INDOCINA, Arte dell'
1. Età neolitica. − Non si ha testimonianza in Indocina di alcuna pratica d'arte che sia anteriore al Neolitico. I pochi frammenti di ceramica, decorati ad intreccio vegetale, rinvenuti associati a strumenti di pietra levigata in strati tardo-mesolitici, pare non risalgano oltre gli inizî del III millennio a. C. e si ricollegano verosimilmente a prime culture neolitiche.
I complessi di materiali, individuati per il Neolitico nelle diverse regioni, possono, in base alle fogge dello strumentario litico, distinguersi, con criterio tipologico, in culture dell'ascia a sezione ellittica, dell'ascia a spalla, dell'ascia quadrangolare. Quest'ultima occupa un posto di principale importanza in una fase neolitica avanzata, e determina nelle regioni del S-E asiatico uno sviluppo culturale unitario. Pervenuta in Indocina fra la metà del III e la metà del Il millennio a. C., probabilmente da regioni settentrionali, dovette in un primo tempo diffondersi nell'Annam e, verso l'interno, nel Siam, mentre lungo le coste orientali perveniva nel Cambogia e nel Vietnam, e si irradiava quindi nella penisola di Malacca e nell'arcipelago dell'Indonesia. A questa cultura si rimanda, da parte di taluni studiosi, la diffusione nell'Asia sud-orientale di una larga pratica megalitica. I monumenti che le si attribuiscono, comprendono costruzioni e strutture a destinazione civile, religiosa e sepolcrale: piattaforme e luoghi di riunione, terrazze degradanti, altari, strutture piramidali a gradoni, dolmen, menhir, cippi funerari, ecc. Si documenterebbero inoltre gli inizî di una grande statuaria in pietra in cui predomina la figura umana, sia maschile che femminile, in rappresentazioni rozze, talora steatopigiche.
È da dire tuttavia che, seppure la distribuzione geografica del fenomeno megalitico nelle regioni del S-E asiatico, coincide con la distribuzione della cultura dell'ascia quadrangolare, fino ad oggi nessun monumento si è potuto con sicurezza datare ad età neolitica.
Per tutta questa epoca la lavorazione della ceramica non sembra, in generale, sia stata oggetto di particolare interesse. Si rivela infatti di impasto grossolano, con alte percentuali di sabbia, e di colore bruno-rossastro, fortemente ossidata. Elementari si presentano le fogge (ciotole, orci, vasi ad otre) e assai povero è il repertorio ornamentale, che raramente va oltre l'impressione a intreccio vegetale e a motivi a graticcio. In una categoria a parte si inquadra però un tipo di ceramica di impasto più fine e di colore bruno-nerastro, in cui ricorrono fogge più elaborate (ad esempio, coppe ad alto piede), e l'ornamentazione si dispiega talora in bande sinuose. Vi si deve avvertire probabilmente una prima influenza dall'arte del bronzo, al cui contatto sappiamo che le culture del tardo Neolitico dell'Indocina vennero completamente rinnovandosi. Infatti, negli stadî finali rivelati dalle stazioni di Sam-rong-sen nel Cambogia e di Luang Prabang nel Laos − definite da taluni tipiche di una situazione culturale di transizione alla civiltà del metallo − la ceramica, che è di già lavorata al tornio, documenta un repertorio morfologico e ornamentale che riporta direttamente all'arte del bronzo. In una prevalente composizione di temi geometrici, troviamo motivi a bande e a riquadri, con disegni a spirali e meandri, zig-zag, figure rettangolari a quadrati, cerchi e rosette.
2. Età del Bronzo e del Ferro. − La diffusione del bronzo in Indocina è probabilmente anteriore alla metà del I millennio a. C.; P. V. van Stein Callenfels ne ha fissato l'introduzione intorno al 6oo. Innegabili i contatti (principalmente in Birmania) con le culture del bronzo dell'India (v. indiana, arte); e riconosciuti alcuni apporti dalle culture delle steppe dell'Asia centrale (v. animalistico, stile; siberia), pare tuttavia che alla diffusione del bronzo in Indocina abbia presieduto una espansione culturale dai centri metallurgici della Cina (v. cinese, arte) e dell'Estremo Oriente settentrionale. Tale espansione sarebbe avvenuta direttamente dai centri principali dello Yunnan, ed attraverso il Tonchino e l'Annam, fino a tutte le regioni del S-E asiatico (v. indonesia, arte; malese, arte).
