Carlsson, Arvid
Medico svedese (n. Uppsala 1923), prof. di farmacologia presso le università di Lund (dal 1956) e di Göteborg (dal 1959). Per i suoi studi nel campo delle neuroscienze nel 2000 gli è stato conferito, insieme a P. Greengard e a E. Kandel, il premio Nobel per la medicina o la fisiologia. C. è stato uno dei pionieri della neurofarmacologia e il suo lavoro ha posto le basi per la comprensione dei meccanismi con i quali si instaurano molte malattie del sistema nervoso e per il loro trattamento farmacologico. La sua principale scoperta fu l’individuazione, negli anni Cinquanta del 20° sec., del neurotrasmettitore dopammina. Inoltre, elaborò un modello sperimentale di morbo di Parkinson, ne scoprì la patogenesi e ne elaborò la terapia con L-dopa. Successivamente C. evidenziò le basi fondamentali del meccanismo d’azione della cloropromazina e dell’aloperidolo (due tra i capostipiti dei farmaci neurolettici), aprendo così la strada alla scoperta di farmaci attivi nella cura della schizofrenia. Scoprì poi che alcune sostanze inibiscono la ricattura dei neurotrasmettitori, in particolare la serotonina, da parte dei neuroni, potenziando la trasmissione serotoninergica. Questa scoperta ha permesso lo sviluppo dei moderni farmaci antidepressivi.