Titolo con cui sono note due opere scientifiche.
Ars compendiosa inveniendi veritatem Trattato (1277 circa) del filosofo, teologo, mistico e missionario catalano R. Lullo (1233/1235-1315), che svolge uno dei temi centrali della speculazione lulliana (altre opere analoghe riprendono il medesimo programma, fino all'Ars generalis ultima, 1305-1308): l'arte per Lullo è una "scienza generale applicabile a tutte le conoscenze con dei principi generalissimi in cui è contenuto il principio delle scienze particolari, come il particolare nell'universale". L'arte, dunque, muovendo dai principi del sapore (raffigurati con simboli, soprattutto alfabetici) e combinandoli secondo metodi combinatori e mnemonici (ruote e figure mobili), vuole stabilire ragionamenti analitico-sintetici di assoluta evidenza, come i ragionamenti matematici. Larghissima è stata l'influenza della logica lulliana fino a tutto il Rinascimento legata a programmi enciclopedici e mnemotecnici.
Artis magnae sive de regulis algebraicis liber unus Trattato (1545) del matematico, filosofo e medico G. Cardano (1501-1576), in cui vengono esposti i procedimenti di soluzione di due tipi di equazioni: di terzo grado, con l'espressione oggi nota come formula di Cardano, e di quarto grado, scoperto dall’allievo e collaboratore di Cardano, Lodovico Ferrari.
Il sistema di soluzione delle equazioni cubiche risaliva in realtà a Scipione Dal Ferro, ma Cardano lo aveva appreso, nel 1539, da Nicolò Tartaglia, al quale aveva promesso di non divulgarlo. Di qui la polemica tra Tartaglia e Cardano che seguì la pubblicazione e la difesa che fece il Ferrari del proprio maestro.