Artide
Un 'Mediterraneo' di ghiaccio
L'Artide è formata soprattutto dal Mar Glaciale Artico e poi da isole e terre che quasi lo chiudono, come accade per il Mar Mediterraneo. Il mare è in prevalenza gelato e questo rende molto difficile perfino la navigazione lungo le coste settentrionali dell'America e dell'Asia. L'accesso più ampio al Mar Glaciale Artico è quello tra la Groenlandia e la Norvegia, ma molto importante è lo Stretto di Bering, tra l'Alasca e la Siberia
L'Artide comprende sia il Mar Glaciale Artico, sia le parti d'Europa, Asia e America racchiuse dal Circolo Polare Artico (66°33′), sia molte grandi isole, tra le quali la Groenlandia e le Svalbard. È costituita da tre antiche piattaforme continentali: la piattaforma baltico-scandinava-russa, la piattaforma siberiana e lo scudo canadese. Le parti emerse di queste piattaforme sono pianeggianti o ondulate, in conseguenza dell'erosione glaciale, e le montagne più alte, che si trovano in Alasca e nella Siberia orientale, non raggiungono i 3.000 m.
Il territorio artico, specie in Siberia, è percorso da grandi fiumi (Ob-Irtyš, Jenisej, Lena, Kolyma e altri) che provengono da regioni più meridionali e, arrivati sulla costa artica, gelano; l'acqua, così, non arriva al mare e allaga centinaia di migliaia di chilometri quadrati di terra. Il suolo artico è costantemente gelato in profondità per qualche metro e quindi non può assorbire l'acqua che fuoriesce dai fiumi. In questo tipo di terreno, detto permafrost, si formano laghi poco profondi e acquitrini, che d'inverno gelano completamente e d'estate formano una distesa di fango. Le precipitazioni, comprese quelle nevose, sono molto scarse, spesso inferiori a 250 mm annui; i fiumi che si riforniscono di acqua a sud, dove le precipitazioni sono più abbondanti, rendono le terre artiche così paludose.
La temperatura media varia fra i −10 e i −20 °C: nella Siberia settentrionale le minime toccano i −50 °C e le massime i +10 °C. Ojmjakon, in Siberia, è considerata il 'polo del freddo' per le sue minime al di sotto dei −50 °C e soprattutto per aver raggiunto i −77,8 °C nel 1938 (un monumento ricorda che questa è la temperatura più bassa mai registrata). Negli ultimi anni, tuttavia, è stato registrato un aumento delle temperature nell'Artide, probabilmente come effetto dell'inquinamento atmosferico generale; si tratta di appena 3÷4 °C in media, ma se la tendenza dovesse continuare il ghiaccio marino e il permafrost potrebbero sciogliersi, provocando effetti gravissimi. Altri tipi di inquinamento (petrolio e scorie nucleari) riguardano il Mar Glaciale Artico e la banchisa polare.
La stagione estiva nell'Artide è lunga 186 giorni, l'inverno 179. Durante l'inverno il sole compare per pochissimo tempo o per nulla al di sopra dell'orizzonte: è la lunga 'notte polare'. L'estate artica permette però la vita di oltre 400 specie di piante, che crescono nella tundra: bassi arbusti striscianti, erbe, licheni, muschi. La fauna terrestre è ricca di Mammiferi (orsi bianchi, lupi, volpi artiche, ermellini, martore, caribù, renne, buoi muschiati, lemming, lepri delle nevi); numerosissime zanzare frequentano le aree palustri. Anche gli uccelli sono ben rappresentati: urie, corvi, civette delle nevi, girifalchi, gabbiani, procellarie, pulcinelle di mare, pernici bianche e altri. In mare vivono trichechi, foche e balene, una gran varietà di Molluschi, di Crostacei e di Pesci, tra i quali merluzzi e ipoglossi (nelle acque dolci, invece, salmoni e trote).
La pesca è una risorsa importante delle regioni artiche ed è praticata da pescherecci di molti paesi, con la cattura di merluzzi e gamberi soprattutto al largo della Groenlandia. Un tempo era importante anche la caccia alla balena, ma dal 1986 è stata proibita da quasi tutti gli Stati ‒ anche se da allora si stima che oltre 25.000 balene sono state ugualmente uccise. Altro massacro è quello dei cuccioli di foca, per il pregio delle loro pellicce e per la facilità di cattura: delle 286.000 foche uccise in un solo anno, il 97% erano cuccioli di poche settimane. Di grande importanza sono anche le risorse minerarie: il sottosuolo di Svezia, Russia, Canada, Alasca e Groenlandia, e anche i fondali oceanici, sono ricchi di molte risorse minerali, in particolare idrocarburi.
