Archeologico Greco insieme al riesame del materiale proveniente dalle precedenti indagini archeologiche (1922-30), hanno allargato e completato in modo considerevole la conoscenza della storia della frequentazione del sito.
Nel podere Karmaniola, nella piana a E dell'acropoli, i resti più antichi sono costituiti da tombe medioelladiche a cista, che formano una necropoli attorno a un tumulo di pietre. In età protomicenea quest'area non fu più utilizzata per le sepolture, ma divenne parte dell'insediamento. A giudicare dalla ceramica rinvenuta (i resti di strutture murarie sono scarsi) la frequentazione continuò senza interruzioni di rilievo fino al passaggio tra il Submiceneo e il Protogeometrico.
Diversi edifici, sia absidati che rettangolari, risalgono al periodo protogeometrico, cui appartengono anche poche sepolture di fanciulli entro l'abitato; seguì poi un insediamento geometrico. Dopo la distruzione e l'abbandono del sito intorno al 700 a.C., tre tombe databili all'inizio del V sec. attestano che l'area non era stata del tutto abbandonata nei tre secoli precedenti il nuovo insediamento del 300 a.C. circa. La ceramica e una tomba a cappuccina di età ellenistica sono le tracce di frequentazione più recenti in questo settore.
Nel tratto inferiore del versante SE del colle di Barbouna, di fronte alla città bassa circondata dal suo muro ellenistico, frammenti di ceramica fanno pensare a una frequentazione già nelle età neolitica e protoelladica. Nel periodo medioelladico una necropoli esterna all'abitato si estendeva su diverse terrazze. Ai piedi del colle, tuttavia, sono i resti di un insediamento contemporaneo con altre sepolture, alcune delle quali in tombe a cista di buona fattura. Nel periodo miceneo (Tardo Elladico IIB-IIIAl) la parte inferiore del versante apparteneva all'insediamento che si estendeva fin qui dalla città bassa, con alcune installazioni artigianali.
L'area fu abbandonata nel Tardo Elladico IIIB e rimase tale fino alla fine dell'VIII sec., quando vi venne eretto un edificio absidato. Più in alto lungo il pendio, dove da tempo sappiamo esisteva una necropoli geometrica, gli scavi hanno portato alla luce costruzioni tardogeometriche connesse ai riti funerari della necropoli; di particolare interesse sono tre piattaforme circolari, rivestite di pietra, circondate da grandi quantità di ceramica geometrica argiva di ottima qualità (per il culto degli antenati?). Attorno al 700 a.C. abbiamo poi la consueta interruzione. In età ellenistica l'area riprese a essere utilizzata per le sepolture, prevalentemente in tombe a cappuccina, con corredi di unguentaria e alabastra. Interessante è la presenza, in diverse tombe, dell'obolo di Caronte.
Sulla sommità del colle di Barbouna, nel 1985, è stato esplorato un sistema di muri di fortificazione attorno al Tempio di Apollo Pizio, costruito tra la fine del periodo tardogeometrico e l'inizio di quello protoarcaico. Un deposito di fondazione costituito da crateri tardo-geometrici data la sua costruzione alla fine dell'VIII secolo.
Nella necropoli micenea sul versante NE del colle di Barbouna, il Servizio Archeologico Greco ha scavato altre due tombe a camera ricche di ceramica.
Un riesame delle terme romane nella città bassa ha permesso di datare la loro costruzione attorno al 400 d.C.
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