GRAFICHE, ARTI (XVII, p. 628)
Generalità. - La diffusione del prodotto stampato in tutti i rami dell'attività umana ha dato un forte impulso in questi ultimi anni alla trasformazione dell'arte grafica da processo artigiano a processo industriale. Occorre però, distinguere nettamente due indirizzi di questa industrializzazione.
La meccanizzazione, intesa come trasformazione del lavoro manuale in lavoro a macchina per la maggior parte delle operazioni del processo di stampa ed in particolare per l'introduzione dei mettifoglio automatici in tutte le macchine trasformatrici, si è ormai concretizzata in quasi tutte le imprese grafiche anche a carattere artigiano e famigliare.
L'automazione di grandi complessi a produzione specializzata va intesa sia come l'introduzione di nuovi cicli tecnologici meccanizzati (principalmente basati sui processi fotomeccanici), per la preparazione delle forme, sia come l'introduzione di macchine trasformatrici capaci di dare il prodotto finito partendo dalla bobina di carta, sia come la creazione di linee automatiche di trasporto dei prodotti confezionati e da confezionare e infine come l'organizzazione sistematica del processo produttivo. È bene chiarire che la richiesta del mercato di utilizzazione del prodotto grafico ancora oggi è caratterizzata da una enorme quantità di lavori a bassa tiratura che non permettono una economica impostazione dei complessi ad automazione spinta. Ancora oggi circa il 70% della produzione grafica si può considerare accentrata in piccole imprese artigiane o famigliari spesso con meno di cinque operai. Le imprese editoriali di quotidiani e riviste accoppiate in genere con la produzione di collane di libri, le imprese produttrici di prodotti di imballaggio e la cartotecnica in genere, impostate su produzioni standard a forti quantitativi, sono le industrie che più rapidamente hanno introdotto la massima automatizzazione possibile nei loro cicli produttivi.
A scopo di chiarezza si richiamano alcune nozioni sulle principali attività industriali inerenti al campo grafico, attività che possono essere così suddivise:
Stamperie. - Sono intese come industrie produttive di esemplarì uguali di una impronta, sia come testo di lettura, sia come disegno sia come illustrazione e come fotografia, le quali utilizzano i principali sistemi industriali di stampa e cioè: con forme in rilievo (tipografia, anilina); con forme ad elementi incisi (rotocalco) ; con forme ad elementi in piano (off-set). Gli altri sistemi di stampa non industrializzati, quali la calcografia e la fototipia, sono concentrati in industrie specializzate. La prima produce valori di Stato, banconote; la seconda speciali illustrazioni senza retino.
Confezionatura. - In genere fa parte dell'attività di stamperia vera e propria, ma può anche essere concentrata in un'unica attività specializzata. Per confezionatura si intende la trasformazione finale del prodotto stampato secondo forme richieste da mercato e in particolare legatura dell'insieme dei prodotti stampati, rilegatura. Comprende tutta l'attività di cartotecnica e dell'imballaggio intesa come confezionatura del prodotto stampato in etichette, sacchi, buste, astucci pieghevoli in qualsiasi tipo di materiale adatto alla stampa.
Fonderia di caratteri. - Questa attività comprende la fabbricazione (in metallo, in legno, in materiale plastico) di caratteri da stampa destinati alla composizione a mano in caratteri mobili, di bianchi di tutte le caratteristiche, interlinee e spazî. La fabbricazione comprende il disegno, l'incisione e la fusione. Questa industria, legata alla sorte della tipografia, è in declino sia per l'utilizzazione di macchine compositrici, sia per la diffusione della foto-composizione.
Fotomeccanica. - Può essere concentrata in un unico stabilimento, ma può far parte di un'attività specializzata industriale che comprende la fabbricazione di clichés, lastre, cilindri, matrici in metallo o materie plastiche realizzate con sistemi fotomeccanici per qualunque sistema di stampa, sia per stampa in nero sia per stampa in colore.
