Vedi ARRINGATORE dell'anno: 1958 - 1973
ARRINGATORE
Statua di bronzo al Museo Archeologico di Firenze, trovata nel 1573 o poco prima, a Sanguineto nelle vicinanze del lago Trasimeno. Rappresenta un personaggio virile stante, rivestito di pallio e toga con alti calzari, in atteggiamento oratorio, come si deduce dal gesto dignitoso e composto del braccio destro alzato. Un'iscrizione dedicatoria (aulesi metelis ve vesiai densi cen fleres tece sansl tenina / tu ines isvlics) incisa sul lembo della toga ci fa identificare il personaggio in Aulo Metello.
Il Ducati la crede opera posteriore al 100 a. C., prodotto di un'Etruria già romanizzata, e vi vede preannunziati tipi iconografici analoghi a quelli del ritratto di C. Norbano Sorice da Pompei. Il Vessberg vi ritrova invece accenni di quella corrente realistica che investì la ritrattistica ellenistica alla metà del II sec. a. C. Inoltre la lunghezza ed il tipo della toga e lo stile della testa, con i capelli nettamente tagliati, richiamano la figura virile del sarcofago di Afuna a Palermo, datato all'incirca tra il 150 ed il 100 a. C.
Bibl.: W. Amelung, Führer durch die Antiken in Florenz, p. 257; P. Ducati, Storia dell'arte etrusca, Firenze 1927, p. 546; G. Kaschnitz-Weinberg, in Röm. Mitt., XLI, 1926, p. 184; G. Karo, Antike Plastik, p. 104; Goethert, Zur Kunst der röm. Republik, p. 22; R. West, Röm. Porträtsplastik, I, p. 38 ss.; G. Q. Giglioli, L'Arte etrusca, tav. 36; O. Vessberg, Studien zur Kunstgeschichte der römischen Republik, Lund-Lipsia 1941, tav. XIX.