arzanà
Dall'arabo dār sinā‛a, "casa di costruzione", " arsenale ", in If XXI 7; è la forma prevalente negli antichi codici fiorentini della Commedia e in molti tra i settentrionali, e quasi certamente la forma adottata da D. rispetto a quelle invalse nelle testimonianze manoscritte più tarde (‛ arsenal ', oggi comune, appare nel codice di Filippo Villani, sull'estremo limite del sec. XIV; la forma latinizzata ‛ arsanato ' o ‛ arsanata ' in manoscritti della seconda metà del Trecento; codici della Toscana occidentale tramandano ‛ tersanaia ', forma usuale a Pisa; anche ‛ darsena ' o ‛ darzana ', ma in altri testi recenziori). Nel luogo citato D. ha offerto una vivida ampia immagine dell'arsenale di Venezia, svolta con tanta copia di notazioni da far ritenere assai probabile trattarsi di una impressione diretta, durante un primo soggiorno o Passaggio a Venezia, che si può porre approssimativamente tra il 1308 e il 1310.