ASINARI di San Marzano, Alessandro
Figlio di Guido e di Carolina Asinari di Bernezzo, dama di palazzo della regina di Sardegna Maria Teresa, nacque a Torino il 20 maggio 1830. Compiuti i corsi dell'accademia militare (1844-48), ne uscì sottotenente di cavalleria (24 marzo 1848) e prese parte alle campagne del 1848-49 contro l'Austria, meritando a Novara una medaglia d'argento. Partecipò in seguito a tutte le guerre del Risorgimento: fu in Crimea, ove venne ferito alla Cernaia; nel 1859 guadagnò a S. Martino una seconda medaglia d'argento; nel 1860 ebbe la promozione a maggiore per merito di guerra per la sua condotta a Castelfidardo e la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia per la sua azione a Gaeta. Capo di Stato Maggiore della divisione Bixio nella guerra del 1866, quale colonnello di Stato Maggiore fu alla spedizione di Roma del 1870.
La figura dell'A. è tuttavia principalmente legata alla campagna d'Africa dell'inverno 1887-1888.
Nell'ottobre 1887 il governo italiano, presieduto dal Crispi, per ristabilire il prestigio delle armi italiane in Africa, dopo Dogali, aveva deciso di inviare una spedizione militare in aggiunta alle truppe di stanza colà. Benché la missione Portal non fosse ancora giunta a termine, la mediazione inglese fra l'Italia e il negus Giovanni poteva considerarsi fallita; pertanto il 26 ottobre venivano conferiti all'A., che aveva nel 1883 raggiunto il grado di tenente generale, i pieni poteri civili e militari e il comando del corpo di spedizione, che, ai primi di novembre, partiva per il Mar Rosso, per costituire, col presidio già in Africa, una forza di circa 20.000 uomini. L'A., sbarcato a Massaua l'8 novembre, assunse il giorno seguente il comando e, attenendosi strettamente alle istruzioni ricevute, provvide da una parte a raccogliere notizie sulle mosse e sul numero degli Abissini, dall'altra a realizzare i lavori della ferrovia Moncullo-Saati, proteggendola via via col graduale avanzare delle truppe. Il 1° febbr. 1888 Saati era saldamente occupata e il 15 marzo la ferrovia era completata, mentre una sicura sistemazione difensiva poteva opporre un saldo ostacolo alle velleità dell'avversario. L'A., sulla base di informazioni forse esagerate circa il numero delle truppe del negus Giovanni, mantenne una condotta estremamente cauta; il negus intanto, sceso dall'altopiano in una zona povera di risorse a poca distanza dalle linee italiane, chiedeva pace con una lunga lettera, che l'A. si affrettava a trasmettere a Roma (29 marzo). Le condizioni richieste dall'Italia parvero compromettere il prestigio del capo abissino, che le respinse e cercò quindi invano di attirare a battaglia campale le truppe del corpo di spe_ dizione fidando nella propria superiorità (circa 80.000 uomini). Il 3 aprile il negus, a causa della minaccia dei dervisci e soprattutto della fame, iniziò la ritirata, abbandonando la partita. Benché senza vittoria in campo il corpo di spedizione, ottenuti gli scopi affidatigli, il 2 maggio rimpatriava. Non poche polemiche furono sollevate sull'azione dell'A., giudicata eccessivamente prudente: nel complesso però essa segnò un momento positivo della nostra politica coloniale.
Il 20 apr. 1890 l'A. veniva nominato comandante del Corpo d'armata di Roma e il 4 genn. 1894 senatore. Una modesta esperienza parlamentare, schierandosi con la Destra, aveva già compiuto nel corso della XI e XII legislatura (1872-1876), rappresentando alla Camera il collegio di Nizza Monferrato; nel ministero del Rudini (14 dic. 1897-26 giugno 1898) e nel successivo ministero Pelloux (29 giugno 1898-14 maggio 1899) ebbe il portafoglio della Guerra, partecipando alle più importanti decisioni del governo in politica estera (trattato di commercio con la Francia, 21 nov. 1898) e interna (progetto di leggi eccezionali, 4 febbr. 1899). Nel 1899 chiedeva di essere collocato a riposo.
Fu primo segretario dell'Ordine mauriziano e ricevette (1901) la croce di cavaliere dell'Ordine supremo della SS. Annunziata. Morì a Roma il 16 febbr. 1906.
Fonti e Bibl.: L. C., Il gen. A. nobile dei conti di San Marzano..., in Riv. militare, LI(1906), pp. 536-39 (necrologio); A. Manno, Il Patriziato subalpino, I, Firenze 1895, vip. 98 s.; F. Crispi, La prima guerra d'Africa, Milano 1914, pp. 37-39, 41-51 (è qui pubblicato il diario dell'A. sulla spedizione); E. Bellavita, Adua. I precedenti, la battaglia, le conseguenze (1881-1931), Genova 1931, pp. 46-52, 55-57; C. Zaghi, Le origini della colonia Eritrea, Bologna 1934, pp. 155 s.; R. Ciasca, Storia coloniale dell'Italia contemporanea. Da Assab all'Impero, Milano 1940, pp. 171 s.; R. Battaglia, La prima guerra d'Africa, Torino 1958, vedi Indice (con indicazioni archivistiche e bibl.).