Stereotipia e galvanoplastica. - Comprende il raddoppio con processo a base di pressione, a fusione, e deposito elettrolitico di clichés, lastre e cilindri destinati alla stampa o ad altre fabbricazioni.
Possibilità odierne dei varî processi di stampa. - La tipografia è ancora il processo che più si adatta a tutti i tipi di lavoro ed è i l sistema più utilizzato. La formazione della pagina è fatta con e le menti metallici a struttura geometrica e ne risulta quindi una rappresentazione schematica poco adatta a lavori molto mossi o di fantasia. Il processo può essere o no fotomeccanico.
La qualità del lavoro è differente secondo che si operi con macchine rotative o con macchine a foglio: in queste ultime le impronte in testo sono nette, la pressione dei clichés perfetta, il registro ottimo e la continuità della qualità di stampa è regolare dall'inizio alla fine. È facile benché ingombrante conservare la composizione e i clichés per una eventuale ristampa e le correzioni sono sempre possibili in qualunque fase del lavoro.
Sulla macchina a fogli si possono ottenere in media, nelle condizioni normali, tirature fino ai seguenti valori:
sulle rotative queste cifre diventano
Le prime cifre riguardano la stampa a clichés mezzatinta, le seconde il testo.
Le velocità massime orarie di tiratura per le diverse macchine sono: platine,3500 fogli; macchine bianco, da 3500 a 4500 fogli/ora; macchine rotative a fogli con colori, da 6000 a 8000 tirature; macchine rotative a più colori, da 4000 a 6000 tirature; rotative speciali, fino a 15.000 giri/ora; rotative da giornale, fino a 30.000 giri/ora.
L'offset, processo sempre fotomeccanico, partendo da una sola composizione fotografica o patinata consente di fare delle copie anche ripetute sulla lastra della macchina. Nella stampa in offset la conformazione dell'impaginatura è libera e quindi permette schemi meno strettamente classici e più fantasiosi che in tipografia. Tra le macchine a fogli e le rotative la differenza di qualità è meno sensibile per il testo; le illustrazioni sono buone e ben modellate ma con registro meno preciso della tipografia; la tiratura è meno regolare che in tipografia, l'esattezza della riproduzione è meno buona. Sulle macchine a foglio le tirature massime sono fino a 7000 copie/ora. Una lastra in albumina sopporta in media da 50.000 a 75.000 tirature, una lastra in offset inciso da 150.000 a 200.000, una lastra bimetallica da 600.000 a 700.000 e in certi casi anche più di un milione.
Nella rotocalco, processo sempre fotomeccanico, l'impostazione del testo è molto libera e sono veramente possibili tutte le fantasie nelle impaginazioni; grazie all'essiccamento gli stampati possono essere manipolati e allestiti subito dopo l'uscita dalla macchina, ma i rischi dell'incisione e del trasporto fanno sì che l'esattezza dell'impronta è a volte incerta. La differenza di qualità tra la stampa con rotative e quella con macchine a fogli è la stessa della stampa in offset: su una macchina a foglio una placca o un cilindro possono lavorare dai 15.000 ai 20.000 esemplari, se cromati fino a 200.000; su una rotativa un cilindro non cromato può raggiungere dai 200.000 ai 250.000 esemplari, se cromato fino a 1.000.000. Questi valori dipendono molto dal tipo di macchina, dalla pressione di stampa, dall'essiccamento e dalla possibilità di eliminare la cromatura dal cilindro per ricromarlo di nuovo.
Particolari delle varie industrie. - Si accenna ora sinteticamente alle più importanti innovazioni tecniche realizzate nei varî processi industriali ai fini di una maggiore meccanizzazione dei cicli produttivi o per una automazione.
