ascidie e salpe
Animali con la corda dorsale
A vederli non si direbbe: questi buffi barilotti colorati, immobili, attaccati agli scogli in fondo al mare, o talvolta trasparenti come meduse, sono nostri lontani parenti. Le ascidie e le salpe appartengono infatti, come noi Mammiferi, alla linea evolutiva dei Cordati, insieme agli Uccelli, ai Rettili, agli Anfibi e ai Pesci. I Cordati si chiamano così perché i loro embrioni hanno una struttura di sostegno detta corda dorsale. Certamente si tratta di un ramo evolutivo collaterale, ma in esso troviamo le basi dell'anatomia dei Vertebrati
Ascidie e salpe sono due categorie di animali molto diversi tra loro. Entrambi sono marini e hanno un corpo a barilotto o a botticella che dir si voglia, con due fori, uno per l'entrata e uno per l'uscita dell'acqua, detti rispettivamente foro inalante e foro esalante. Le ascidie conducono una vita immobile, fisse al fondale roccioso, mentre le salpe si lasciano trasportare dalle correnti, come le meduse. Non a caso, le ascidie hanno una tunica robusta e spessa, generalmente colorata, che avvolge il corpo e lo protegge da predatori e seccatori vari (granchi, gamberi, pesci che vivono sul fondo); viceversa le salpe hanno una tunica leggera e trasparente che lascia vedere la loro anatomia interna.
Nelle ascidie, i due fori sono posti l'uno accanto all'altro in cima al corpo: quello inalante è rivolto verso l'alto mentre quello esalante si apre di lato. L'acqua entra portando ossigeno e particelle alimentari, ed esce facendo fluire via i rifiuti. Nelle salpe, invece, il foro inalante e quello esalante si trovano alle due estremità della botte, cosicché, mentre l'animale vagabonda fra le onde, l'acqua entra dal foro anteriore e viene espulsa da quello posteriore.
Nonostante le differenze nell'aspetto esteriore, ascidie e salpe possiedono un'anatomia interna molto simile. Per questo motivo, vengono inquadrate nella stessa categoria sistematica: i Tunicati, detti anche Urocordati. Ma qual è il posto che questi animali occupano nella classificazione zoologica e quindi nella ricostruzione del processo evolutivo? Volendo classificarli, un osservatore impreparato li metterebbe vicino alle spugne, alle meduse, o al massimo ai cetrioli di mare. Invece, se proviamo ad analizzare la loro anatomia e quella delle loro larve, avremo delle sorprese. All'interno di queste botticelle colorate o trasparenti, o delle loro larve simili a girini di rane, si nascondono le basi dell'anatomia dei Vertebrati: la corda dorsale, lo schema del nostro sistema digerente e respiratorio e perfino tessuti ghiandolari pronti a trasformarsi in uno degli organi più importanti del nostro corpo: la tiroide.
Secondo la classificazione zoologica, la linea evolutiva principale (phylum) a cui noi stessi apparteniamo è quella dei Cordati. All'interno di questi si distinguono tre linee evolutive secondarie: Urocordati o Tunicati, Cefalocordati, che comprendono animaletti marini assai primitivi dal corpo sottile a forma di foglia (i cosiddetti anfiossi) e Vertebrati. Caratteristica di tutti i Cordati è la presenza di una struttura di sostegno, detta corda dorsale, che percorre il corpo nel senso della sua lunghezza, almeno nello stato embrionale. Soltanto in pochissimi Cordati la corda dorsale si mantiene per tutta la vita, negli altri è visibile solo nell'embrione e poi scompare (salvo alcune parti residue), per lasciare il posto a strutture di sostegno più efficienti come la colonna vertebrale.
