ASIARCA (ἀσιάρχης)
Alto magistrato della provincia romana di Asia. Le sue qualità e attribuzioni sono state assai discusse e ancora non sono del tutto sicure; per molto tempo s'è identificato col "gran sacerdote dell'Asia" (ἀρχιερεὺς 'Ασίας; v. archiereus), nelle ultime accurate indagini invece si sono messi in luce diversi elementi distintivi delle due cariche. L'asiarca ha un ufficio di carattere civile, è una specie di deputato (σύνεδρος) delle varie città d'Asia all'assemblea della provincia; perciò vi possono essere contemporaneamente più asiarchi, anche in una sola città. Il loro mandato al concilio dura pochi giorni all'anno, e perciò la carica non esclude altri contemporanei impieghi civili e sacri. L'asiarcato dura probabilmente un solo anno, a ogni modo non è vitalizio; sembra che esso non sia mai stato affidato alle donne. La carica, assai onorifica, e che spesso viene nominata nelle iscrizioni fra i titoli dei genitori e degli antenati, per le spese che comportava non poteva essere assunta che dai cittadini più facoltosi e delle principali famiglie delle singole città; si diede più volte il caso che un asiarca allestisse a proprie spese giuochi ginnici e gladiatorî; talvolta un asiarca era preposto dal concilio alla giurisdizione civile sopra uno dei templi della provincia, e aggiungeva una tale qualità al suo titolo: p. es. ἀσιάρχης ναῶν τῶ ἐν 'Εϕέσῳ.1. La carica cessò dunque probabilmente con la scomparsa della provincia di Asia, verso la fine del sec. III dopo Cristo.
Bibl.: Perrot, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, I, p. 467 segg.; Brandis, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, colonna 1564 segg.; D. Vaglieri, in De Ruggiero, Dizionario epigrafico, I, pagina 728 segg.