Nome adottato (1925) dal pittore armeno Vosdanig Adoian (Hayotz Dzore, Armenia, 1904 - Sherman, New York, 1948). Emigrato negli USA (1920), dopo varie esperienze (fondamentale quella cubista tra il 1927 e il 1932) trovò nel mondo fantastico di J. Miró e nel surrealismo di Matta e di A. Breton l'ispirazione a quella che è la sua forma più matura e che dalla critica viene considerata basilare per lo sviluppo della pittura d'azione statunitense. In un'organizzazione psicologica dello spazio e nell'uso tutto particolare del colore, G. ricercò la conciliazione tra il mondo tragico e ricco di profonde tradizioni da cui proveniva e la solitudine della moderna civiltà statunitense. Espose per la prima volta nel 1930 al Museum of mod ern art di New York con altri giovani pittori e scultori, e nel 1932 fu chiamato a far parte del gruppo Abstraction-Création di Parigi. Tra il 1935 e il 1939 eseguì affreschi (ora distrutti) nell'ambito del WPA-FAP. Nel 1946 molte sue opere andarono distrutte in un incendio. Rimasto paralizzato al braccio destro in seguito a un incidente automobilistico, pose fine alla sua vita con il suicidio.