AŠDOD (ebr. Ašdod, Ἄζωτος; ν. s 1970, p. 577, s.v. Palestina)
Città della Pentapoli filistea, l'antica A. sorgeva a SE della moderna Tel Ašdod. La città, menzionata nei testi di Ugarit (XIV-XIII sec. a.C.) insieme con 'Akko e Ascalon, era probabilmente una delle città palestinesi interessate al commercio con la città siriana. Insediamento filisteo dall'inizio del XII sec. a.C., contrastò a lungo il dominio assiro: dopo essere stata conquistata da Sargon II, A. si ribellò numerose volte contro gli Assiri, che dovettero intervenire duramente per ristabilire il proprio potere. Secondo quanto riferisce Erodoto (11, 157), la città venne poi assediata dal faraone Psammetico I per ben 29 anni. Gli insediamenti più importanti sono quelli pertinenti al Bronzo Tardo II (c.a 1450-1230 a.C.) e al Ferro I (XII e X sec. a.C.).
Appartiene al primo impianto della città del Bronzo Medio una porta urbica rinvenuta durante le campagne di scavo 1969-70: la porta, larga c.a 8 m, ha l'entrata fiancheggiata da due coppie di pilastri, posti in corrispondenza dei muri paralleli che andavano a congiungersi con il terrapieno parzialmente portato alla luce, a E e a O della porta. Questa struttura a pilastri è del tipo noto da numerosi siti palestinesi del Bronzo Medio II A, e in particolare è assai simile alla porta E di Sichern.
La città diventa un insediamento assai più importante nel Bronzo Tardo II, come confermano sia gli edifici sia la ceramica di ottima fattura, locale e di importazione. In questo periodo A. per i suoi scambi commerciali si avvale probabilmente del vicino porto di Tel Mor, e da questo momento la sorte dei due centri è strettamente unita, in un alternarsi di distruzioni e ricostruzioni. Secondo M. Dothan, che ha condotto la maggior parte degli scavi sul sito, la distruzione subita dalla città alla fine del Bronzo Tardo non fu totale, ma limitata a ristrette zone dell'area cittadina; la ceramica micenea rinvenuta nello strato XIII b, datato intorno al 1200 a.C., indicherebbe che una prima invasione da parte dei Popoli del Mare precedette quella di più massicce proporzioni dell'anno VIII di Ramesse III che diede origine alla città filistea, rappresentata dagli strati XII e XI.
Il periodo del Ferro I presenta un insediamento notevole, che si estese anche ad alcune zone della città bassa. Oltre alla fortezza dell'area B, rimasta in uso tra il XII e l'XI sec. a.C., l'area H ha restituito un'ampia parte di un impianto cittadino ben organizzato; in esso si trovano due edifici, di pianta abbastanza complessa, separati da una strada. In quello N, dove sono state messe in luce una fila di stanze e una larga corte con due basi di colonna, è stata rinvenuta la figurina di una donna seduta che faceva parte di un arredo, probabilmente un trono; essa rappresenta una divinità filistea, il cui prototipo sembrerebbe essere l'immagine della «grande madre» micenea. Nello stesso edificio sono stati rinvenuti due sigilli a stampo, sui quali sono incisi segni assai simili alla scrittura cipro-minoica usata a Cipro e nella zona E del Mediterraneo durante il XIII e il XII sec. a.C.; questi sigilli sembrano costituire le più antiche tracce di scrittura in contesto filisteo. Nello strato X dell'area M, che rappresenta un'espansione della città fuori dell'acropoli, è stata rinvenuta un'area fortificata con mura di mattoni, rinforzate in alcuni punti con pietre, spesse fino a 5 m. La ceramica rinvenuta nella zona adiacente alla porta di accesso dimostrerebbe che questa venne distrutta nella prima metà del X sec. a.C. Poco significativi sono invece i resti pertinenti ai primi livelli del Ferro II, consistenti in genere nel riuso delle mura della fortezza filistea dell'area A e delle mura che circondavano l'acropoli nell'area G.
La zona più significativa di questo periodo si trova nella città bassa, dove è stata messa in luce una porta, simile nella pianta e nelle misure a quelle contemporanee rinvenute a Gezer, Ḥazor e Megiddo. Più ricchi sono gli strati VIII e VII (VIII sec. a.C.), dove è stato scoperto un piccolo tempio, comprendente numerosi ambienti; su uno dei lati lunghi del grande ambiente centrale era una struttura rettangolare di mattoni, usata probabilmente come altare. All'interno del tempio sono stati rinvenuti numerosi oggetti di culto: kèrnoi, vasellame e figurine, soprattutto femminili del tipo a placca. Alla fine dell'VIII sec. a.C., la città fu di nuovo distrutta dagli Assiri. Un frammento di stele di basalto con iscrizione assira, rinvenuto nell'area dell'acropoli, risulta essere un duplicato della stele di vittoria che si trovava nella capitale assira, Khorsābād. Interessante è il quartiere per la lavorazione della ceramica individuato nell'area D, strato VII, pertinente alla prima metà del VII sec. a.C.; il quartiere è ben conservato, con case, strade, negozi e fornaci per la cottura della ceramica; in uno di essi sono state rinvenute diverse anfore del tipo hole mouth. Negli strati VII e VI sono stati rinvenuti alcuni oggetti, soprattutto pesi e manici di anfora, con iscrizioni in caratteri ebraici, che sembrerebbero indicare relazioni assai strette tra A. e il regno di Giuda nel corso del VII sec. a.C.
Testimonianze del periodo persiano rimangono nello strato V, con ceramica attica, soprattutto del tipo a figure rosse, gioielli e un òstrakon con iscrizione aramaica. Gli strati più superficiali rinvenuti nella città attestano un cospicuo insediamento del periodo ellenistico: la città è pianificata con edifici regolari e strade ortogonali; in particolare è stato messo in luce un edificio, probabilmente appartenente all'agorà cittadina, con una zona riservata al culto. L'ultimo strato, il I, documenta una tenue presenza del periodo bizantino, durante il quale A. non è più probabilmente una città, ma solo un grosso centro agricolo, come sembrano attestare le case, i silos per il grano e una serie di installazioni agricole comprendenti presse per il vino e l'olio.
Bibl.: M. Dothan, in IsrExplJ, XVIII, 1968, pp. 253-254; XIX, 1969, pp. 243-245; XX, 1970, pp. 119-120; XXI, 1971, p. 175; RBibl, LXXVII, 1970, pp. 402-405; LXXVIII, 1971, pp. 430-432; id., Ashdod II-III (‘Atiqot, IX-X), Gerusalemme 1971; id., Ashdod of the Philistines, in D. N. Freedman, J. C. Greenfield (ed.), New Directions in Biblical Archaeology, New York 1971, pp. 17-27; F. Asaro, I. Perlman, M. Dothan, An Introductory Study of Mycenean IIIC I Ware from Tel Ashdod, in Archaeometry, XIII, 1971, pp. 169-175; M. Dothan, The Foundation of Tel Mor and Ashdod, in IsrExplJ, XXIII, 1973, pp. 1-17; id., The End of the Late Bronze at Tel Mor and Ashdod, in Erlsr, XI, 1973, pp. 122-133; in EncAExHL, I, 1975, pp. 103-118, s.v.