Tipografia. - La composizione a mano è rimasta quella tradizionale, sia nella tecnica esecutiva sia nella organizzazione del lavoro e nei mezzi utilizzati. Nella fase di composizione di testi si ha ormai la tendenza a accentrare tutte le composizioni sulle macchine compositrici sia del tipo a riga intera (linotype), sia del tipo a caratteri mobili (monotype), limitando la composizione a mano al completamento dell'impaginazione, in particolare per l'introduzione di righe o parti di righe a testo misto, di righe o fregi, di filetti, titoli, ecc. Recentemente è stata introdotta sul mercato una macchina compositrice a caratteri mobili, capace di comporre caratteri a testi misti. Per i titoli ci si è orientati sulla composizione di matrici a mano e fusione di righe intere composte che facilita notevolmente l'impaginazione (Ludlow).
Per aumentare la velocità di battuta nelle macchine compositrici a righe è stata introdotta la composizione a nastro perforato che permette di accoppiare due o più macchine fonditrici a velocità intorno alle 12.000 battute l'ora ed una tastiera perforatrice (sistema Teletypesetter). Le macchine compositrici comandate dal nastro sono completamente automatiche e richiedono all'operatore solo un'attività di controllo che può essere effettuata contemporaneamente su più macchine in lavorazione.
Nella tecnica della fotoincisione zincografica, per l'incisione sia a tratto sia a retino, ai sistemi tradizionali di incisione chimica effettuata a mano con successive coperture, si va affiancando l'incisione chimica a macchina continua senza coperture ottenuta con il sistema Dow. Essa è basata sulla utilizzazione di un prodotto emulsionato formato con una catena di gruppi grassi aventi all'estremità un gruppo acido: questa, nella operazione di incisione, determina la formazione di una pellicola protettiva sull'incisione stessa, la quale può essere eliminata solo nel fondo della incisione mediante azione meccanica svolta dal prodotto emulsionato proiettato perpendicolarmente sulla superficie della lastra. È così possibile continuare l'incisione senza danneggiarne i fianchi. Questo sistema, utilizzato per lastre a magnesio, è stato recentemente introdotto anche per lastre in zinco.
La zincografia dispone inoltre, come tutte le tecniche della fotomeccanica, di macchine fotografiche speciali, sia verticali (cioè con il portaobiettivo verticale ed il portaoriginale orizzontale), sia orizzontali (cioè con il portaobiettivo orizzontale e il portaoriginale verticale), di grande formato, montate su stativi antivibranti, con possibilità di filtraggio dei varî colori per la selezione fotografica.
Particolari progressi sono stati fatti nelle macchine selezionatrici del colore. Recentemente è stata messa in commercio una macchina elettronica per selezione rapida dei colori basata sul principio di scansione adottato nella televisione: un dispositivo di lettura trasmette, selezionando dall'originale illuminato, dei fasci luminosi di intensità variabile corrispondenti alle densità dei colori nei punti esplorati. Questi fasci vengono convertiti in corrente elettrica e filtrati in tanti circuiti quanti sono i colori selezionati. La corrente circolante nei circuiti viene riconvertita in fasci luminosi ciascuno dei quali esplora una lastra fotosensibile creando la immagine selezionata in un colore. Sempre basata sull'utilizzazione di cellule fotoelettriche è stata di recente introdotta l'incisione meccanica dei clichés che impiega una cellula fotoelettrica per esplorare l'immagine da riprodurre. Mediante impulsi differenti a seconda delle zone di ombra o di luce dell'immagine, la cellula comanda un punzoncino riscaldato termicamente che incide per fusione un foglio di plastica realizzando così la incisione del cliché. Di questi tipi di macchine clicheografiche a cellula fotoelettrica esistono parecchie versioni alcune delle quali funzionano incidendo meccanicamente la lastra senza parziale fusione, altre funzionano con punzoni riscaldati.
Anche la stereotipia in piombo, nata per la realizzazione di lastre curve per le rotative di giornali, ha avuto particolari sviluppi anche come duplicatrice di forme per grandi tirature. Inoltre, la duplicazione delle forme si è giovata dei processi di copertura metallica con sistemi galvanici. Occorre però tener presente che questa tecnica ha subìto una forte concorrenza, da un lato dalla stereotipia plastica e in gomma, dall'altro dalla introduzione di macchine per incisione fotomeccanica sia elettronica sia chimica senza copertura.
