ARRAPKHA
Città dell'alta Mesopotamia identificata, da Scheil e Albright, con l'odierna Kirkūk sul fiume Adhem.
La menzione più antica della città risale ai tempi di Hammurapi (Cuneif. Texts, II, 49, 6); come città dell'Assiria essa dipendeva dalla Babilonia. Verso la metà del II millennio (secondo là datazione fornita da lettera e sigillo di Shaushatar, c. 1450 a. C.), come risulta dalle tavolette di Kirkūk, essa era invece un importante città del regno di Mitanni nell'ambito del territorio hurrita.
Alla caduta del regno di Mitanni A. fu conquistata da Adad-nirāri II (909-889), con la città di Lubbi. Si ribellò poi a Shamshi-Adad V (823-810) e di nuovo sotto Ashshur-dān III (781-754). Sotto Nabucodonosor II fece parte del regno neobabilonese e Neriglissar vi riportò la statua di Ishtar Anuīztum asportata dai Gutei.
Ad A. sono state trovate delle tavolette, scritte in lingua hurrita, recanti anche alcuni fregi: lo stile della glittica di tali tavolette è più vicino a quello sumerico che non a quello contemporaneo di Babilonia, ma mostra un duplice influsso forestiero: egiziano, nella riproduzione del disco solare alato; egeo, nella rappresentazione dell'albero di fertilità.
Bibl.: V. Scheil, in Revue d'assyriologie, XV, 1918, p. 65 ss.; E. Unger, Reallex. der Assyr., I, p. 154; W.F. Albright, in Journ. Amer. Orient. Society, XLV, 1925, p. 219 ss.; F. Hommel, Ethnologie und Geographie des alten Orients, Monaco 1926, pp. 268, 367, 416; G. Contenau, Les tablettes de Kerkuk, in Babyloniaca, IX, 1926; A. Speiser, in Journal. Amer. Orient. Society, XLIX, 1925, pp. 269-75; G. Contenau, La civilisation des Hittites et des Mitanniens, Parigi 1934, pp. 80-84; A. Goetze, Hethiter, Churiter und Assyrer, Oslo 1936, pp. 79-110; N. B. Jankovskaja, Churritskaia Arrapcha ("A. hurrita"), in Vestnik Drevnje Istorii, 1957, I, pp. 17-33.
(G. Castellino*)