ARSINOE ('Αρσινόη, Arsinŏe)
Città della costa della Cirenaica, tra Berenice (Bengasi) e Tolemaide (Tolmetta), così chiamata in onore di Arsinoe figlia di Tolomeo Sotere. Prima il suo nome era Tauchira (Ταύχειρα, Erodoto, IV, 171; Diodoro, XVIII, 20; Pseudo Scylax, in Geographi Gr. min., I, 84, 108) o Teuchira (Τεύχειρα, Stadiasm. mar. magn., 56; Tolomeo, IV, 4, 4; VIII, 15, 4; cfr. Plinio, Nat. Hist., V, 31; Mela, 1, 8; Ammiano, XXII, 16, 4; Marziano Capella, VI, 672). Questa denominazione dovette tuttavia rimanere la più usata, perché da essa deriva quella moderna di Tocra. Era una delle città più notevoli della Pentapoli (Tolomeo, l. c.; Plinio, l. c.; Marziano Capella, l. c.) e dovette essere fondata nei primi tempi della colonizzazione greca della Cirenaica, perché viene chiamata "città antica della Pentapoli" (Stadiasm. mar. magn., 56). Confinava con il territorio della tribù libica dei Bakales (Erodoto, l. c.). Contro di essa dovette operare la flotta al comando di Brades nella spedizione punitiva fatta nel 510 da Ariande, governatore persiano dell'Egitto, contro Barce (Merg). Nella seconda metà del sec. V a. C., faceva parte del territorio di Barce (Erodoto, l. c.). Fu assediata e presa da Tibrone nell'infelice spedizione di costui contro Cirene nel 322 a. C. (Diodoro, l. c.; Arriano presso Fozio, 70 a 12; cfr. Beloch, Gr. Gesch., 2ª ed., IV, 1, p. 81). Dopo la terribile insurrezione giudaica dell'anno 116 d. C., la quale spopolò la Cirenaica (cfr. Notiziario arch. d. Ministero delle colonie, II, pag. 156), è probabile che l'imperatore Adriano vi abbia immesso dei coloni. Fino ad epoca tarda (fine del sec. IV d. C.) vi si praticava, con feste pompose, il culto di Cibele (Sinesio, ep. 3). Giustiniano la cinse di valido muro (Procopio, De aedif., 6, 2, 4) in gran parte conservato, togliendo però le pietre necessarie dagli edifici precedenti, che subirono perciò grave rovina. Il geografo arabo Edrisi, nella sua Descrizione dell'Africa e della Spagna (clim. III, sez. 3, in fine) dice che al suo tempo era popolata di Berberi.
Oltre al muro giustinianeo sono visibili in parte avanzi di un palazzo e di un edificio a terrazze nella zona occidentale della città, e i resti d'una basilica cristiana in quella orientale, dove pure sorgeva la cittadella in un punto in cui la roccia affiorante era più elevata. Nelle latomie, che sono fuori della cinta della città a E. e a O., e specialmente a E., sono scavate numerose tombe a camera, violate in antico e ridotte ad abitazione d'indigeni, sulle quali sono incise numerose iscrizioni sepolcrali (Corp. Inscr. Graec., III, 5243 segg.).
Bibl.: F. Vattier de Bourville, in Revue Archéologique, IV (1848), p. 150 seg.; H. Barth, Wanderungen, Berlino 1849, p. 392 segg.; Smith e Porcher, History of the recent discoveries at Cyrene, Londra 1864; E. Ghislanzoni, in Notiziario archeol. d. Ministero delle colonie, Roma 1915, I, p. 102 segg.
Arsinoe d'Etolia. - Secondo la testimonianza di Strabone (X, 460), tale nome sarebbe stato dato da Tolomeo II Filadelfo in onore di sua moglie alla città etolica di Conope; ma l'identificazione dei due luoghi è stata con buone ragioni messa in dubbio per notizie di altri autori, come Polibio, che parla di essi come di due località distinte, e di Stefano Bizantino, che colloca A. in Etolia e Conope in Acarnania. La fondazione di Arsinoe avvenne fra il 287 e il 280 a. C., se si deve dar fede alle notizie di Strabone; ma alcuni moderni la riferiscono con buone ragioni al periodo stesso in cui fu fondata in Etolia Lisimachia (v.), cioè al periodo in cui Arsinoe era ancora moglie di Lisimaco (prima del 281 a. C.).
Bibl.: Oberhummer, Akarnanien, Monaco 1887, p. 146; Woodhouse, Aetolia, Oxford 1897, p. 215 segg.; Geiger, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 1341; Tscherikower, Hellenistische Städtegründ., Lipsia 1927, p. 5.