La tecnica della stereotipia di lastre curve, tuttora alla base della stampa dei quotidiani, comprende la preparazione del flano dalla composizione e la fusione dell'impronta nella forma per ottenere la lastra curva. La tecnica ha segnato notevoli progressi, in particolare nell'introduzione di presse idrauliche fino a 200 tonnellate nella composizione del materiale dei flani e nella rifinitura automatica delle lastre con macchine continue che permettono lo sbaveggio, la fresatura e il raffreddamento della lastra in una sola operazione, macchine capaci di trattare fino a 5 lastre curve al minuto.
La plastotipia opera con clichés non metallici a base di materie plastiche e con flani o matrici basate su materie plastiche del tipo termoindurente. La tecnica comprende, l'impostazione della forma, la creazione della matrice a pressione, la fusione ottenuta con materiale termoplastico. La plastotipia assume importanza sempre maggiore nella tipografia moderna perché i clichés in plastica o in gomma sono leggeri, solidi, maneggevoli e utilizzabili per svariati tipi di lavoro e la loro fabbricazione è rapida e non danneggia le forme di stampa.
L'operazione di stampa vera e propria è oggi eseguita in genere con macchine ad alimentazione automatica. Poiché, dal punto di vista industriale, un vero inconveniente della stampa a rilievo è quello di risentire differenze di livello fra i varî elementi della forma intorno ai due centesimi di mm, differenze che impongono una serie di operazioni (avviamento) durante le quali le macchine restano inattive, l'orientamento moderno è quello di eliminare tutte le differenze di livello, nella fase di marginazione delle varie pagine nel telaio, utilizzando una adeguata attrezzatura di controllo con calibri di precisione e macchine spianatrici: questa fase viene detta preavviamento e riduce notevolmente i tempi morti delle macchine.
Per quanto riguarda le macchine, l'orientamento industriale ha ridotto notevolmente l'importanza delle platine, sia a pressione parallela sia a cerniera, salvo per particolari macchine automatiche molto veloci. Nelle macchine piano-cilindriche il tipo ad arresto del cilindro è ancora molto diffuso specie nei modelli a medio formato. Esso presenta ancora notevoli vantaggi particolarmente nel registro frontale che viene effettuato direttamente sul cilindro durante la fase di arresto.
I principali miglioramenti introdotti ai fini dell'aumento della velocità di stampa e della perfetta esecuzione del lavoro sono: nella struttura delle macchine del tipo a monoblocco, a centro di gravità molto basso; nell'uscita del foglio in cui sono stati eliminati fili e bacchette sostituiti con tamburi o catene di trasporto e di rovesciamento variamente combinati a seconda del modello di macchina; nel movimento degli organi di stampa studiato in modo di avere il migliore sincronismo possibile fra piano portaforma e cilindro di pressione e le minime azioni dinamiche nel moto alternativo.
I modelli di macchine a giro continuo o a doppio giro hanno avuto notevole sviluppo con l'introduzione delle pinze oscillanti e con la possibilità, data dal percorso del foglio con uscita sul fronte opposto a quello di entrata (contrariamente alle macchine ad arresto, nelle quali il foglio entra ed esce dallo stesso lato), di utilizzare notevoli altezze di carica delle pile di carta. Le macchine a doppio giro sono in genere di grande formato, hanno il moto del carro con meccanismo a specchi e ingranaggio mobile e sono munite di uscita a catena.
Anche le rotative dei giornali hanno subìto notevoli sviluppi sebbene negli organi principali siano rimaste immutate. In particolare sono state introdotte rotative piccole da 32 pagine con incastellatura compatta, ad una o due uscite allestitrici. L'alimentazione della carta nelle grandi rotative è stata automatizzata utilizzando un portabobina a stella a tre attacchi di bobina e con meccanismo di sostituzione automatica della bobina esaurita senza necessità di arresto della macchina.
