ASHANTI (A. T., 109-110-111)
Territorio sotto la giurisdizione del governatore inglese della Costa d'Oro, rappresentato nella capitale, Kumasi, da un commissario-capo. Il territorio è limitato a sud da quello della Costa d'Oro (v.), al nord dai cosiddetti Territorî del nord, governati nello stesso modo, ma considerati come protettorato. Il confine tra l'Ashanti e i Territorî del nord corre all'incirca lungo l'8° parallelo N.; a E. e ad O. l'Ashanti confina con i territorî francesi del Dahomey e della Costa d'Avorio, il confine orientale presentemente è segnato in modo da includere la bassa valle del Volta. L'area è di 63.660 kmq. e la popolazione, nel 1921, era di 407.000 abitanti, compresi circa 400 Europei. Kumasi ha quasi 20.000 abitanti.
La maggior parte della valle del Volta è a meno di 200 m. sopra il livello del mare e la rimanente parte dell'Ashanti si trova sempre al disotto dei 500 m. La temperatura annua è in media di circa 250 e si mantiene quasi sempre costante, con calori peraltro più intensi nella prima parte dell'anno. Il paese è soggetto a piogge torrenziali da maggio a ottobre; a Kumasi la pioggia annua è in rnedia di circa 10 m. Fino a qualche anno fa quasi la metà del territorio era occupata da foreste vergini, ricche di alberi di grandi dimensioni a legname duro, di felci, di mimose. Nella parte NE. la foresta è interrotta da zone coperte di alte e ruvide erbe, con baobab qua e là.
La regione trae il nome dalla sua popolazione negra, i cui capi sembra siano emigrati dal nord per sfuggire alle genti musulmane del bacino del Niger. Il paese era governato da un certo numero di capi tribù, che circa 200 anni fa riconobbero la supremazia del re di Kumasi, che godeva di grande prestigio per il possesso dello "Sgabello d'oro", che si diceva fosse calato dal cielo e che avesse in sé in certo qual modo lo spirito della gente Ashanti. Erroneamente fu detto che questo sgabello fosse usato come trono; esso era di legno ricoperto d'oro, e fu tenuto nascosto durante molti anni di lotte con gli Inglesi. Riapparve nel 1921 e in seguito all'accordo di Rattray ora è al sicuro da ogni violazione.
Il territorio fu ed è tenuto dalle tribù, ma una buona parte di esso è rimasta soggetta allo "Sgabello". Gli Ashanti sono in massima parte pagani e l'Islām non ha influenza su di essi; hanno anzi dimostrato nei tempi passati una grande ostilità all'islamismo. Le tribù, bene organizzate militarmente, erano in origine raggruppate in sei federazioni i cui capi spesso controllavano e consigliavano il re. La discendenza regale si perpetuava anche nelle donne e la regina madre era anticamente un personaggio importante. I feticci sono ancora un elemento notevole nella vita sociale e nei riti; una volta il loro culto era reso orribile dai sacrifici umani spietatamente praticati: alla morte del re Kweka Dua I (1867) furono sacrificate al suo spirito 300 persone.
Il sistema amministrativo, basato sulla tribù e sulla proprietà delle terre, è stato mantenuto sotto il dominio inglese fin dove fu possibile, così fu conservata l'autorita dei capi tribù. Sono state poi istituite stazioni sperimentali e scuole agricole. Il territorio è solo per una piccola parte in mano degli Europei e l'incremento, assai notevole, dell'agricoltura, è dovuto alle piantagioni possedute e condotte da indigeni. Il cacao è il prodotto principale, poiché l'esportazione di esso nel 1924-25 fu valutata a circa 56 milioni di kg., per un valore di circa 1.700.000 sterline. Seconda, per importanza, è la produzione delle noci di cola; inoltre sono assai estese le piantagioni di caucciù e hanno pure importanza i prodotti delle foreste, soprattutto il mogano e gli olî vegetali. Gli indigeni coltivano per il loro consumo banane, igname, mais e arachidi. Importante è anche l'estrazione dell'oro, che nel 1924-25 diede un prodotto del valore di 363.677 sterline. Una ferrovia da Accra (nella Costa d'Oro) a Kumasi fu aperta nel 1923 in aggiunta a quella più antica da Sekondi a Kumasi; negli ultimi anni furono costruiti circa 1200 km. di strade per automobili. Prima non vi erano che sentieri difficili attraverso le foreste, e gli Europei viaggiavano in palanchini che i portatori indigeni sostenevano con la testa.
