ASHIKAGA
Città del Giappone (circa 30.000 ab.), nella provincia di Tochigi (ant. Shimotsuke). È famosa per aver dato il nome al ramo della famiglia dei Minamoto che resse il governo sciogunale dal 1338 al 1573. Ha rinomate tessiture di seta, specialmente di crespo (chirimen) e di itoori, che è una stoffa pesante per abiti invernali. Vi si trovano ancora gli avanzi della Ashikagagakkō, un'antica accademia di studî classici cinesi, fondata secondo la tradizione da Ono Takamura (801-852) verso il principio del sec. IX. La sua fondazione è invero attribuita anche ad altri, i quali piuttosto la protessero o la riformarono, come Ashikaga Yoshikane (1147-1196), Ashikaga Takauji (1305-1358), ecc. Comunque, dopo varie vicende di prosperità e di decadenza, essa trovò il suo gran patrono nel potente daimyō Uesugi Norizane (morto nel 1466), che la riorganizzò e dotò di terreni, facendone una vera e propria università, e mettendovi come rettore il dotto prete buddhista Kwaigen, della setta rigida e mistica di Zen, alla cui influenza non si poté più sottrarre. Uesugi donò alla scuola preziosi manoscritti e rare opere a stampa, che aveva fatti espressamente ricercare in Cina, riuscendo anche per ciò ad attrarvi un cospicuo numero di studenti e di eruditi da tutte le parti del Giappone, proprio quando gli altri centri di studio si trovavano in piena rovina per le guerre civili che insanguinavano allora il paese. I primi scioguni Tokugawa protessero questa scuola, ma poi la loro politica tendente ad accentrare a Edo ogni istituzione di valore nazionale fece sì che nel sec. XVII l'accademia di A. venne perdendo ogni importanza sino a decadere completamente. Oggidì si conserva ancora in buona parte la ricca biblioteca, che costituisce un fondo prezioso, d'immenso valore bibliografico, soprattutto per le molte edizioni dell'epoca dei Sung (960-1280), introvabili nella stessa Cina. Un'associazione si è formata di recente per restaurare i locali storici della celebre accademia e tutelare l'inestimabile patrimonio bibliografico ivi raccolto, curando l'ordinamento e lo studio di esso, e la stampa delle opere inedite o rare. Nella scuola, oltre alle statue di Confucio e del fondatore Ono Takamura, di notevole valore, si conservano tuttora i ritratti degli scioguni della dinastia Ashikaga.
Dinastia Ashikaga. - Ramo della famiglia dei Minamoto, che ha dato al Giappone 15 scioguni dal 1338 al 1573, e cioè:
La famiglia ebbe origine verso il 1150 con Yoshiyasu, nipote di Minamoto Yoshie. Si racconta che questi avesse lasciato scritto che sarebbe rinato, reincarnandosi in un pronipote della settima generazione, per conquistare l'impero, e che Ietoki, suo pronipote della settima generazione, furioso perché il vaticinio non si era verificato, si recasse segretamente al tempio di Hachiman, e vi si uccidesse, implorando il dio della guerra perché, in grazia del suo sacrificio, fosse dato a un suo discendente di conquistare l'impero entro tre generazioni. Takauji, suo nipote diretto, compì questo voto, e iniziò la dinastia sciogunale degli Ashikaga. La storia di questa può dividersi in tre periodi: nel primo, che va dal 1338 al 1380, si fonda e consolida la potenza degli Ashikaga; nel secondo questa potenza, pur essendo universalmente riconosciuta, non riesce a pacificare il paese; anzi, essendo essa esercitata per mezzo di vicarî, la lotta fra i daimyō si fa tremenda per conquistare la carica di vicario; infine nel terzo periodo, che va dal 1472 al 1573, l'autorità degli ultimi Ashikaga non è che una semplice parvenza, ed è a mala pena riconosciuta