È recentissima una ripresa delle rotative da foglio in relazione alla migliorata e più economica tecnica di preparazione delle lastre curve (sistema Dow, stereotipia in plastica, lastre al nailon). Con queste macchine si possono raggiungere le velocità di tiratura della offset e su questa strada si può prevedere una ripresa della tipografia nel campo dei prodotti commerciali rispetto alla offset. Si prevede anche nel campo della tipografia un notevole sviluppo della fotocomposizione con la graduale scomparsa del piombo.
Rotocalco. - La stampa con il sistema a incavo, in particolare la stampa rotocalco, con le forme ricavate completamente con processo fotomeccanico, ha ricevuto un notevolissimo impulso con la diffusione dei giornali e periodici illustrati. La diffusione in ogni nazione di questo prodotto a rapido consumo e a grande tiratura ha permesso di impostare grandi complessi completamente meccanizzati in cui dominano le grandi rotative a sei o più gruppi stampanti. Oltre alla stampa di riviste, la rotocalco ha un notevole impiego nell'industria degli imballaggi in carta, cartone e contenitori in plastica.
I principali sviluppi della r. riguardano le caratteristiche delle macchine e la composizione dei testi che oggi si tende a risolvere con due nuove strade: la dattilo-composizione utilizzante macchine da scrivere con caratteri variabili che direttamente giustificano le righe battute, o del tipo a nastro perforato nel quale la giustificazione avviene in una macchina ripetitrice ad elevata velocità di battuta e comandata dal nastro; la fotocomposizione vera e propria che utilizza macchine compositrici identiche in alcuni casi, per quanto riguarda le caratteristiche di funzionamento, alle compositrici meccaniche in piombo, ma nelle quali le matrici ad incisione sono sostituite da matrici trasparenti e la fusione è sostituita con la fotografia delle matrici composte.
Poiché nella stampa a rotocalco l'inchiostro, molto liquido, usato nelle rotative si fissa sulla carta per evaporazione del solvente, l'evaporazione - in particolare nelle macchine veloci - deve essere attivata. Nelle rotative a più colori nasce perciò la necessità di complessi essiccatori che possono essere del tipo ad aria calda soffiata o del tipo a raggi infrarossi.
Le rotative da nastro utilizzano gli stessi sistemi di alimentazione e di allestimento finale delle rotative tipografiche, ma sono caratterizzate dal fatto che ogni gruppo stampante è isolato nella propria struttura per dare alla carta un certo percorso di essiccamento nel quale si inserisce lo essiccatore; il gruppo stampante è reversibile per permettere il passaggio della carta nei due sensi. La ricerca per aumentare la produzione ha portato, oltre all'aumento della velocità, alla semplificazione delle manovre. In particolare sono stati meccanizzati il montaggio dei cilindri, il controllo del registro, il controllo della pressione da stampa, l'alimentazione del nastro con il portabobina a stella e il cambiobobina automatico.
Per ragioni di economia produttiva e per ragioni di igiene sociale tutte le macchine rotocalco sono oggi munite di apparecchiature di aspirazione dei vapori del solvente e sono a perfetta tenuta rispetto all'esterno. I vapori del solvente vengono recuperati in impianti di recupero a distillazione e fissaggio con carbone attivo.
La calcografia, che stampa con lastra incisa con sistemi meccanici o a mano, è ormai utilizzata per stampe di lusso e per la stampa dei valori e banconote. Anche in questo campo, però, pur restando la tecnica di preparazione delle forme quella tradizionale che parte sempre dall'incisione a bulino a mano, sono state introdotte macchine moderne nelle quali la pulizia delle lastre viene eseguita con la trielina invece che con catene di tele rotanti; queste macchine sono dotate di mettifogli automatici, hanno raggiunto velocità di tiratura non lontane da quelle degli altri sistemi di stampa.
Offset. - Il sistema della stampa in piano litografica si è decisamente affermato con il sistema di stampa indiretta (offset), in particolare per il lavoro commerciale, per la sempre maggiore praticità ed economicità della preparazione delle forme e per la velocità di tiratura delle macchine a foglio aventi organi di stampa rotativi.
