Statista inglese (Whittinghame 1848 - Woking 1930). Deputato conservatore dal 1874, fu primo ministro dal 1902 al 1905. Come ministro degli Esteri fu estensore del messaggio noto come dichiarazione Balfour (1917), con il quale il governo britannico si impegnava a facilitare "la creazione in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico" senza "pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina, o i diritti e lo status politico goduti dagli Ebrei in qualunque altro paese".
Figlio di un nobile scozzese, entrò ai Comuni nel 1874, facendo le sue più importanti esperienze come segretario privato dello zio, lord Salisbury. Determinante per il suo orientamento filosofico-religioso fu l'influsso del cognato H. Sidgwick: nel 1879 B. pubblicava una Defence of philosophic doubt, in cui - opponendosi al corrente scientismo naturalistico - riaffermava i diritti della coscienza e la spiritualità religiosa. Il suo atteggiamento problematico rompeva dall'interno il conservatorismo, sempre più irrigidito nella resistenza al radicalismo, aprendo larghe possibilità alla tolleranza e al compromesso politico. E da una tendenza all'equilibrio e al compromesso fu infatti dominata l'attività politica del B.; dal 1902 B., già capo (1895) della maggioranza parlamentare, era successo allo zio e aveva al suo attivo l'Education Bill (1902) e l'istituzione del comitato di difesa imperiale. Ma la pressione del movimento laburista e l'opposizione liberale, denunciarono presto l'inadeguatezza di B., cui non mancarono aspre riserve da parte dei compagni, pronti a rovesciare sull'uomo le responsabilità e l'inefficienza politica del partito. B. si ritirò nel 1911), dedicandosi allo studio: e nel 1914 usciva la sua opera più importante, Theism and humanism, in cui era ripresa la problematica dell'operetta giovanile. Dal 1915 al 1922 fu continuamente in carica, come primo lord dell'Ammiragliato o come ministro degli Esteri: sono legate al suo nome la dichiarazione del 1917, la fondazione della Società delle Nazioni, e la conferenza di Washington per il disarmo navale. Dimessosi (1922), fu nominato conte. Tornò dal 1925 al 1929 come ministro degli Esteri nel gabinetto Baldwin.