Vedi ARRINGATORE dell'anno: 1958 - 1973
ARRINGATORE (v. vol. i, pp. 681-682)
Nuove ricerche di archivio hanno fatto pensare che la statua non sia stata rinvenuta presso il lago Trasimeno; ma nel 1566 a Pila, villaggio a circa 8 km a SO di Perugia (Raniero Franchi, Ricordi delle cose di Perugia dal 1563 al 1579, inseriti in Francesco Macinara, Avvisi di Perugia, vol. iv, manoscritto Perugia, Bibl. Aug. 1155, p. 52 r.), fra il 15 settembre e il 21 ottobre.
L'indicazione del rinvenimento presso il Trasimeno sarebbe stata diffusa per aggirare le eventuali rivendicazioni del governo pontificio, sotto la cui giurisdizione si trovava Perugia, mentre la località del Trasimeno che fu indicata si sarebbe trovata nel territorio del granducato di Toscana, e la statua era stata trafugata verso Firenze e le collezioni granducali. Tali conclusioni di T. Dohrn sono state peraltro messe in dubbio da G. C. Susini. La denominazione L'Arringatore fu data da Luigi Lanzi nel 1789 (Preliminari al saggio di lingua etrusca).
La provenienza da Perugia, ultimo centro della resistenza etrusca contro i Romani, conferisce particolare importanza alla statua; la sua iscrizione (incisa prima della fusione) fa supporre, secondo l'interpretazione più probabile, che la statua fu dedicata ai Mani di Aulo Metello da parte di una magistratura, forse in un monumento sepolcrale fuori della città. I recenti studî del Dohrn e del Pallottino riportano le varie interpretazioni della iscrizione e confermano la datazione della statua fra il 100 e l'88 a. C., sembrando probabile che dopo tale anno l'iscrizione sarebbe stata apposta in latino. La trascrizione data al vol. I, p. 682 va rettificata nel modo seguente: auleśi• meteliś• ve-vesial clenśi / cen• flereś•tece• sanśl• tenine / tuθineś χisvlics. La statua risulta fusa in sette pezzi separati, a cera perduta con ritocco a freddo. Altezza totale m 1,79.
Bibl.: T. Dohrn, L'Arringatore, capolavoro del Museo Archeologico di Firenze, in Boll. d'Arte, XLIX, 1964, 2, p. 97-114; M. Pallottino, Nota sull'iscrizione dell'Arringatore, ibid., p. 115-116; G. C. Susini, in Arch. Class., XVII, 1965, p. 141 ss.