Per quanto riguarda la preparazione dei testi, anche in questo campo si vanno sempre più affermando la dattilo-composizione e la fotocomposizione, mentre per quanto riguarda il processo di preparazione delle lastre di zinco, è molto diffuso quello per l'inversione inciso, nel quale, contrariamente al sistema classico litografico, si parte da un positivo e lo strato fotosensibile tannato sviluppato rappresenta sulla placca una immagine negativa. Questa immagine viene sviluppata in positivo per mezzo di una leggera incisione della parte destinata a diventare immagine stampante. Di recente sono state introdotte le lastre presensibilizzate, in particolare utilizzate per le piccole offset, con una base di fogli di alluminio coperti di uno strato sensibile. Diffuse anche le lastre a 203 strati di metallo differenti. Queste lastre sono basate sul fatto che alcuni metalli come il cromo, sono facilmente bagnati dall'acqua e meno dai corpi grassi, mentre il contrario avviene per il rame che ha più affinità per i corpi grassi che per l'acqua; le immagini stampanti si ottengono perciò basandosi su un metallo recettivo all'inchiostro, avente nelle zone da non stampare un metallo recettivo all'acqua e meno affine all'inchiostro.
La stampa in offset si è particolarmente affermata nell'uso di macchine per stampa in fogli, ad uno o più colori, in bianca e volta. Nei grandi formati, le macchine in genere sono munite di mettifogli e levafogli ad alta pila con speciale mettifoglio a pressa posteriore e avanzamento a squame che permette, a parità di registro, una migliore alimentazione del foglio. Le principali innovazioni su questi tipi di macchine sono: nella trasmissione del movimento ai tre cilindri di stampa (portalastra, portagomma e di pressione) per assicurare il perfetto sincronismo e l'assenza di vibrazioni; nel sistema di bagnatura, in particolare per evitare gli inconvenienti della evaporizzazione e della emulsionatura. Attualmente tutti gli sforzi sono rivolti a un miglioramento di questo sistema che rappresenta il punto debole di queste macchine; si ritiene che l'unica soluzione sia quella di avere l'elemento che agisca come l'acqua già incorporato nell'inchiostro.
Si hanno grandi macchine con fogli per stampa in bianca e volta utilizzanti lo stesso cilindro di riporto; la tendenza è poi verso macchine a più colori formati da elementi simili perfettamente identici accoppiabili, a seconda delle richieste, fino a 6 colori. Dal punto di vista meccanico, questo accoppiamento può essere fatto con una trasmissione unica e alimentazione a catena del foglio o a comando con motore singolo per ogni elemento e sincronizzazione elettronica e trasporto del foglio a scambio di pinze.
Un vero successo hanno ottenuto le piccole macchine offset per stampa le quali utilizzano le lastre presensibilizzate in cui l'immagine viene ottenuta con la dattilo-composizione per i testi e con la xerografia per le illustrazioni. Il processo xerografico, o processo a elettricità statica, è un sistema in pieno sviluppo che probabilmente rivoluzionerà la tecnica industriale della stampa. Si basa sul principio della fotoconduttibilità e cioè l'attitudine di certi corpi isolanti a divenire conduttori sotto l'azione della luce e sull'effetto tribo-elettrico cioè l'attrazione elettrica che esiste in due corpi dissimili messi in contatto. La placca fotoconduttrice è costituita da un supporto conduttore metallico o carta metallizzata e la sua superficie è coperta con materiale fotoconduttore. Lo sviluppo dell'immagine ottenuta per illuminazione attraverso l'originale della placca si esegue con polvere che, attirata nelle zone elettricamente caricate, vi aderisce fortemente. Il fissaggio delle immagini è ottenuto a caldo trasportando la copia su carta.