Storia. - Nei due secoli che trascorsero fra la sua costituzione e la sua fine (fine del sec. XVII, fine del sec. XIX) l'Ashanti provocò e sostenne continue guerre, prima per affermare e consolidare la propria egemonia sui popoli circonvicini, poi per difendere la sua indipendenza dagli Inglesi stabiliti nella vicina Costa d'Oro.
Il primo sovrano storico degli Ashanti fu Chumenchu; ma è incerto se con tal nome s'indicasse una sola persona o se ne confondessero due. Vassalli, all'inizio della loro storia, del re dei Denkera, nel 1699 gli Ashanti furono liberati dal vassallaggio e conquistarono l'indipendenza per opera del loro sovrano Osei Tutu (1695-1731), che sconfisse il re dei Denkera, Ntim Jakari. Regnando Osei Bousu (1800-1824), avvenne la prima lotta con gl'Inglesi, che, intervenuti incautamente in una contesa fra i Fanti e gli Ashanti, dovettero sostenere una guerra con questi, e solo nel 1817 poterono concludere con essi un trattato di pace e di commercio. Presto tuttavia sorsero nuovi motivi di conflitto; onde nel 1824 il governatore della Costa d'Oro, sir Charles Mac Carthy, attaccò gli Ashanti. Ma fu sconfitto e ucciso: come trofeo della vittoria gli Ashanti appesero la testa di sir Charles al loro albero sacro e, fatta in oro la forma del suo teschio, la collocarono nel tesoro reale con quella dei teschi dei sovrani indigeni già vinti e uccisi in battaglia. Gl'Inglesi tornarono però alla riscossa lo stesso anno, sconfiggendo a Dodowa il re Osei Yao Akoto (1824-1838), col quale nel 1831 rinnovarono il trattato del 1817; sostennero poi altre guerre con incerto risultato, nel 1863 contro re Kweka Dua I (1838-1867) e nel 1873 contro Kofi Kari Kari (1867-1873). In quest'ultima guerra l'abilità strategica degli Ashanti fu giudicata non indegna dei migliori eserciti europei. Finalmente, nel 1874, decisi a liberarsi dei bellicosi vicini, gl'Inglesi, organizzata una forte spedizione, presero Kumasi, capitale dell'Ashanti, e la distrussero. L'Ashanti fu invaso di nuovo nel 1896 dagl'Inglesi, che allora ottennero la sottomissione di re Kweka Dua III, detto Perempe (1888-1896); ma, rifiutandosi egli di conformarsi ai patti dettatigli, fu deposto e deportato alle isole Seychelles, ove fu tenuto fino al 1924, anno in cui rimpatriò in seguito a istanza degl'indigeni al re d'Inghilterra; nel 1926 fu eletto Omanheme, della tribù di Kumasi. Nel 1900, gli Ashanti si ribellarono agl'Inglesi, che li domarono con fatica; l'anno seguente, il loro territorio fu annesso alla colonia della Costa d'Oro.
Durante il periodo della sua indipendenza l'Ashanti fu notevole per l'organizzazione militare e la ferrea disciplina gerarchica. Fra gli Ashanti fiorirono l'industria delle miniere d'oro e l'arte dell'oreficeria, portata a notevole perfezione.
Bibl.: A. B. Ellis, A History of the Gold Coast, Londra 1893; H. Brackenbury, Narrative of the Ashantee War, Londra 1874; C. P. Lucas, Historical Geography of the British Colonies, III, West Africa, Oxford 1900; C. H. Armitage e A. F. Montanaro, The Ashanti Campaign of 1900, Londra 1901; A. W. Claridge, History of the Gold Coast and Ashanti, voll. 2, Londra 1915; H. C. Fuller, A vanished dynasty: Ashanti, Londra 1921: Osman Newland, West Africa, 1922; R. S. Rattray, Religion and Art in Ashanti, Londra 1926.