MERCANTI, Arturo
MERCANTI, Arturo. – Nacque a Milano il 15 apr. 1875 da Michele ed Elena Taveggia.
Diplomatosi ragioniere, nel 1896 si unì in matrimonio con Rosa Vergano, dalla quale ebbe tre figli: Ada, Elena e Mario. Al principio del nuovo secolo, entrato a far parte del Touring Club italiano (TCI), partecipò attivamente all’evoluzione di questa associazione in un periodo in cui, con l’inizio della diffusione dei mezzi di trasporto a motore, nascevano nuove forme di turismo. Tra i membri del comitato promotore della Settimana automobilistica di Brescia del 1904 e del 1905, nel corso dell’edizione del 1904 il M. organizzò il convegno dell’Audax, associazione di cicloturismo della quale era direttore, e il Primo Esperimento di automobilitazione, sull’esempio di analoghe iniziative svolte Oltralpe per addestrare ciclisti e automobilisti privati in attività militari ausiliarie.
I positivi risultati fecero nascere nel Norditalia e a Roma, con il contributo della Società nazionale del tiro a segno e del TCI, i primi battaglioni di volontari ciclisti e automobilisti, riconosciuti dalla legge nel 1908 e sciolti nel dicembre del 1915.
Divenuto segretario generale del TCI, fece parte, in rappresentanza del Club, del comitato organizzatore delle corse di Brescia del 1907 e dei raid per autoscafi Piacenza-Venezia (1909) e Torino-Venezia-Roma (1911). Dopo aver contribuito, nel 1908, a fondare a Milano la Società italiana aviatori (nell’ottobre fu il primo italiano a volare come passeggero con W. Wright a Camp d’Auvours, presso Le Mans), partecipò all’organizzazione di varie manifestazioni aeronautiche, quali il Circuito aereo internazionale di Brescia (9-20 sett. 1909), l’Esposizione di aviazione di Milano (dicembre 1909) e i concorsi aerei internazionali di Verona (22-29 maggio 1910).
In quest’ultima occasione manifestò al pioniere francese L. Paulhan, l’idea di un volo attraverso le Alpi seguendo una mappa da lui stesso preparata quale segretario generale della Commissione esecutiva per la carta d’Italia di 1:250.000. L’impresa, alla cui organizzazione partecipò lo stesso M., fu poi compiuta il 23 sett. 1910 dal peruviano J. Chávez Dartnell. Il M. ideò, anche, il Circuito aereo internazionale di Milano (25 settembre - 2 ott. 1910), la Parigi-Roma, disputatasi nel maggio del 1911 per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia, e quindi una manifestazione per soli aviatori italiani: la Torino-Milano-Torino.
Il 22 nov. 1911 il M. partecipò, insieme con L. Bertarelli in rappresentanza del TCI, alla fondazione dell’Aero Club d’Italia, del quale sarebbe divenuto successivamente presidente. Per breve tempo, nel 1913, il M. presiedette anche il consiglio direttivo tecnico che sostituì E.C. Costamagna nella direzione della Gazzetta dello sport, organizzando nel febbraio 1913, insieme con L. Origoni, la Milano-Roma aerea e quindi partecipando in agosto, come passeggero di F. Cevasco, alla conquista del record mondiale per un aereo con quattro passeggeri da Milano a Venezia. Nell’ottobre 1913 organizzò, infine, il Circuito dei laghi, prima gara per idrovolanti in Italia.
Un comunicato del 9 dic. 1914 del M., pubblicato nel Corriere della sera, che annunciava il collaudo del biplano trimotore da bombardamento Caproni Ca. 30, avvenuto il 29 novembre, per iniziativa del tenente colonnello G. Douhet, il quale si era assunto la responsabilità di ordinarne la costruzione senza che il ministero della Guerra fosse stato avvertito, fu la causa dell’allontanamento di Douhet dal comando del battaglione aviatori. Secondo i documenti della Relazione sulle spese di guerra per l’aeronautica della Commissione parlamentale d’inchiesta, il M. viene descritto, infatti, come il capo del gruppo industriale, una cooperativa denominata Società per lo sviluppo dell’aviazione in Italia, che permise d’iniziare la costruzione in serie del trimotore.
Richiamato alle armi con il grado di tenente dei bersaglieri, il M. fu ferito due volte, meritando due medaglie di bronzo al valor militare, due croci di guerra al merito e la promozione a capitano nel 1917. A domanda, fu trasferito all’aeronautica, conseguendo il brevetto di volo a Malpensa nel settembre 1918. Promosso maggiore, comandò fino al 15 maggio 1919 il gruppo sperimentale comunicazioni aeree, che effettuò in 53 giorni ben 149 voli per il trasporto di posta tra Roma e Napoli, oltre al primo volo tra Milano e Roma con 10 passeggeri (il 30 genn. 1919 in 4 ore e 30 minuti) e al raid Roma-Costantinopoli (11-16 giugno 1919) con una squadriglia, denominata dal M. la squadra del Levante, di 4 Sva e 4 Caproni, due dei quali passeggeri.
Ritornato alla vita civile nel settembre 1919, entrò a far parte dell’Automobile Club di Milano in qualità di consigliere e di direttore, organizzando il primo Gran Premio d’Italia nell’autodromo semipermanente di Montichiari (Brescia) nel 1921 e quindi l’anno successivo in quello di Monza, realizzato per l’occasione in soli 110 giorni dall’impresa dell’ingegnere P. Puricelli.