Nessuna località di una prima Età del Bronzo si è fino ad oggi scoperta. Nella parte settentrionale dell'Annam, lo stanziamento di Dong-so'n e la sua celebre necropoli risalgono ad epoca tarda e testimoniano già la conoscenza del ferro, quantunque in misura esigua.
Gli oggetti di bronzo comprendono spade, daghe, asce cerimoniali e da combattimento, punte di frecce e di lance, fibbie di cinture, statuette e pendenti a figurine umane stilizzate, specchi, vasi, monili. Una ricca decorazione ricorre nella maggior parte di essi in un repertorio ornamentale unitario, che alterna e affianca motivi geometrici a temi di spunto naturalistico, essenzialmente schematici e stilizzati.
Diversi riscontri in questi contesti di alcuni tipi di strumenti − quali asce e punte di lancia a codolo tubolare, spade a due taglienti, fibbie di cinture decorate a doppie spirali − e statuine e pendenti di bronzo in figura umana, dal capo provvisto di acconciatura spiraliforme o a volute, affini ad oggetti e strumenti analoghi di culture dell'Età del Bronzo e del Ferro dell'Europa nordorientale e del Caucaso, hanno indotto alcuni studiosi (principalmente R. Heine-Geldern) ad avanzare un'ipotesi sulla eventualità di una derivazione "occidentale" della cultura del bronzo, che si avvarrebbe pure di molteplici analogie riscontrate anche nel repertorio ornamentale di questi stessi bronzi (disegni a corda, motivi meandriformi e a spirale, disegni a scale, cerchielli congiunti da tangenti oblique, triangoli ed, inoltre, una scelta di temi naturalistici, quali figurine umane e animali, bande con file di cervi, ecc.).
Tipici della cultura di Dong-so'n sono i tamburi di bronzo. Eseguiti forse da principio a imitazione di esemplari in legno, la loro forma consiste in un bacino superiore a profilo arcuato che si imposta su un corpo cilindrico a base leggermente troncoconica. Cavi internamente e privi di fondo, hanno ad elementi di sostegno due o quattro prese a nastro. Riccamente decorati, presentano sul timpano, al centro di un'ornamentazione a fasce concentriche, una stella a diverso numero di raggi, a seconda dei tipi. Altre fasce parallele ricorrono lungo la superficie verticale e sono riempite da motivi a tratteggio e a denti di lupo, disegni meandro-spiralici ed anche figurine umane e animali, spesso raccolte in scene di vita giornaliera. Nei tipi più recenti lo spunto naturalistico va però gradualmente perdendosi.
Gli altri oggetti di bronzo ripetono solitamente questi temi, dando maggiore preferenza ai motivi geometrici.
3. Influenza cinese. − Durante l'Età del Bronzo e del Ferro si ritiene che le regioni del S-E asiatico siano state interessate da una fase ulteriore del megalitismo, che si distinguerebbe da quella dell'età neolitica per una serie accentuatamente ridotta di strutture, per lo più sepolcrali. In Indocina, specie nel Laos, sono state scoperte e datate a quest'epoca numerose tombe dolmeniche e a camera, costruite a lastroni.
Di rilevante importanza fu questa seconda fase del megalitismo nell'Asia sud-orientale per lo sviluppo della scultura e del bassorilievo, che, particolarmente in Indonesia, raggiunge spesso valore d'arte notevole. Il realismo dei temi figurativi e lo stile essenzialmente naturalistico delle composizioni suggeriscono molteplici influenze dall'arte cinese dei Han (v. cinese, arte). Nell'epoca Han (206 a. C. − 220 d. C.), la Cina si avviò, infatti, ad un'espansione culturale, che in Indocina poggiò dapprima su basi di commercio e colonizzazione, e si risolse più tardi in campo politico, con l'annessione all'impero, nel iii a. C., del regno di Nan-yüeh, compreso fra l'attuale regione di Canton e la parte centrale dell'Annam. Il patrimonio artistico di quest'epoca è di pressocché assoluta derivazione cinese. Lo si constata soprattutto nel corredo funebre di numerose tombe del Tonchino e dell'Annam, le quali, fra l'altro, si ricollegano tipologicamente alle contemporanee strutture sepolcrali cinesi.
