FRANCHI, Artemio
Laureato in economia e commercio, industriale del settore del petrolio, è stato figura dominante nello sport italiano, estendendo progressivamente la sua sfera di influenza anche in ambito calcistico internazionale, tanto da arrivare alla presidenza dell'UEFA e della Commissione arbitri mondiale. Dopo un'iniziale attività arbitrale, ha dato avvio alla carriera dirigenziale reggendo per circa un anno la segreteria della Fiorentina, tra il 1951 e il 1952. Presidente della Lega di quarta serie nel 1958, della Lega semiprofessionisti dal 1959 al 1965, commissario straordinario dell'Associazione italiana arbitri dal 1959 al 1961, entra successivamente in alcune commissioni dell'UEFA. Nel 1967, dopo che l'Italia era stata eliminata dai Mondiali dell'anno precedente a opera della Corea del Nord, viene eletto presidente della FIGC, incarico che ricoprirà per dieci anni, riorganizzando la Federazione e portando la nazionale al titolo europeo (10 giugno 1968) e alla finale mondiale in Messico nel 1970. Il 15 marzo 1973 viene eletto presidente dell'UEFA (di cui era vicepresidente dal 1968), carica che conserverà fino alla morte. La FIFA, per il suo valore e il suo prestigio, lo nomina presidente della Commissione arbitri e membro della Commissione tecnica. Nell'agosto 1978 torna al vertice della FIGC, rimanendo in carica fino all'agosto 1980, quando si dimette, oberato dai troppi impegni internazionali. Intanto, nel maggio 1980, ha vinto la battaglia per la riapertura delle frontiere e per il tesseramento di un calciatore straniero per ogni squadra di serie A. Ha un ruolo decisivo nella conquista del titolo mondiale dell'Italia nel 1982. Muore in un incidente stradale, venerdì 12 agosto 1983, quando la sua auto si schianta frontalmente contro un camion, mentre rientrava da Vescona (Siena) dopo una cena con il fantino Silvano Vigni.