Le prime popolazioni dell'Artide provenivano dall'Asia settentrionale. Gli Inuit (Eschimesi) giunsero fino in Groenlandia e i Lapponi in Norvegia. Le regioni artiche sono popolate da oltre una ventina di popoli originari, tutti poco numerosi. I più consistenti sono gli Jacuti (300.000) che vivono in Siberia lungo il fiume Lena, i Komi (250.000) nella Russia europea, i Tungusi (70.000) nella Siberia centrale, i Ciukci (15.000) nell'estremo Oriente siberiano. L'insieme dei popoli artici americani (Aleuti, Inuit, Indiani delle praterie) è ridotto a circa 116.000 persone. Le popolazioni autoctone dell'Artide erano e in parte sono ancora nomadi, vivevano di caccia e pesca e utilizzavano le materie prime naturali per fabbricare vestiti (i parka, di pelle di foca), case, utensili e mezzi di trasporto (il kayak, un'imbarcazione rivestita con pelli di foca).
La popolazione dell’Artide Nome Numero Ubicazione Komi 250.000 Zone artiche della Russia europea Jacuti 300.000 Bacino del fiume Lena Tungusi 70.000 Regione a est del fiume Jenisei Ciukci 15.000 Estremo Oiente siberiano Jukagiri 1.000 Regione tra i fiumi Jana e Indigirka Aleuti
65.000 in Canada e 51.000 in Alasca Isole Aleutine Indiani d’America Praterie dell’America Settentrionale Inuit Alasca, Canada Settentrionale e coste della Groenlandia
Sin dal 9° secolo d.C. l'espansione marinara degli Scandinavi aveva portato elementi europei in Islanda e in Groenlandia; più tardi i Russi si spinsero in Siberia. L'arrivo degli europei portò alla fondazione di comunità stabili, villaggi e città. Gli insediamenti sono però di piccole dimensioni: pochissimi raggiungono i 10.000 abitanti, ma esistono alcune città importanti come Murmansk, Tromsø e Reykjavik, che è la capitale dell'Islanda.
La presenza europea era dettata da interessi pratici e portò all'esplorazione delle terre e dei mari artici. Uno dei problemi era trovare un passaggio di nord-est, lungo l'Asia settentrionale, e uno di nord-ovest, seguendo le coste artiche dell'America Settentrionale, che avrebbero molto abbreviato le rotte dall'Europa all'Asia meridionale e orientale. Il passaggio di nord-ovest fu tentato per la prima volta nel 1497 da Giovanni Caboto, un navigatore italiano al servizio degli Inglesi; suo figlio Sebastiano Caboto organizzò poi la prima spedizione al passaggio di nord-est, condotta nel 1553 dall'inglese Hugh Willoughby: ma dovettero passare secoli prima di riuscire a circumnavigare da nord l'Asia e l'America.
L'esplorazione delle terre artiche fu compiuta anche con aerei e dirigibili: i primi a volare in aeroplano sul Polo Nord furono Richard E. Byrd e Floyd Bennett, nel 1926; nello stesso anno, Roald E. Amundsen, Lincoln Ellsworth e Umberto Nobile sorvolarono il Polo Nord con il dirigibile Norge volando per oltre 70 ore e 5.460 km; nel 1928 ancora Nobile tornò sul Polo con il dirigibile Italia, che precipitò al ritorno. Amundsen morì nella generosa opera di soccorso. Ultima spettacolare impresa fu, nel 1958, quella del sottomarino nucleare statunitense Nautilus, che effettuò in 10 giorni il primo viaggio sotto il Polo Nord.
Dopo la Seconda guerra mondiale nell'Artide furono stabilite centinaia di basi strategiche e scientifiche. Nel 1952 fu installata la prima stazione sul ghiaccio che galleggia ‒ cosiddetta alla deriva ‒ sul Mar Glaciale Artico. Molte ricerche scientifiche sono in corso in tutta l'Artide, per esempio per studiare l'evoluzione del clima della Terra. Nel 1987 è stato così scoperto anche in Artide, come in Antartide, un 'buco' nello strato di ozono.
Le esplorazioni dell’Artide Anno Navigatore Impresa 1576 Martin Frobisher Artide canadese 1610 Henry Hudson Baia di Hudson 1616 William Baffin Baia di Baffin: lat. 77° 45’ N, mai più raggiunta per 200 anni 1728 Vitus Johansen Bering Stretto di Bering 1878-79 Adolf Erik Nordenskjöld Passaggio di nord-est 1888 Fridjof Nansen Primo attraversamento della Groenlandia 1896 Fridjof Nansen Spedizione al Polo Nord, fino alla lat. 86° 14’ N 1900 Luigi Amedeo di Savoia Spedizione al Polo Nord, fino alla lat. 86° 30’ N 1903-06 Roald E. Amundsen Passaggio di nord-ovest 1909 Robert Edwin Peary Polo Nord