MINERBI, Arrigo
Scultore, nato a Ferrara il 10 febbraio 1881. Dopo aver frequentata una scuola d'arti e mestieri, a 19 anni si reca a Firenze, ove si fa stuccatore e decoratore, e studia la scultura del Quattrocento; poi a Genova modella fontane da giardini, e per la Villa Pástine a Monterosso architetta in cemento armato un gigantesco Nettuno; finché si stabilisce a Milano, vi lavora in silenzio, e solo nel 1919, nella mostra personale della Galleria Pesaro, espone la crucciata Vittoria del Piave, Mattino di Primavera (Gall. Naz. di Roma), Mia madre (Gall. d'arte mod. di Milano) e l'autoritratto (Gall. degli Uffizî), rivelando profondità e umanità di sentimento ed eccellenza di mestiere.
Mostre personali ha fatto anche alla Primaverile fiorentina del 1922 e alla XVIII Biennale veneziana del 1932, esponendovi il Cenacolo, gruppo in argento, ove si scorge un buon tentativo di riprendere con originalità la tradizione plastica quattrocentesca. Intanto eseguiva, tra l'altro, il monumento al medico in guerra per la scuola di applicazione di Firenze (cfr. XXII, p. 726, fig.), il S. Francesco che predica agli uccelli per la tomba Cusini al Monumentale di Milano; i busti di Battisti e Filzi per il Castello di Trento; e varî ritratti (Duse, Previati, Grubicy).
Bibl.: C. Bozzi, A. M., in Mostre individ. di U. Martelli e A. M. alla Gall. Pesaro, Milano 1919; A. Bucci, A. M., in Emporoium, L (1919), pp. 274-279; E. Cozzani, L'ultima cena di A. M., in L'Eroica, pp. 147-8; F. Scarpelli, A. M., in Emporium, LXXIV (1931), pp. 67-82; A. Neppi, in Cat. della XVIII Biennale, Venezia 1932, pp. 59-60. Varî articoli in Corriere Padano (22 marzo, 23 maggio, 24 ottobre 1931) e in Il Lavoro Fascista (30 luglio 1932).