Altra caratteristica importante dei Cordati è lo sviluppo dell'apparato respiratorio che si forma a partire dal tratto anteriore dell'apparato digerente. In particolare, il tratto chiamato faringe ha subito trasformazioni diverse a seconda dello stile di vita dell'animale: fessure branchiali nell'anfiosso, nei pesci e negli embrioni di tutti i Vertebrati; fori nelle lamprede; un tubo che si ramifica (trachea) per dare origine ai polmoni in tutte le specie terrestri come noi. Nei Cordati più primitivi, la faringe svolge una duplice funzione, quella respiratoria e quella alimentare. Infatti, le fessure branchiali dei Cefalocordati e degli Urocordati, facendo entrare l'acqua, permettono l'ingresso dell'ossigeno disciolto, ma filtrano anche le particelle alimentari presenti nell'acqua stessa. Nei Vertebrati, invece, le due funzioni si sono successivamente separate, realizzando due apparati distinti: quello digerente e quello respiratorio.
Gli Urocordati si dividono in tre classi: Ascidiacei (le ascidie), Taliacei (le salpe) e Larvacei (le appendicolarie). La parola Urocordati ("corda nella coda") si riferisce al fatto che la corda dorsale è presente solo nel tratto caudale, cioè della coda, di tutti gli embrioni e delle appendicolarie adulte. Essi vengono chiamati anche Tunicati, in riferimento alla tunica che riveste il loro corpo, trasparente nelle salpe e spessa nelle ascidie.
Se mettessimo una salpa in un acquario e la osservassimo, potremmo restare per ore a contemplare la sua delicata struttura e l'anatomia interna per trasparenza. Nella parte anteriore del corpo, dopo il foro inalante, si nota una specie di cilindro pieno di fessure: è il cestello branchiale, organo filtratore derivato dalla faringe. Qui l'acqua lascia le particelle alimentari (plancton e detriti in sospensione) che vengono trattenute dal cestello e poi convogliate nel tubo digerente. Ma come? Se guardiamo all'interno del cestello, vediamo un ispessimento a forma di cordone che lo attraversa in tutta la sua lunghezza. Questo cordone è una ghiandola chiamata endostilo. Se osservassimo un frammento di endostilo al microscopio, scopriremmo che si tratta di cellule ghiandolari provviste di ciglia, la cui funzione è agglutinare, cioè riunire, e spingere le particelle alimentari verso l'estremità posteriore del cestello dove continua il tubo digerente. Un sistema semplicissimo ed efficiente, che si osserva ugualmente nelle ascidie e nelle appendicolarie.
Ma le sorprese non finiscono qui. Gli zoologi hanno studiato lo sviluppo embrionale di molti animali e hanno visto che negli embrioni di tutti i Vertebrati esiste un gruppo di cellule che ha la stessa origine dell'endostilo e che alla fine dello sviluppo si trasforma in una ghiandola importantissima, la tiroide. In termini di anatomia comparata, si dice che la tiroide è quindi omologa all'endostilo, ossia si tratta di due organi diversi che svolgono differenti funzioni ma che hanno la stessa origine embrionale.
Le ascidie sono organismi ermafroditi, il che vuol dire che ciascun individuo è capace di produrre sia gameti maschili (spermatozoi) sia gameti femminili (uova). Però le gonadi maschili (testicoli) maturano e si esauriscono quando ancora quelle femminili (ovaie) non sono pronte. Quindi ogni individuo deve scambiare i propri gameti con quelli di un altro (ermafroditismo incrociato). In alcuni casi le uova sono espulse dal foro esalante e sono fecondate esternamente, nell'acqua. In altri casi, le uova rimangono in una cavità sotto la tunica dove vengono raggiunte dagli spermatozoi di un altro individuo. Dalle uova fecondate delle ascidie nascono larve la cui forma ricorda quella dei girini. Nella loro coda si osserva ancora la corda dorsale già presente nell'embrione.
Il ciclo biologico delle salpe è più complesso. Da un uovo fecondato si sviluppa un individuo fondatore che produce, per moltiplicazione asessuata, cioè senza produzione di spermatozoi o di uova ma mediante una serie di gemme, dando luogo a formazioni coloniali: vere e proprie catene di piccole salpe attaccate tra loro che galleggiano sulla superficie del mare. Il corpo di un individuo fondatore può variare da 1 a 10 cm e arriva talvolta fino a 20 cm, mentre le colonie possono estendersi fino a 25 m. Gli individui delle catene coloniali sono invece sessuati, producono cioè uova e spermatozoi e le uova fecondate danno di nuovo origine agli individui fondatori.