Sono in massima tombe ad ipogeo con vòlte a chiave, costruite in mattoni e ricoperte da un alto tumulo di terra. La camera sepolcrale risulta talora preceduta da un atrio d'accesso. Nei tipi a camere multiple è frequente una disposizione su pianta a crociera. Sulle pareti dell'ipogeo, sugli stessi mattoni, ricorre talvolta una decorazione a rilievo in motivi lineari prevalentemente geometrici. Assai ricco all'interno delle tombe è di solito il corredo funebre. Comprende oggetti in ceramica, in bronzo, in ferro, ornamenti e monili in oro ed argento, dischi di giada, ecc.
La ceramica si presenta in varî tipi di impasto e di lavorazione: a quella grigia e rossa di fabbricazione locale si aggiunge una ceramica invetriata di color bianco e bruno, che forse proviene direttamente dalla Cina. Nel complesso vi è notevole varietà di fogge: vasi globulari o ad alto collo, vassoi, tripodi, coppe, tazze, piatti, incensori, lucerne, modellini di fattorie e di case, fornelli e pozzetti in miniatura. Una ricca decorazione si esplica su motivi quadrettati o a graticcio, linee oblique, zig-zag, denti di lupo, losanghe, figure romboidali più volte circoscritte, ecc. In alcuni esemplari si esplica pure un'ornamentazione su temi naturalistici di figure animali, fortemente stilizzate.
Ad un'altra classe di ceramiche appartengono le urne funerarie, spesso munite di coperchio e modellate talvolta in forma umana e con tratti zoomorfici.
Gli utensili ed oggetti di bronzo − armi e strumenti, specchi, monete, campane, incensieri, lucerne, statuette e pendenti − si ricollegano strettamente al vasto repertorio dei bronzi cinesi. Gli incensieri e le lucerne ricorrono in varî tipi. Spesso sono in figura umana e animale − di preferenza volatili. La figura umana è resa con la stessa impostazione stilistica che ricorre sulle statuette di bronzo. Sono figurine in prevalenza stanti o genuflesse, di uomini e donne, talora a mani giunte, finemente curate nelle particolarità del vestiario e nei tratti del volto e nelle membra.
Pure alla Cina si ricollegano per quest'epoca alcuni esemplari di scultura in pietra, eseguiti sia con tecnica del tutto tondo che del bassorilievo. In prevalenza, sono opere ancora rozze e pesanti, ma per un accento già palese di forme nuove, possono essere addotte a testimonianza di un primo punto di incontro fra l'esperienza figurativa cinese e quella indiana.
4. Influssi indiani. − A partire dai primi secoli dell'èra cristiana, l'Indocina si aprì definitivamente all'influenza culturale dell'India; e vi si costituirono i primi stati indù: le nazioni dei Pyus, dei Cham, dei Khmer. Nella Birmania, nel Siam, nel Cambogia si formarono i maggiori centri di cultura. L'arte fu essenzialinente religiosa, sia di ispirazione brahmanica che buddistica: ed un' attinenza assoluta si rivela nei primi secoli ai canoni iconografici e stilistici dell'arte di Amarāvatī e Gupta (v. indiana, arte).
Dai centri di Prome e di Tathön, in Birmania, di S'î T'ep, Sup'an, U T'ong, Lop'buri e Nak'on, nel Siam, di Prei Krabas e Sambor Prei Kuk, nel Cambogia, provengono le più antiche vestigia: basi di stūpa, piattaforme di templi, torri cintate da mura, bassorilievi e resti di una statuaria in pietra ed in bronzo. I templi erano costruiti solitamente su pianta quadrata ed il complesso degli edifici era racchiuso da un vasto recinto. L'aderenza ai moduli architettonici indiani è quindi palese.
Nella scultura, mentre alcune opere si rivelano di diretta importazione dall'India, altre sono indubbiamente di fattura locale, e lo rivelano talora le incertezze con cui sono resi i tratti iconografici. Al di là della pura imitazione, poco ci è dato di cogliere che possa presentarsi a testimonianza di una iniziale originalità di valori. Tuttavia, sin da queste prime opere, si avverte l'affermarsi, nelle varie regioni, di quelle diverse tendenze, che più tardi ebbero un ruolo di rilevante importanza e definirono con un certo carattere di autonomia e originalità le molteplici correnti d'arte dei diversi paesi dell'Indocina.
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