ARS ANTIQUA
. Così fu detta l'arte della primitiva polifonia, non come definizione per sé stante, ma in opposizione alla Ars nova (v.). Perciò all'Ars antiqua non conviene attribuire limiti cronologici precisi ed immutabili, ma piuttosto per essa si deve intendere quel periodo che, cominciando dai primi sviluppi dell'organum, culmina nella pratica della scuola di Nôtre Dame (secoli XII-XIII) e nella teorica della scuola franconiana. Il carattere peculiare delle primitive forme polifoniche sta nell'aggiunta di una voce di nuova composizione (voce organale) ad un canto dato (cantus prius factus); lo svolgimento dei rapporti tra queste due voci, alle quali a mano a mano ne vennero aggiunte altre, fu molteplice e vario, secondo le fonti.
Un momento particolarmente importante dell'Ars antiqua fu nel passaggio dell'organum dal momento stilistico detto "nota contro nota" a quello in cui si verificò l'aggiunta di una voce che ai singoli suoni del canto dato contrapponeva una melodia sviluppata e fiorita, con ritmo proprio (duplum). Ne veniva per conseguenza che il canto dato, se più povero di suoni, doveva allungare la sua estensione per sostenere l'altra parte. In tal modo, nell'organum duplum, l'originale ritmica gregoriana del tenor subiva una vera e propria trasformazione.
I due esempî seguenti sono tratti dal manuale di Guido Adler (Handbuch der Musikgeschichte, 1924, p. 148).
La designazione di Ars antiqua si riferisce con maggiore proprietà a quel periodo della polifonia primitiva in cui il mensuralismo (v.) venne affermandosi. Il principio di una maggiore stabilità della misura fu introdotto dal discanto nel quale è maggiormente accentuato il moto contrario delle voci; alle due voci originarie vengono aggiunte una terza, una quarta e anche una quinta voce. Il discanto restò saldamente legato al canto liturgico anche quando nelle forme obbligate della Messa e dell'Officio vennero introdotte melodie popolari. Il canto dato fu come il nocciolo dello stile polifonico che venne sviluppandosi dal sec. XII in poi. Le principali tappe di questo sviluppo sono segnate dai nomi di Giovanni di Garlandia, di Pietro de Cruce, dei due Franconi e di Walter Odington. Le forme di questa polifonia sono quanto mai varie ed è faticoso rintracciarne i principî tipici nella larga messe di composizioni musicali pervenuteci da quel tempo. La forma culminante come una delle manifestazioni più significanti nella pratica musicale dal sec. XII al XIV fu il mottetto (v. mottetto, conductus, rondello).