ASANDÈ (Sandè, Niam-niam)
Nazione dell'Africa centrale, diffusa principalmente fra l'Uelle e il suo affluente Bomu, dal 22° al 30° long. E. (Congo Belga Settentrionale); varie propaggini o rami staccati si spingono anche a N. e a NE. del Bomu e a S. dell'Uelle. Il Czekanowski (v. Bibl.) calcola il numero totale degli Asandè a circa 600.000, senza contare le genti sottomesse e non assimilate, che in talune aree periferiche del dominio asandè costituiscono ancora la maggioranza della popolazione.
Tribù principali sono gli Abandja, a occidente dell'Uere (affluente dell'Uelle), gli Asandè proprî o Avungura, a oriente dello stesso fiume, i Makraka al NE. Ancora alla fine del sec. XVIII risiedevano di qua dal Bomu, nel bacino del Chinko: una serie ininterrotta di conquiste li ha portati, durante il secolo successívo nell'attuale estesissimo territorio, dove la loro espansione è stata arrestata dapprima dagli Arabo-nubiani, poi dall'amministrazione europea.
Gli Asandè sono agricoltori alla zappa e coltivano soprattutto l'eleusina, che serve anche alla fabbricazione di una specie di birra, il mais e la batata. L'uomo prepara il terreno, la donna attende poi a tutte le altre cure della coltivazione. Unici animali domestici sono il cane e il pollame, e il fabbisogno carneo viene completato dalla caccia e, una volta, dalla diffusissima antropofagia, che l'influenza degli Europei non è riuscita ancora a sopprimere del tutto. Da essa pare derivasse il nomignolo di Niam-Niam, col quale gli Asandè venivano designati, specie al tempo delle prime esplorazioni del territorio. Sono anche fabbri valentissimi e abili intagliatori in legno: l'arte tessile è penetrata invece soltanto nei distretti settentrionali (cotone) e le vesti indigene sono fabbricate con la scorza d'albero battuta; un ampio pezzo quadrangolare di stoffa passato fra le gambe e legato a mezzo busto per gli uomini, un semplice grembiuletto per le donne. Molto in uso la pittura del corpo e il tatuaggio, la limatura degl'incisivi, la perforazione delle labbra; la circoncisione è di più recente introduzione. Le armi tipiche sono la lancia (da getto e da stocco), la moltipunta da getto, lo scudo ovale di rotang intrecciato; l'arco è usato solo dalle genti sottomesse.
I villaggi sono composti da 10 a 25 abitazioni, costituite di capanne cilindriche a tetto conico. I granai, con la stessa forma, sono sollevati dal suolo su pali. La costituzione sociale è fondata sul clan (tunga) totemico esogamico, a discendenza paterna: sui clan domina con autorità assoluta e disciplina ferrea la ristretta aristocrazia dei capi, appartenenti a clan rigorosamente endogamici. Il potere è trasmesso dal padre ai figli. I capi, che hanno anche il comando dell'esercito e amministrano la giustizia, sono circondati da una "corte" nella quale regna una severa etichetta, e sotto il loro dispotismo appare poco dissimile la condizione dei sudditi liberi e quella dei numerosissimi schiavi derivanti dalle genti assoggettate o da razzie belliche. La poligamia è prevalente: la donna rappresenta un inestimabile mezzo di produzione, e poiché il suolo è di chi lo coltiva, ogni uomo libero cerca di formarsi un harem numeroso. Per la stessa ragione l'adulterio è punito molto severamente e la donna è indotta, di regola, a conservarsi virtuosa. Le figlie dei capi tuttavia conducono spesso vita libera o entrano talvolta ad ingrossare l'harem paterno.
Sotto il dominio europeo questa costituzione sociale e politica, le tradizioni militari e molti costumi crudeli vanno decadendo, e i capi sono già in molti casi semplici impiegati dell'amministrazione coloniale. Gli Asandè rappresentano un esempio tipico della espansione dei negri delle savane, a forte organizzazione sociale e militare, portatori della cultura africana patriarcale di tipo orientale, nella zona più umida del parco e della foresta: in questa fu agevole l'assoggettamento delle frammentate tribù locali, che trasmisero tuttavia agl'invasori molti elementi della cultura di tipo forestale.
Bibl.: G. Schweinfurth, Nel cuore dell'Africa, Milano 1875; G. Casati, Dieci anni in Equatoria, Milano 1891; W. Junker, Reisen in Afrika, Vienna 1891; A. Hutereau, A. de Haulleville e J. Maes, Notes sur la vie familiale et juridique de quelques populations du Congo belge, in Annales du Musée du Congo Belge, 1909; J. Czekanowski, Forschungen im Nil-Kongo-Zwischengebiet, II, Lipsia 1924. Per la lingua v. A. Colombaroli, Primi elementi di lingua A-Sandeh, volgarmente detta Niam-Niam, Firenze 1895.