ASCOLIASMO (gr. ἀσκωλιασμός, da ἀσκός "otre")
Giuoco dell'antica Grecia che consisteva nel reggersi in piedi o nel camminare saltando con un piede solo sopra un otre gonfio d'aria e spalmato d'olio. Il giuoco era praticato specialmente durante la celebrazione delle Dionisie rurali: piccoli premî davano a questo popolare divertimento forma di gara. La rustica adunata che godeva lo spettacolo traeva occasione dalla maggiore o minore abilità dei concorrenti per lanciare frizzi. Lo scoliaste al Pluto d'Aristofane (v. 1129) afferma che l'otre usato nell'accennata occasione era pieno di vino, che toccava poi in premio al vincitore, cioè naturalmente a chi durava più a lungo nell'esercizio senza scivolare al suolo. Eratostene nel suo poemetto Erigone (dal nome della figlia d'Icario) sembra essere stato il primo ad attribuire addirittura a Icario, colui al quale Dioniso avrebbe nell'Attica consegnato la vite, l'istituzione del giuoco. I tardi grammatici ne fecero, sembra però senza sicuro fondamento, una parte della "Festa dei boccali" (il secondo giorno delle Antesterie) e affermarono che i gareggianti nel bere il boccale durante quella festa compivano quella loro prodezza tenendosi ritti sull'otre.
Anche presso i Romani, a testimonianza di Varrone, l'ascoliasmo era praticato nell'epoca della vendemmia. In Atene divenne poi un giuoco abbastanza comune anche per i ragazzi. Abbiamo parecchie rappresentazioni figurate dell'ascoliasmo, tutte in scene della vita dei satiri. La più famosa è quella raffigurata in un musaico proveniente da Ostia e che ora si trova nel museo di Berlino.
Bibl.: Cfr. Reisch, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. II, col. 1698 segg.; Stengel, Die Griech. Kultusaltert., 3ª ed., Monaco 1920, p.236.