Miller, Arthur
Commediografo e sceneggiatore statunitense, di origine ebraica, nato a New York il 17 ottobre 1915. L'attività cinematografica del grande commediografo è stata sporadica ma significativa. In essa bisogna distinguere tra le rare sceneggiature originali e quelle, non sempre sue, per i film tratti dalle sue opere. Al primo gruppo appartengono sostanzialmente la sceneggiatura di The hook del 1951, mai portata sullo schermo né pubblicata, e quella di The misfits (Gli sbandati), realizzata per la regia di John Huston nel 1961, che si rivelò un insuccesso commerciale, ma anche un film-culto per molti motivi: fu infatti l'ultima apparizione di Clark Gable, qui nella parte del vecchio cowboy, e segnò l'apoteosi di Marilyn Monroe, splendidamente valorizzata nella sua innocente carnalità.Laureatosi in letteratura inglese all'università del Michigan (1938) per qualche tempo si dedicò al giornalismo. Il suo esordio come autore teatrale avvenne nel 1944 con The man who had all the luck. Era già un affermato drammaturgo quando realizzò la sua prima sceneggiatura originale: il leggendario The hook, ambientato nel porto di New York e il cui protagonista è un lavoratore che lotta sia contro gli armatori, sia contro i corrotti dirigenti del sindacato. Poiché era scoppiata la guerra di Corea, a M. fu chiesto di sostituire i sindacalisti con i comunisti, ma l'autore rifiutò e ritirò il lavoro, echi del quale sarebbero riemersi anni dopo nell'ambiguo On the waterfront (1954; Fronte del porto) di Elia Kazan. Il soggetto e la sceneggiatura del suo secondo lavoro originale per il cinema, The misfits, vennero tratti da M. ‒ durante il periodo in cui era sposato con Marilyn Monroe e si era allontanato dal teatro ‒ da un proprio racconto scritto quattro anni prima. Gli 'sbandati' del titolo sono personaggi dell'ultima frontiera, che si vantano di condurre una vita sana a contatto con la natura, ma il loro mestiere è ambiguo, infatti cacciano, servendosi anche dell'aereo, cavalli selvaggi che poi rivendono a fabbriche di cibo in scatola per animali domestici.
Numerosi sono i film tratti dai suoi lavori teatrali. Il primo, All my sons (Erano tutti miei figli), venne diretto da Irving Reis nel 1948, appena un anno dopo la messa in scena dell'omonima commedia con cui il drammaturgo aveva conquistato Broadway: denuncia di un profittatore che durante la guerra ha consapevolmente venduto al governo parti di aereo difettose. Scoperto ciò, un figlio lo ripudia, mentre arriva la rivelazione che l'altro figlio, aviatore, si era suicidato per la vergogna. Memorabilmente interpretato da Edward G. Robinson, il film si avvalse anche della partecipazione di Burt Lancaster quasi esordiente. Grande successo sulle scene nel 1949, Death of a salesman fu portato sullo schermo due volte, nel 1952 da Laslo Benedek con Fredric March, e di nuovo nel 1985 da Volker Schlöndorff; per quest'ultima edizione, nata per la televisione, ottennero l'Emmy il protagonista Dustin Hoffman e il giovane John Malkovich. Due versioni cinematografiche ebbe anche The crucible, rappresentato nel 1953, cupa storia di caccia alle streghe e di isteria collettiva ambientata nel Seicento tra i padri pellegrini, che in realtà alludeva alle persecuzioni anticomuniste del senatore J. McCarthy (di cui M. fu una delle più illustri vittime): Les sorcières de Salem (1957; Le vergini di Salem) diretto in francese da Raymond Rouleau (che aveva curato anche l'allestimento teatrale parigino), con Yves Montand e Simone Signoret, su adattamento di Jean-Paul Sartre; e The crucible (1996; La seduzione del male) diretto da Nicholas Hytner, con Daniel Day-Lewis e Winona Ryder, su sceneggiatura dello stesso Miller. Del 1962 e con Raf Vallone è la versione, in francese, di A view from the bridge, un altro dei maggiori successi teatrali di M., Vu du pont (Uno sguardo dal ponte), diretto da Sidney Lumet: è una storia di immigrati clandestini approdati dalla Sicilia, in cui torbide e inconfessate pulsioni sessuali spingono il protagonista a rompere il codice d'onore denunciando un congiunto privo di documenti. M. stesso, infine, ha basato sul proprio atto unico Some kind of love story (1982) la sceneggiatura del poco fortunato Everybody wins (1990; Alla ricerca dell'assassino) diretto da Karel Reisz e interpretato da Nick Nolte e Debra Winger. È un omaggio ai noir degli anni Quaranta, con un detective che crede a un'apparente mitomane sostenitrice dell'innocenza di un giovane condannato. Da un racconto di M., Homely girl, a life (1995), il regista Amos Gitai ha infine tratto il film Eden (2001), intervenendo con sostanziali modifiche sul testo originale e, tra l'altro, spostando l'azione dalla New York di ieri all'odierno Stato di Israele. M., che non vi ha collaborato, vi appare tuttavia in una piccola parte. Nel 1987 ha pubblicato l'autobiografia dal titolo Timebends, a life (trad. it. 1988).
Tutti gli studi su M. privilegiano il commediografo. Alcuni cenni sul suo rapporto con il cinema si trovano, tra gli altri, in R. Hayman, Arthur Miller, New York 1972; N. Carson, Arthur Miller, New York 1982; Arthur Miller, new perspectives, ed. R.A. Martin, Englewood Cliffs (NJ) 1982.
Sui due fondamentali film The crucible e The misfits v. The crucible in history and other essays, London 2000, scritto dallo stesso M., e A. Miller, S. Toubiana, The misfits. Story of a shoot, London 2000.