L’abbandono della pista di Montichiari fu considerato dai Bresciani un affronto e per tale motivo il M. si sarebbe celato sotto lo pseudonimo di «Frate ignoto» nelle otto Mille miglia cui partecipò tra il 1927 e il 1935, giungendo, come miglior piazzamento, 7° assoluto.
Nel frattempo, il M. si era sempre più legato ad A. Longoni, primo segretario dei Fasci italiani di combattimento (6 maggio 1919) ed editore della Gazzetta dell’aviatore, e ai piloti A. Locatelli e A. Finzi, formando con loro il gruppo dei più stretti collaboratori di B. Mussolini in tema di aeronautica. Con la nascita del Commissariato per l’aeronautica (24 genn. 1923) e quindi della R. Aeronautica (28 marzo), il M. fu nominato direttore generale degli Affari civili e, quindi, da fine marzo intendente generale dell’aeronautica, accentrando nelle sue mani tutti i poteri amministrativi, la gestione del personale, i rapporti con l’industria, la direzione dei servizi tecnici e logistici e la responsabilità dell’aviazione civile, anche per i molti impegni del vicecommissario Finzi, sottosegretario agli Interni, del colonnello R. Moizo e del generale P.R. Piccio, avvicendatisi nella gestione degli Affari militari.
La gestione di Finzi e del M. culminò con la grande manifestazione propagandistica del 31 ott. 1923, durante la quale furono schierati 300 apparecchi efficienti sul campo di Centocelle, rispetto agli 85 che Mussolini dichiarava alla stampa di aver trovato 10 mesi prima.
Il 3 ag. 1923, il M. aveva rinunciato «agli emolumenti che mi spettano per il tempo per il quale sono stato sono e sarò a capo della Direzione Generale dell’aeronautica, attualmente Intendenza Generale», tranne che all’indennità di volo. «Questa rinuncia – proseguiva la lettera – va dal 1° gennaio 1923 al 30 ottobre p.v. giorno nel quale, come d’accordo, io lascerò il posto» (lettera del M. a B. Mussolini in Archivio famiglia Mercanti).
L’incarico del M., tuttavia, proseguì oltre quella data, ma le accuse mosse contro di lui (la drastica epurazione di ufficiali coinvolti nella precedente gestione dell’Aeronautica e, secondo alcuni organi di stampa, la creazione di una burocrazia più numerosa del necessario con favoritismi nel reclutamento e nelle promozioni) nel giugno 1924 travolsero Finzi, implicato anche nel delitto Matteotti. Il 9 luglio 1924 il M. rassegnò a Mussolini le sue dimissioni dall’incarico, che furono accolte il 15 luglio.
Quando, nel 1928, il generale U. Nobile organizzò una nuova spedizione a carattere scientifico al polo Nord con il dirigibile «Italia», nonostante l’opposizione del sottosegretario all’Aeronautica I. Balbo, il M., che secondo alcuni aspirava a tornare in auge, colse l’occasione per mettersi in vista nelle prime pagine dei giornali. Collaborò alla raccolta di fondi da parte di privati milanesi, che resero possibile la spedizione permettendo anche di armare la nave appoggio «Città di Milano». Egli stesso si fece promotore di un raid automobilistico, da lui vinto, da Milano a Stolp per incontrare l’amico Nobile prima che la spedizione ripartisse per i voli artici. In seguito – dopo che il dirigibile era precipitato sui ghiacci polari – si adoperò per una nuova colletta dell’Automobile Club Milano per finanziare la trasvolata da Sesto Calende alla Baia del Re, nelle isole Spitsbergen, di U. Maddalena con l’idrovolante Savoia S.55, sul quale il 10 giugno 1928 s’imbarcò anche il M., alla ricerca dei superstiti; con voli successivi essi riuscirono per primi a localizzare i naufraghi della «tenda rossa».
Benché fosse ormai sessantenne, nel 1935 il M. ottenne di essere richiamato alle armi per partecipare alla campagna d’Etiopia, in cui, come tenente colonnello del corpo indigeni della Somalia, gli fu assegnato il comando del I autoreparto Caterpillar.
A guerra ormai conclusa, il 6 luglio 1936, durante un trasferimento in treno, il convoglio subì l’assalto di bande irregolari a Les Addas (Dire Daua, Etiopia): nello scontro il M. rimase ucciso.
Il 25 ott. 1936 gli furono conferite alla memoria dapprima la medaglia d’argento al valor militare e, quindi, il 30 ott. 1937, quella d’oro. Il 23 genn. 1943 gli fu conferito l’attestato di pioniere dell’aeronautica.
Fonti e Bibl.: E. Grossi, Eroi e pionieri dell’ala. Diz. biografico dell’aeronautica italiana, Milano 1934, s.v.; L. Mancini, Grande Enc. aeronautica, Milano 1936, s.v.; M. Cobianchi, Pionieri dell’aviazione in Italia, Roma 1943; A. Curami, I primi passi dell’industria aeronautica italiana, in La Grande Guerra aerea 1915-1918. Battaglie - industrie - bombardamenti - assi - aeroporti, a cura di P. Ferrari, Valdagno 1994, ad ind.; G. Rochat, Italo Balbo. Lo squadrista, l’aviatore, il gerarca, Torino 2003, ad ind.; F. Robecchi, Le macchine del progresso. Automobili e aerei nella nascita della modernità. Brescia-Montichiari 1899-1927, Brescia 2004, passim.
A. Curami