ASIA (᾿Ασία)
Figlia di Oceano e di Teti, moglie di Giapeto e madre di Atlante, Prometeo, Monoitios. È considerata dalle fonti antiche l'eponima del continente A. e come tale appare nell'arte figurata. La più antica personificazione di A. a noi giunta è sul vaso àpulo detto di Dario nel museo di Napoli: A. è rappresentata seduta, con indosso un lungo chitone e lo himàtion, scarpette persiane ai piedi, con una grande corona adorna di palmette sul capo ed un grande scettro nella sinistra. Il vaso è databile al 330 a. C. circa.
In un denarius romano repubblicano si è voluto riconoscere A. nella figura inginocchiata davanti al console Marco Stazio, ma l'identificazione non è assolutamente certa.
Sotto Adriano, in occasione del viaggio dell'imperatore nella provincia (Spart., Vita, 13, 1; 13, 6), furono emessi tre tipi di monete esaltanti la provincia, l'adventus dell'imperatore e l'imperatore stesso come restitutor. Nelle monete del primo tipo, A., vestita di chitone e himàtion, ha nella destra una roncola, nella sinistra un timone, mentre il piede destro poggia sulla prua di una nave. Nelle monete del secondo tipo, A. ha una corona turrita sul capo ed uno scettro nella sinistra. Le monete del terzo tipo si dividono in due serie: 1) A., vestita di chitone ed himàtion si inginocchia a sinistra; 2) A., nello stesso abbigliamento, regge un timone e s'inginocchia a destra, mentre una prua appare dietro di essa. Sotto Antonino Pio abbiamo un tipo solo di A.: A. con chitone e himàtion e corona turrita sul capo regge un'ancora nella sinistra ed un diadema nella destra, posando il piede sulla prua di una nave.
A. è raffigurata insieme ad Africa ed Alessandria nell'affresco della Casa del Menandro, a Pompei.
Bibl.: Vaso di Dario: Furtwängler-Reichhold, tav. 88. Moneta repubblicana: H. A. Grueber, Coins of the Roman Republic in the British Museum, Londra 1910, II, p. 485; III, tav. CXII, 10. Monete adrianee ed antonine: Mattingly-Sydenham, The Roman Imperial Coinage, II, p. 374, n. 301, tav. XIII, 268; p. 452, n. 880; p. 464, nn. 945, 946; III, p. 105, n. 579. Affresco pompeiano: G. E. Rizzo, Pittura ellenistico-romana, Milano 1929, tav. LXXXIII; J. M. C. Toynbee, The Hadrianic School, Cambridge 1934, p. 49 e passim.