a Kyōto. Takauji, che era stato incaricato dal reggente di Kamakura, Hōjō Takatoki, di combattere contro l'imperatore Go-Daigo, rifugiatosi sul monte Kasagi, si dichiarò per l'imperatore e contribuì con le sue forze a ristabilirlo sul trono e a distruggere la potenza degli Hōjō. Ma in seguito, scontento del trattamento ricevuto, si proclamò egli stesso scioguno, ma venne sconfessato dall'imperatore. Allora, con l'aiuto dei suoi numerosi partigiani, Takauji s'impadronì della capitale, costrinse alla fuga l'imperatore Go-Daigo e, dopo averlo dichiarato decaduto, mise al suo posto Kōmyō, dando così origine allo scisma dinastico durato 56 anni, che si concluse nel 1392 con l'abdicazione della dinastia meridionale, combattuta dagli Ashikaga, grazie all'abile politica del terzo scioguno Yoshimitsu. Questi è senza dubbio la figura più grande degli Ashihaga. Non solo egli riuscì a far cessare lo scisma dinastico, ma pacificò il paese, riorganizzò il governo, domò i pirati che infestavano i mari e impedivano ogni traffico, strinse eccellenti rapporti con la Cina dei Ming. Dopo aver abdicato nel 1394, continuò di fatto a governare il paese dal fastoso Padiglione d'Oro (Kinkakuji), che s'era fatto costruire su una collina di Kyōto. Altra figura notevole, anche se di minore statura, fu l'ottavo scioguno Yoshimasa, che sostenne per sette anni una guerra sanguinosissima contro il proprio fratello Gijin, devastando completamente Kyōto e i paesi vicini. Yoshimasa, spirito raffinato, amatore di arte e di poesia, visse circondato da una corte di poeti e d'artisti, mentre nel paese ardeva la guerra più cruenta forse che la storia nipponica ricordi. Sono del suo tempo le opere liriche conosciute in Europa con la denominazione di nō, la "cerimonia del tè" (cha-no-yū), i renga (certami poetici), e molti altri giuochi letterarî, nonché il rinascimento e il rinnovamento della pittura e delle helle arti in genere. Nel terzo periodo gli scioguni sono gli zimbelli del luogotenente provinciale o kwanryō, e la lotta si sposta non più per la nomina a scioguno, ma per quella a kwanryō, e ogni aspirante a questa carica ha pronto un uomo degli Ashikaga da proclamare scioguno, per esserne investito kwanryō. Se Cristoforo Colombo fosse giunto in Giappone, come sognava, non avrebbe trovato il Zipangu, tanto decantato da Marco Polo, ma una terra devastata e in disordine, dove l'imperatore non aveva più nessuna autorità, e lo scioguno stesso, usurpatore militare del potere imperiale, era divenuto debole trastullo dei potenti daimyō che si combattevano ferocemente fra loro. La lotta di predominio si concluse con il sorgere e l'affermarsi del famoso condottiere Oda Nobunaga, uno degli aspiranti kwanryō, il quale, dopo aver sgombrato il terreno dai suoi rivali, finì con lo spodestare l'ultimo scioguno, Yoshiaki, nel 1573. Durante questo desolato terzo periodo, per la prima volta, nel 1541 o 1542, misero piede in Giappone alcuni Europei, e precisamente i portoghesi Mendez Pinto, Diego Zaimoto e Cristobal Baralho. Piu̇ tardi (1549) arrivò S. Francesco Saverio, e cominciò l'opera di propagazione della fede cristiana, favorita da Oda Nobunaga, il quale pensava di servirsene per abbattere la troppo grande potenza del buddhismo, specialmente della setta di Zen, che era stata enormemente protetta da tutti gli scioguni Ashikaga. La prima chiesa cattolica fu fondata a Hirado nel 1564. Il periodo degli Ashikaga è conosciuto dai giapponesi anche con il nome di Muromachijidai, ossia epoca di Muromachi, dal nome del palazzo di Kyōto dove risiedevano gli scioguni.