artefice
Termine usato soltanto nel Convivio, non solo nel significato proprio di " creatore di cose d'arte ", di " artista ", ma anche, in senso più esteso, come " artigiano ", e, ancora più largamente, " operatore delle arti liberali ", fino a comprendere tutti i significati del latino artifex (nella Commedia, peraltro solo in rima, D. usa invece ‛ artista '): Cv IV IX 10 in ciascuna arte e in ciascuno mestiere li artefici e li discenti sono, ed esser deono, subietti al prencipe e al maestro di quelle, in quelli mestieri ed in quella arte; con lo stesso significato a. compare altre due volte nel corso dello stesso capitolo (§ 12). Anche nell'edizione del '21 la parola compare una terza volta, nello stesso capitolo (§ 13): e in queste [cose] li discenti a lo artefice, o vero maestro, subietti non sono; la Simonelli legge invece li discenti a lo maestro subietti non sono. Più precisamente, con il significato di " operatore " dell'arte, in IV VI 6 Intra operarii e artefici di diverse arti e operazioni, ordinate a una operazione od arte finale, l'artefice, o vero operatore di quella, massimamente dee essere da tutti obedito e creduto. Per estensione è riferito alla natura umana che crea l'uomo: III IV 7 E così non dovemo lodare l'uomo per biltade che abbia da sua nativitade ne lo suo corpo, ché non fu ello di ciò fattore, ma dovemo lodare l'artefice, cioè la natura umana. In IV XV 8, citando un passo delle Metamorfosi di Ovidio, D. traduce " opifex rerum " con artefice de le cose, riferendolo a Dio stesso. In IV VI 7 si riferisce ad Aristotele, considerato come il più grande maestro e artefice di tutti i tempi, per aver ‛ creato ' gli strumenti per acquistare la scienza e l'arte. In I XI 13 E chi vuole vedere come questo ferro è da biasimare, guardi che opere ne fanno li buoni artefici, nel corso della polemica a favore' del volgare, li buoni artefici sono i buoni dicitori in lingua volgare. Il vocabolo è presente in Chiaro Ancor mi piace 9.