Serigrafia. - Questo sistema di riproduzione, le cui origini si fanno risalire ai Cinesi, ha avuto negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale un improvviso sviluppo, in particolare per la stampa di grandi manifesti pubblicitarî (anche con inchiostri fluorescenti) ma anche per la stampa di tessuti, di materie plastiche, di contenitori in vetro o ceramica. Questo sistema di riproduzione, la cui tecnica è ancora di carattere artigiano o semi-industriale, è basato sul filtraggio dell'inchiostro attraverso una trama di seta tenuta da un telaio i cui fori sono chiusi per la parte non stampante e lasciano passare l'inchiostro per la parte stampante. La preparazione può avvenire sia per semplice decalco a mano, sia con processo fotochimico, con metodo diretto o indiretto. Nel primo la soluzione fotosensibile è spalmata sul telaio di seta ed è seccata all'oscurità; il telaio è poi posto su un tavolo di montaggio a contatto con il positivo da riprendere e illuminato e poi sviluppato con acqua tiepida. Nel secondo si utilizza invece un riporto con carta da trasporto simile a quella usata nell'incisione della rotocalco.
La stampa a mano e a macchina è fatta utilizzando una speciale lama, la quale scorrendo sul telaio spinge l'inchiostro attraverso la seta sul foglio di carta. La stampa richiede un notevole tempo di essiccamento che viene ottenuto montando i fogli stampati su particolari telai. Le macchine possono essere automatiche o semiautomatiche. La velocità di stampa delle macchine semiautomatiche è di circa 200-300 copie/ora, nella macchina automatica, di cui esistono modelli fino al formato 86 × 112, raggiunge nei piccoli formati la velocità di 3000 copie/ora.
Flessografia. - La flessografia (o stampa all'anilina) è particolarmente utilizzata per la stampa di sacchi e sacchetti, in particolare per la stampa di contenitori in plastica. Il processo, molto semplice, si basa sull'impiego di gomma vulcanizzata ed impiega inchiostri a base di anilina sciolta nell'alcole e nell'acqua. Attualmente si possono utilizzare forme anche in materia plastica, con armatura metallica nell'interno ottenute con sistemi di stereotipia, contenenti anche testi e mezzatinta a retino a grossa trama. Le macchine hanno organi di stampa rotativi ed in genere partono da bobina: per la loro semplicità costruttiva e per il rapido essiccamento degli inchiostri hanno elevata velocità di stampa.
Allestimento e confezionatura. - Una notevole attività dell'industria grafica, nella quale la necessità di un'economica impostazione industriale ha spinto e spinge al massimo verso una completa meccanizzazione o addirittura automatizzazione, è quella che riguarda l'allestimento e la confezionatura del prodotto. Per allestimento si intende la trasformazione dei fogli o delle bobine, stampate in qualsiasi tipo di materiale, in prodotti ridotti al formato voluto, sia in fogli sciolti, sia in fogli piegati fino a 40 più pieghe, con tutte le operazioni richieste dalla forma del prodotto quali la tracciatura, la fustellatura, la perforatura e l'occhiellatura. Per operazione di confezionatura si intende, invece, più particolarmente l'operazione di presentazione del prodotto stampato ed in particolare la legatura e la rilegatura.
Per la meccanizzazione delle varie operazioni di allestimento sono state introdotte ormai, per tutte le fasi e per tutti i cicli operativi, macchine singole che sostituiscono il lavoro a mano. Si hanno, infatti, macchine automatiche contatrici dei fogli in pila sia meccaniche sia elettroniche, tagliacarte lineari a comando meccanico o oleodinamico che attualmente tendono a trasformarsi in macchine a programma per eventuali tagli sistematici già programmati. Per rendere sempre più agevole la manovra dei tagliacarte, oltre alla struttura robusta di queste macchine e alla semplicità dei comandi, recentemente è stato introdotto anche il piano a cuscino d'aria che agevola le manovre di spostamento delle pile di carta.
