ARRENGERIO
Fu fatto vescovo di Ragusa sul finire del 1222 o nel 1223, in seguito a una lettera di Onorio III, che sollecitava il capitolo ad eleggere un pastore che valesse a difendere Ragusa dall'eresia catara, diffusasi nelle regioni circostanti, e a liberare l'Adriatico dai pirati almissani. Nel 1227 A. ottenne da Gregorio IX una bolla che confermava privilegi e possessi della sua Chiesa metropolitana. In quegli anni si stabilirono a Ragusa i domenicani, onorevolmente accolti da A., e i francescani. Nel 1234 A. ebbe una controversia con alcuni vescovi suoi suffraganei che non gli prestavano obbedienza. Nell'aprile 1235 fece approvare un decreto contro il lusso nei matrimoni e le tradizioni superstiziose ad essi relative.
La fine dell'episcopato di A. risulta poco chiara. Nel 1233 il pontefice aveva incaricato un legato apostolico d'indagare su di un vescovo di Diacovar considerato eretico. Nel 1246 Innocenzo IV, ritornando sulla questione, affermava che tale vescovo era stato consacrato dall'arcivescovo di Ragusa (evidentemente da identificare con A.), pure caduto in eresia; e che perciò il legato apostolico aveva sottratto la Chiesa bosnense alla metropoli ragusina. Tali accuse devono ritenersi in parte esagerate. Certo è che nel 1236 A., se è lui quell'arcivescovo di Ragusa citato nei documenti, si trovava, non sappiamo per quale motivo, a Digione. Quivi i canonici regolari di Saint-Etienne, su consiglio del pontefice, invitarono A. ad abitare con loro e a tener luogo dell'abate. Ma poco tempo dopo l'arcivescovo e i suoi dipendenti furono prelevati e condotti via, di notte, con la forza, da ignoti; A. fu assassinato e il suo corpo rinvenuto, orribilmente straziato, solo qualche giomo appresso. Di questo omicidio fu accusato pubblicamente l'abate Pietro, che subito aveva sostituito A. nel governo dell'abbazia. Ma l'inchiesta ordinata dal pontefice Gregorio IX non riuscì mai a scoprire nulla di preciso a carico dell'accusato e l'autore e il movente della tragica fine di Arrengerio rimasero perciò ignoti.
Fonti e Bibl.: A. Theiner, Vetera Monumenta historica Hungariam Sacram illustrantia, I, Romae 1869, pp. 113, 201; T. Smciklas, Codex diplomaticus regni Croatiae, Dalmatiae et Siavoniae, III,Zagabriae 1905, pp. 209,275, 298, 379, 409, 435; IV, p. 297; Les Registres de Grégoire IX,a cura di L. Auvray, II, Paris 1907, nn. 3182, 3757; D. Farlati, Myricum Sacrum, VI,Venetiis 1800, pp. 91-100; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IV, coll. 714 s.