Le piegatrici possono essere del tipo a coltello o a castelletto, a 3 o 4 o più pieghe, con mettifoglio automatico, e possono raggiungere velocità di piegatura fino a 6000 esemplari/ora. La cucitura a punto viene oggi effettuata su cucitrici a pedale o a motore con comando a pedale, la cucitura a filo refe su macchine semi-automatiche e con mettifoglio automatico. Tutte le altre macchine operatrici sono state ormai motorizzate e spesso sono munite di alimentazione automatica con mettifoglio automatico o a steccatore.
Per quanto riguarda la confezione, si accenna in particolare alla costruzione di linee automatiche che compiono contemporaneamente più operazioni sul prodotto, quali le macchine raccoglitrici a cavallo e cucitrici a punto metallico munite di un complesso trilaterale per rifinitura finale, le quali automaticamente confezionano riviste inserendo la copertina, cucendola con uno o più punti e rifilandola ai tre lati. Queste linee hanno trovato particolari applicazioni negli stabilimenti che stampano riviste illustrate in rotocalco.
Le macchine brossuratrici, che confezionano il volume cucito applicando rinforzo di carta o tela sul dorso e la copertina, arrivano alla velocità di 4000 volumi/ora. Una particolare innovazione si è avuta nella legatura senza cucitura con colla plastica che, abolendo le operazioni di cucitura, ha notevolmente semplificato le operazioni di legatura. Questa tecnica è relativamente semplice, i volumi sono raccolti a macchina poi fresati sul dorso in profondità e quindi cosparsi con un notevole strato di colla plastica sul dorso e copertinati. Tutte queste operazioni sono in genere effettuate con un'unica macchina alla velocità di 3000 volumi/ora.
La rilegatura è rimasta in particolare allo stato artigiano trattandosi molto spesso di una lavorazione a sfondo artistico. Sono, però, stati introdotti, anche in questo campo, complessi automatici che confezionano le copertine sia in carta, sia in tela e automaticamente le applicano sul volume raccolto e cucito.
Particolari organizzazioni industriali. - Nella progettazione di grandi stabilimenti si tende, con concetti non dissimili da tutte le altre industrie, a raggruppare in testa tutti i reparti di preparazione delle forme con qualsiasi sistema, nel centro le macchine da stampa che confluiscono in un unico reparto di allestimento e confezionatura e quindi ai reparti spedizione. Qualche volta si possono invece creare linee di produzione in serie che utilizzano macchine combinate.
In particolare, nelle grandi industrie in cui è prevista la produzione spesso annuale di uno stesso prodotto, si utilizzano macchine automatiche combinate nelle quali vengono inseriti gruppi stampanti e gruppi di allestimento che lavorano in perfetto sincronismo per cui dalla bobina si ottiene il prodotto finale perfettamente stampato e confezionato. I gruppi stampanti possono essere previsti in qualsiasi tipo di stampa e le macchine possono essere impostate su un qualsiasi programma di lavoro variando le caratteristiche dei gruppi stampanti e gli utensili dei gruppi allestimento. Queste macchine sono utilizzate per la produzione di formularî normali o formularî speciali per Centri meccanografici, di moduli con o senza carta carbone, di prodotti di cartotecnica quali sacchi, sacchetti, buste, astucci pieghevoli ecc.
Per l'automazione completa, specie nella confezionatura, le macchine o complessi automatici, che comprendono un insieme di operazioni, sono collegate da trasportatori sia del tipo a catena aereo, sia del tipo a rulli.
Gli stabilimenti attualmente tendono ad essere sviluppati in piano per la notevole incidenza sul costo industriale del trasporto del prodotto stampato o da stampare ed in particolare in tutti gli stabilimenti, oltre a prevedere gli impianti ausiliarî, si tende oggi ad introdurre l'aria condizionata sia sotto forma di impianti parziali sia con la condizionatura totale di tutti i locali dello stabilimento. L'introduzione dell'aria condizionata presenta notevoli vantaggi produttivi, in particolare per la stabilità del prodotto, per la riduzione dei fenomeni di elettricità statica e per la costanza di essiccamento degli inchiostri.
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